venerdì 19 dicembre 2008

In Borsa l'«oil» resiste di più delle «rinnovabili»

Dal Sole 24 Ore

Erano una grande speranza degli investitori (in particolare di quelli socialmente responsabili), ma non sono stati risparmiati dallo tsunami finanziario. I titoli delle energie alternative sono stati travolti oltre modo dall'ondata ribassista, come dimostra il fatto che l'indice Stoxx Europe Alternative Energy (rappresentativo delle principali aziende europee del settore quotate in Borsa) ha perso da inizio anno il 59,4% in euro, contro il 41,8% dello Stoxx 600. Quel che forse è più deludente per chi aveva puntato sulle «rinnovabili» è che le aziende petrolifere tradizionali hanno resistito molto meglio in questo drammatico 2008, perdendo "solo" il 29,7% (come misurato dall'indice Stoxx Oil & Gas Producers). Il crollo del prezzo del petrolio (dai 147 ai 40 dollari al barile in un semestre) ha quindi colpito assai più duramente le quotazioni dei produttori di energia pulita rispetto a quelle dei grandi oilers. Uno dei motivi è che il greggio più conveniente riduce l' incentivo economico a generare energie rinnovabili.

L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni

Microalghe modificate per produrre biocombustibili

Anche le microalghe potrebbero presto entrare come materia prima in un ciclo produttivo di biocombustibile: è la proposta avanzata in un numero speciale dedicato all’energia della rivista on-line ad accesso libero “Optics Express”, edito dalla Optical Society of America (OSA) dai ricercatori dell’Università della California a Berkeley.
Nel corso dello studio, questi organismi sono stati modificati geneticamente per minimizzare il numero di molecole di clorofilla necessarie per sfruttare la radiazione luminosa senza compromettere il processo di fotosintesi all’interno delle cellule. Con questa modifica, invece di produrre una quantità maggiore di molecole di zucchero, le microalghe potrebbero produrre idrogeno o idrocarburi.I ricercatori di Berkeley hanno identificato le istruzioni genetiche nel genoma di una specie di alga responsabili del dispiegamento di circa 600 molecole di clorofilla nelle 'antenne' che, nelle cellule, sono predisposte alla raccolta della luce. Per questa operazione, essi ritengono che ne possano bastare solo 130.L’obiettivo degli scienziati è quello di modificare la normale funzione di fotosintesi convertendola dalla generazione di biomassa alla sintesi di sostanze quali lipidi, idrocarburi e idrogeno. Tasios Melis, uno dei coautori dell’articolo, sostiene che le antenne che contengono clorofilla nelle alghe aiutano tali organismi a competere per l’assorbimento della luce del sole e a sopravvivere in ambienti in cui essa è spesso limitata. Le microalghe sono organismi ideali per questo tipo di sfruttamento grazie al loro alto tasso di fotosintesi: esse, infatti, sono circa 10 volte più efficienti delle specie vegetali che vivono sulla terraferma come la canna da zucchero, il mais e il panico verga (Panicum virgatum), spesso considerate fonti possibili di biocombustibili.

giovedì 18 dicembre 2008

Via libera al rapporto di sostenibilità Finmeccanica

DA MF

Finmeccanica ha presentato ieri il suo rapporto di sostenibilità, uno strumento in grado di misurare, attraverso opportuni indicatori e performance economiche, le politiche sociali e ambientali realizzate dal gruppo nel 2007. Scopo del report è dar conto «di quel valore intangibile dell'azienda generato da indicatori non strettamente economici quali il ruolo sociale dell'impresa, la capacità di attrarre i migliori talenti, l'attenzione alla salute e alla sicurezza, all'ambiente e allo sviluppo sostenibile, l'impegno in campo sociale e culturale». «Per un gruppo industriale che aspira a crescere», ha dichiarato il presidente e amministratore delegato, Pier Francesco Guarguaglini, «l'attenzione allo sviluppo sostenibile è insieme un dovere etico e un atto di lungimiranza in grado di assicurare, allo stesso tempo, un successo imprenditoriale forte e di lunga durata». Secondo il manager, la società ha intrapreso da qualche anno un cammino all'insegna del progresso costante, integrando fin dall'inizio l'attenzione alla sostenibilità nel disegno strategico e nei modelli di governance.

All’auto 180 mln, ma per la ricerca

Da Finanza & Mercati
Scajola: «Attenzione alla sostenibilità ambientale e all’efficienza energetica. Aiuti in linea con l’Ue».
Il ministro Claudio Scajola apre agli incentivi all’auto, ma con moderazione e solo per «l’innovazione». Intanto la Fiat frena sul lancio dei nuovi modelli. «Con il bando della mobilità sostenibile distribuiremo 180 milioni di euro di incentivi a partire dalle prossime settimane - ha detto ieri il ministro dello Sviluppo Economico nel corso del question time alla Camera - finanziando progetti di ricerca e innovazione presentati tra gli altri dal centro ricerche Fiat, dall’Iveco e dalla Magneti Marelli».

L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni

mercoledì 17 dicembre 2008

L'acqua nei capolavori

Una grande rassegna a Palazzo Reale che ripercorre la storia millenaria dell'acqua attraverso capolavori di ogni tempo L'acqua,fin dall'antichità,è simbolo di vita e necessità di ogni essere vivente. Un simbolo alla base di miti ed elemento fondante di tutte le religioni, una necessità che ha provocato guerre e favorito lo sviluppo economico. La storia millenaria dell'acqua e il suo intrecciarsi con quella dell'umanità sono il filo conduttore della mostra "Anima dell'acqua.Da Talete e Caravaggio, da Segantini a Bill Viola" (Palazzo Reale di Milano, fino al 29 marzo 2009).
La mostra è la più importante iniziativa fra quelle previste nell'ambito del progetto EnergiAcqua ideato e realizzato da Fondazione DNArt con la condivisione e il sostegno dell'Assessorato alle Reti e Servizi di Pubblica Utilità e Sviluppo Sostenibile della Regione Lombardia.
Il progetto - che prevede anche il simposio scientifico "Acqua, Sole , Energia" e laboratori didattici interattivi per ragazzi, programmati a Milano fino al prossimo marzo- è stato voluto da Regione Lombardia per aumentare la consapevolezza della necessità di un uso responsabile dell'acqua ed è stato sviluppato interamente sul principio di sussidiarietà. Fondazione DNArt ha raccolto i fondi e stretto le collaborazioni necessarie. (da Il Sole 24 Ore)

Anche le grandi aziende dichiarano di volere sensibilizzare le giovani generazioni sui comportamenti eco sostenibili. Qui il caso dell’Eni, guidata dal suo amministratore delegato Paolo Scaroni.

Le miniere del Chiapas

I«danni collaterali di tipo ambientale» provocati dall'industria mineraria sono il prezzo da pagare per lo sviluppo economico delle regioni montagnose dello stato, dichiarava giorni fa un alto funzionario del governo statale del Chiapas, in Messico. Gli abitanti della Sierra Madre la pensano diversamente: dal mese di ottobre moltiplicano sit-in, marce e campagne controinformative contro le imprese minerarie canadesi e statunitensi che hanno avviato sondaggi geologici ed estrazioni minerarie in quelle terre.Secondo il governo dello stato meridionale messicano, sono in vigore 55 permessi per l'esplorazione mineraria, la maggior parte dei quali scade nel 2056. Di questi, una ventina sono concessioni a imprese prestanome messicane, e permettono l'estrazione di oro, argento, piombo, titanio, zinco, ferro, rame, antimonio, molibdeno, tungsteno. Il territorio interessato include diciannove municipi, fra cui Chicomuselo, Siltepec e Motozintla della zona montagnosa centrale, catalogata ad alto rischio di smottamenti, e i municipi spesso alluvionati di Pichucalco, Rayon, Tecpatan, Coapilla e Huixtlan. Gli abitanti del eijdo di Las Nubes, ai bordi della foresta umida, da tempo si oppongono alla miniera d'oro in Siltepec, preoccupati per la contaminazione di cianuro. A qualche chilometro, in Toquian Grande, è nato un comitato di lotta contro la compagnia mineraria canadese Blackfire Exploration; qui i campesinos hanno denunciato il tentativo di criminalizzarli associandoli a uno sconosciuto e sedicente movimento guerrigliero «Esercito dei Popoli Indigeni». Temono l'installazione di un accampamento militare nella zona, solo perché di oppongono alla costruzione di una strada asfaltata di accesso alla miniera che altererá per sempre i delicati ecosistemi forestali di cui loro vivono. Secondo il «Fronte regionale contro le privatizzazioni», le autorità ambientali «continuano a permettere che le imprese di estrazione del legname distruggano la natura e siano complici dello sfruttamento minerario, che finirá per distruggere completamente le nostre acque ed i nostri coltivi tradizionali, lasciandoci cosí ancora piú esposti alla povertá e alla contaminazione». In Chiapas esiste una tradizione mineraria preispanica, spesso sfruttata dai tour opertor e rispolverata da operatori locali. Di recente a Simojovel, in Chiapas, i tunnel di una vecchia miniera artigianale per estarre ambra fossile sono collassati a 30 metri di profonditá, con un saldo di 2 indigeni morti. Nella zona i piccoli proprietari affittano a prezzi modici il sottosuolo ai minatori indigeni poveri. La preziosa resina fossile è venduta, giá tagliata e incastonata, fino a 1.900 dollari, mentre un minatore guadagna al massimo 28 dollari per 100 grammi di ambra estratta.Come conciliare l'attivitá di estrazione con lo sviluppo di economie locali? In Chiapas, l'ecoturismo e il turismo culturale, la coltivazione del caffé biologico, l'artigianato indigeno, il microcommercio di spezie ed erbe medicinali sono ormai da anni pratiche correnti, mentre i programmi ufficiali puntano su uno sviluppo «sostenibile» costruito sull'allevamento, la depredazione delle risorse idriche da parte delle industrie delle bibite Pepsi e Coca e sull'estrazione forestale e mineraria. Un possibile modello di estrazione mineraria sostenibile esiste: è praticato in casi ancora rari, in Chiapas e in Oaxaca, dove le popolazioni locali sono consultate e coinvolte nel processo di inventario delle risorse e guadagnano una percentuale sull'estrazione, con opere di rimboschimento e risistemazione del territorio. (da Il Manifesto)

martedì 16 dicembre 2008

L'energia pulita di Mr. Shi

Tratto da Il Sole 24 Ore

La crisi finanziaria mondiale e la discesa dei prezzi del petrolio non fermeranno la nuova rivoluzione industriale, basata sul settore delle energie rinnovabili. Il mercato ripartirà, e la Cina, inoltre, sarà la prossima frontiera per sviluppare il business del solare fotovoltaico. Parola di Shi Zhengrong, 45 anni, fondatore e presidente di Suntech Power Holdings, il più grande produttore mondiale di pannelli e moduli fotovoltaici. Scienziato dell'ambiente che veste con disinvoltura i panni dell'uomo d'affari, Shi è un esponente di razza della squadra cinese di nuovi industriali di successo, con radici, studi e fabbrica in madrepatria, ma con ambizioni e mercato mondiali. Ambizioni che in Europa coinvolgono in prima linea l'Italia. A Milano, Shi ha tenuto a battesimo nei giorni scorsi la filiale commerciale di Suntech.Quali saranno le conseguenze della crisi economica sull'industria delle energie rinnovabili?Uno dei modi in cui si descrive questa crisi finanziaria è quello di una sorta di disastro naturale, dal quale nessuno può salvarsi. In effetti, tutte le industrie saranno colpite, compresa l'industria dell'energia solare.Ma io credo che l'impatto sarà temporaneo. La crisi finanziaria potrà finire in tempi relativamente brevi, le vere crisi resteranno invece quelle dell'energia e dei cambiamenti climatici, che richiederanno sforzi molto più importanti per essere risolte. Il mercato ripartirà e sul lungo termine crescerà, soprattutto quando il prezzo sarà a livello di grid parity (il punto al quale il costo dell'energia fotovoltaica è pari o inferiore a quello dell'energia di rete, ndr).La caduta del prezzo del petrolio frenerà gli investimenti nelle energie rinnovabili?Ritengo che non ci sia correlazione tra i prezzi del petrolio e le energie rinnovabili. Come sappiamo, il fatto che il prezzo del petrolio cali non significa che le riserve petrolifere siano in aumento. Anche il calo del prezzo del petrolio è quindi un fenomeno temporaneo, indotto dalla crisi mondiale. Se guardiamo al mercato fotovoltaico, vediamo che in questo momento è un mercato sussidiato dai Governi, in alcuni casi in maniera crescente. Come mai lo sussidiano, se il prezzo del petrolio è in calo? Perché sempre più nazioni sono consapevoli di dovere diventare indipendenti dal petrolio, al di là della temporanea percezione del calo dei prezzi.Nel settore delle energie alternative si assiste a una crescente concorrenza tra Paesi emergenti, soprattutto Cina, ed Europa e Stati Uniti. Chi vincerà?Nelle rinnovabili, soprattutto nel solare, negli ultimi anni molta gente ha ottenuto buoni profitti, e quindi non è sorprendente che sempre più investitori siano attirati da questa industria. Ma i protagonisti di questo settore non sono tutti uguali. Un primo tipo di player, tra i quali ci siamo noi di Suntech, ha una vera e propria "vision" e crede che l'energia solare potrà fornire una soluzione radicale per il pianeta e per i nostri figli. Ma c'è un secondo tipo di player, per i quali questo settore è una specie di corsa all'oro. Che entrano sul mercato, fanno qualche profitto e poi, quando pensano che sia il momento opportuno, ne escono. Noi crediamo che siano i player dotati di "vision" quelli che possono realmente offrire prodotti di qualità a costi competitivi.Cosa si aspetta dal mercato italiano?Prima di tutto constatiamo un atteggiamento favorevole nella promozione dell'energia solare, e questo ovviamente ci fa piacere. All'inizio vogliamo seminare sul mercato italiano principalmente attraverso la vendita dei prodotti, aiutando i clienti a conoscere l'energia solare e fornendo assistenza tecnica.

«La sfida è affrontare il dopo Kyoto»

Tratto dal Sole 24 Ore

Una proposta di direttiva, quella appena varata a Bruxelles, che va nella direzione giusta, bilanciando sviluppo e sostenibilità. Che, però, bisognerà seguire negli sviluppi più immediati perché possa produrre tutti i suoi effetti. Aldo Fumagalli Romario, 50 anni, presidente e amministratore delegato del Gruppo Sol (gas industriali) fa il punto della situazione anche nella veste di presidente della Commissione sviluppo sostenibile di Confindustria. E traccia nuovi, possibili, scenari già dietro l'angolo.Fumagalli,a suo parere l'esito del round europeo sull'emission trading è in linea con lo spirito che caratterizza il suo impegno associativo tutto orientato allo sviluppo sostenibile?Penso di sì. Ne sono convinto, non a caso il progetto punta a raggiungere lo sviluppo attraverso la sostenibilità, sia in riferimento alle risorse disponibili sia a quelle attualmente a disposizione dell'intero pianeta. Che, ovviamente, non sono infinite.Qual è stato, secondo lei, lo snodo-chiave del negoziato appena concluso?Il tema emission trading ha trovato una sterzata nel fatto che ci si è focalizzati, alla fine, sulle energie rinnovabili e su un meccanismo premiante. Ma il vero snodo è stato quando il presidente Emma Marcegaglia, impegnandosi in prima persona, ha trovato l'intesa con le altre Confidustrie europee rappresentative di uno degli stakeholder in campo, cioè le aziende. Senza questa azione le conseguenze sarebbero state pesanti, con un sistema basato esclusivamente sull'acquisto di diritti di emissione per le lavorazioni che producono più Co2.Il nuovo progetto di direttiva, a questo punto, dovrà concretizzarsi in un testo definitivo da votare in Parlamento. Cosa ci può aspettare e, soprattutto, cosa c'è dietro l'angolo per gli stakeholder- aziende?Appunto, bisognerà concretizzare il progetto e bisognerà farlo bene. Non è un elemento nè facile nè scontato. Non era semplice, certo, nemmeno pensare a una svolta positiva in così poco tempo, così come si è appena realizzata. Penso che nessuno, soltanto a settembre avrebbe immaginato un simile ribaltamento.Si è molto discusso sulle prospettive di competitività per il sistema delle aziende europee da qui al 2020. Poi, la crisi scoppiata in autunno. E ora ?Ora bisognerà far sì che le questioni di tecnica legale anche in vista delle votazioni parlamentari che renderanno il provvedimento definitivo aiutinoad attuare lo spirito del negoziato in senso non restrittivo. Questa svolta è stata molto positiva. Ha premiato le aziende che si impegnano negli investimenti in energie rinnovabili. Ma non è tutto.In che senso?Trovo che siano molto positive la clausola di revisione e la flessibilità sui crediti per i progetti fatti fuori dall'Unione europea. L'anno prossimo, a Copenhagen, ci sarà un altro summit strategico. Vedremo.Quali criticità è possibile individuare, allo stato dei fatti?Intanto, bisognerà allargare il discorso anche a Stati Uniti e a Cina, India. L'Europa ha dato l'esempio,si è impegnata,ora bisognerà che anche queste nazioni si diano da fare da parte loro. Bisogna considerare che la programmazione pilota per l'immissione del Co2 nel sottosuolo dovrà rispondere al principio di equa distribuzione e quindi dovrà essere effettuata in maniera non squilibrata dal punto di vista pratico.Esistono spazi e margini ancora non ben definiti tra le varie categorie di aziende esentate dall'asta per l'acquisto di diritti di emissione.Alcune aziende consumano energia ma non emettono Co2, specie nel settore della chimica. Quindi sarebbe opportuno trovare una soluzione che non le penalizzi ulteriormente. E che estenda anche a loro il criterio premiante per chi investe in rinnovabili.

Anche i grandi gruppi iniziano a muoversi. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno a favore dell’ambiente

lunedì 15 dicembre 2008

“Energie alternative anti-crisi”

L’ex vice presidente Usa Al Gore mercoledì scorso a Milano ha rinnovato l’appello ad agire ora, riporta il quotidiano L'Opinione.

Stretto nella morsa di due “crisi gemelle”, quella dell’economia e quella dell’ambiente, il pianeta non può più aspettare. Deve muoversi - e in fretta - per far sì che il momento di difficoltà si trasformi in una “opportunità di cambiamento” e rinascita.
Non ha dubbi l’ex vicepresidente degli Stati Uniti, Al Gore, insignito per la sua lotta ambientalista del Premio Nobel per la Pace 2007: il momento di agire è qui e ora. L’ammonimento, l’ennesimo da quando si è guadagnato il premio Oscar con il documentario “An Incovenient Truth - Una Scomoda Verità”, arriva da Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano, mercato toccato duramente dalla débacle dell’economia e della finanza mondiale (come le principali piazze finanziarie mondiali), dove il politico americano ha tenuto mercoledì scorso una lectio. “Le due crisi - ha osservato - rappresentano, al tempo stesso, un pericolo e una opportunità. Abbiamo in mano l’occasione di un grande cambiamento per salvare l’umanità: dobbiamo agire ora nell’economia, nella politica, nel commercio”. Anche perchè “la soluzione dell’una si trova nell’altra. È arrivato il momento di ridurre la dipendenza dal petrolio: parte delle turbolenze geopolitiche avvengono nei Paesi ricchi di petrolio e il mondo industrializzato continua a rimanere ostaggio del saliscendi dei prezzi del greggio”.

Anche i grandi gruppi energetici iniziano a muoversi su questo fronte. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno a favore dell’ambiente

Le energie pulite diventano anche un gioco educativo

L’energia, quella alternativa, diventa anche un gioco educativo. L’iniziativa è della Clementoni che ha lanciato sul mercato "Energie Alternative" con protagonisti l’energia solare, l’idroelettrica, la geotermica, l’eolica. Insomma tutte le nuove fonti alternative che potrebbero ridurre la dipendenza dal petrolio. «Lo scopo è quello di educare, come sempre, divertendo — spiegano dalla Clementoni — Questo non è infatti solo un gioco ma vuole far scoprire ai bambini le fonti di energia rinnovabili, il loro funzionamento e le possibili applicazioni nella vita di ogni giorno». Con il kit di "Energia Alternative" i giocatori possono riprodurre molti esperimenti, dalla modernissima casa che sfrutta un vero pannello fotovoltaico per generare acqua calda, luce ed energia elettrica, all’innovativa macchinina che si muove con l’energia solare, sino alla turbina ad acqua.
«E’ un gioco — spiegano ancora gli ideatori — estremamente attuale che illustra al bambino, attraverso una ricca strumentazione tecnica e numerosi esperimenti trattati nel manuale illustrativo, l’importanza delle fonti di energia rinnovabili. Il bambino potrà toccare con mano, attraverso esperimenti semplici e del tutto sicuri, la possibilità di generare energia dal sole o dall’acqua. "Energie Alternative" è e vuole essere un gioco animato da un forte rigore scientifico: risulta quindi interessante la lettura delle diverse fonti energetiche».

venerdì 12 dicembre 2008

Le 30 aziende della tipicità

L'agricoltura italiana prende le distanze dagli scandali alimentari e ribadisce il suo ruolo di protagonista dello sviluppo sostenibile. Nel quadro di una politica comunitaria che premia sempre di più la multifunzionalità dell'azienda agricola, non solo produttrice di beni ma anche di servizi alla colettività. La priorità viene data quindi alla funzione dell'impresa come presidio del territorio, del paesaggio, della qualità ambientale, del patrimonio dei prodotti tipici e delle tradizioni rurali. In questo contesto la Cia, Confederazione italiana agricoltori, ha assegnato il premio «Bandiera verde agricoltura», alla sua quinta edizione, alle 30 aziende più virtuose, che si sono distinte nel 2008, e a Comuni e parchi che hanno puntato su progetti innovativi. La cerimonia si è svolta ieri a Roma, al Campidoglio.«Un premio che vuole essere un riconoscimento – spiega il presidente della Cia, Giuseppe Politi – verso chi, agricoltore, cooperativa, Comune, Provincia o Comunità montana, s'impegna per tutelare e valorizzare l'habitat naturale, attraverso comportamenti virtuosi, orientati a un vero e proprio sviluppo compatibile. Insomma, vogliamo premiare tutte le azioni svolte a favore dell'agricoltura, dell'ambiente, del territorio, della ruralità, dell'uso razionale del suolo, nonché delle tipicità agricole ed enogastronomiche locali e tradizionali».Dall'agricoltura biologica, alle fattorie didattiche, dalla valorizzazione di varietà tradizionali alla scoperta di nuove nicchie di mercato, la Cia ha voluto dare risalto a iniziative imprenditoriali che fanno anche da volano economico per un settore in cui è sempre più difficlie far quadrare i bilanci aziendali. Tutti questi comportamenti virtuosi, sostiene l'organizzazione agricola, possono mettere in moto un giro d'affari di almeno due miliardi di euro l'anno. Un business fatto di produzioni tipiche, biologiche e legate al territorio, di turismo e di valorizzazione dell'ambiente. «L'obiettivo del premio è, dunque, quello di far emergere un'Italia rurale e agricola – conclude Politi – che racchiude un patrimonio inestimabile, spesso nascosto, non solo composto da produzioni a denominazioni d'origine (Dop, Igp e Stg), ma anche da una serie di elementi ed azioni che si fondano sul lavoro, la qualità, la tutela e la conservazione di tradizioni millenarie, atteggiamenti e comportamenti, dove la sapiente mano dell'uomo è predominante ». (tratto da Il Sole 24 ore)

L’educazione ambientale arriva nelle scuole

E’ legge l’obbligatorietà dell’educazione ambientale. Il Parlamento ha approvato il provvedimento proposto da FareAmbiente che trasforma l’educazione ambientale in una materia obbligatoria per gli studenti italiani. “Al fine di formare i giovani relativamente all’importanza della conservazione di un ambiente sano e al rispetto del territorio, nonché alla realizzazione di tutte le pratiche utili per l’attuazione del ciclo completo dei rifiuti -recita l’art.7/bis del decreto rifiuti- sono previste iniziative di formazione attraverso l’inserimento, nei programmi scolastici della scuola dell’obbligo, dell’educazione ambientale. Con decreto del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono definite le modalità attuative delle disposizioni di cui al presente articolo, nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica“. Il disegno di legge approvato dal Parlamento, presentato il 23 luglio del 2008, ha avuto come primo firmatario l’on. Benedetto Fabio Granata, in collaborazione con gli onorevoli Agostino Ghiglia, Gabriella Giammanco e Donato Lamorte. La sua approvazione costituisce un trionfo non solo per FareAmbiente ma per l’ambientalismo del fare e per l’intera Nazione. (da L'Opinione.it)
Le grandi aziende dichiarano di volere sensibilizzare le giovani generazioni sui comportamenti eco sostenibili. Il caso dell’Eni, guidato dall’ad paolo Scaroni, con il suo Progetto Scuola.

giovedì 11 dicembre 2008

Gazebo in piazza per l'energia pulita

Per combattere i venti di crisi, la prima scommessa da fare è quella sull'ambiente e sullo sviluppo sostenibile. È la convinzione del Pd, e in particolare della componente «eco-dem» che il 13 e 14 dicembre sarà con i suoi gazebi in molte piazze per promuovere il consumo sostenibile e l’energia pulita. «La vera forza del nostro Paese è il rapporto con il territorio» spiega Ermete Realacci. Ecco quindi che serve «sensibilizzare i cittadini sull’importanza del consumo sostenibile - aggiunge Massimo Pintus, direttore degli Ecologisti democratici - della riduzione degli sprechi e della valorizzazione delle produzioni locali».

Anche i grandi gruppi iniziano a muoversi. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno a favore dell’ambiente

Gas serra, rimandata l'Italia: 44esima al mondo

Da Il Giornale

Il nostro Paese perde tre posizioni rispetto allo scorso anno precedendo di poco Polonia e Cina e avvicinandosi alle maglie nere di Usa e Arabia Saudita. Sotto accusa di Legambiente il deficit nei trasporti, le poco incisive politichecontro le emissioni di CO2 e il ritorno al carbone
Roma - Sempre più giù. Italia in caduta libera nel Climate Change Performance Index del German Watch, il rapporto internazionale che valuta la qualità degli interventi per la riduzione dei gas serra nei Paesi industrializzati ed emergenti realizzato con la collaborazione di Legambiente. L'Italia - che perde terreno rispetto alla scorso anno quando era al 41esimo posto - precede di poco Paesi come la Polonia e la Cina e ha le stesse performance negative del Giappone. Lo studio, che si sofferma sugli interventi positivi e strutturali di ogni singola nazione nel campo della lotta al riscaldamento globale, ci mette al 44esimo posto sui 57 Paesi a maggiori emissioni di CO2 (che insieme producono oltre il 90% dei gas serra a livello mondiale). Svezia, Germania e Francia sono il terzetto di testa. In quarta e quinta posizione, a sorpresa, ci sono India e Brasile. Mentre le ultime posizioni sono di Arabia Saudita, Canada e Usa.
Le critiche "Una performance disastrosa - sottolinea Legambiente, una delle associazioni ambientaliste internazionali che ha collaborato alla stesura del rapporto - che rispecchia il cronico ritardo del nostro Paese nel raggiungimento degli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto". A spingerci così in basso in questa graduatoria sono l'assenza di una strategia complessiva per abbattere le emissioni di CO2, una politica energetica che punta sull’aumento dell’uso del carbone, il deficit di trasporti a basse emissioni. A 11 anni dalla firma del Protocollo di Kyoto c’è la constatazione che l'Italia è uno dei Paesi europei dove i gas serra sono cresciuti rispetto ai livelli del 1990 (+9,9%), nonostante il trattato internazionale imponga un taglio del 6,5%.
Punti forti "A salvare l'Italia dagli ultimissimi posti della classifica - sottolinea ancora Legambiente - le poche ma importanti misure adottate in questi anni, come il conto energia per la promozione del fotovoltaico o gli incentivi del 55 per cento per l'efficienza energetica. E la situazione dell'Italia - come sottolinea il rapporto -potrebbe presto diventare ancora peggiore, anche per il ruolo all'interno dei negoziati internazionali in corso. Insieme alla Polonia l'Italia è il paese che merita il giudizio più negativo sul piano internazionale per i ripetuti tentativi di sabotare il pacchetto energia e clima dell'Unione europea".

mercoledì 10 dicembre 2008

Deforestazione, 1 miliardo di persone rischierebbero la vita

Cambiamenti climatici e sfruttamento insostenibile stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza di molte foreste, ma anche di tutte le persone che vivono a stretto contatto con esse. Un nuovo rapporto del Center for International Forestry Research (Cifor) avverte che occorre un’azione immediata che permetta alle popolazioni locali una risposta adattativa. Secondo le stime effettuate dal centro di ricerche indonesiano, un miliardo di persone dipende per il proprio sostentamento dalle foreste che nell’arco del prossimo secolo si troveranno sempre più spesso a dover affrontare inondazioni, siccità ed incendi. Le azioni immediate da attuare andrebbero tutte nel senso dello sviluppo sostenibile, in primo luogo sarebbe necessario effettuare scelte accurate nel selezionare piantagioni di specie in grado di affrontare meglio l’aumento medio della temperatura e al contempo apportare sufficiente sostentamento a chi le coltiva. Infatti, le negoziazioni nell’ambito della United Nations Framework Convention on Climate Change stanno imponendo di iniziare a ridurre la deforestazione tropicale e il degrado delle foreste, diminuendo fra l’altro le emissioni di gas serra ma non porteranno lontano se si continua a non tener nel giusto conto le sorti delle numerose popolazioni legate alle foreste. Al contrario, se gestite in modo appropriato, le foreste possono consentire l’adattamento delle comunità che da esse dipendono. In questo modo, le aree forestate potrebbero divenire fonte di ricchezza, per questo sarebbero tutelate e continuerebbero a rappresentare fondamentali elementi per l’assorbimento del biossido di carbonio. “L’imperativo è quello di assistere le comunità delle foreste, ma è ancora poco recepito nelle politiche nazionali e nelle negoziazioni a livello internazionale: l’adattamento di tali popolazioni è ancora concepito come un elemento secondario alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico mentre dovrebbe essere considerato come intrinsecamente collegato ad esso”, ha spiegato Frances Seymour, direttore generale del Cifor. (Da L'Opinione)

Energia da fonti rinnovabili: il Comune è sempre più verde

ARESE, impegno ecologico premiato da certificazione, spiega il Giorno, mentre un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia

LA CITTÀ è sempre più verde. Il Comune fin dal 2006 ha aderito al Consorzio energia Veneto (Cev), ottenendo una fornitura energetica per il 30% dei consumi proveniente da energia verde, nel totale rispetto dei parametri del «Green public procurement», organismo che individua i criteri ambientali da adottare nelle procedure d’acquisto degli enti locali e della pubblica amministrazione. L’impegno di Arese si è fatto ancora più forte quest’anno, con l’adesione alla proposta del Cev di ricevere energia verde al 100%. Questo sforzo ha portato a un importante riconoscimento: il conseguimento della certificazione Recs per il periodo gennaio-dicembre 2008. Il sistema Recs è un programma internazionale volto alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche pulite e rinnovabili, rispettando i parametri imposti dal protocollo di Kyoto. La scelta del Comune rientra nell’ormai consolidata politica volta alla promozione dell’energia sostenibile che l’amministrazione sta consolidando negli ultimi anni. Un progetto testimoniato soprattutto dalla creazione dell’Agenda 21 Arese: l’Agenda 21 è il documento di obiettivi a sostegno delle politiche di sviluppo sostenibile del territorio, sottoscritto da più di 180 Paesi del mondo, ma troppo spesso rimasto sulla carta.

lunedì 8 dicembre 2008

Il pacchetto UE: obiettivi per il 2020

Obiettivi per il 2020 Il piano dell'Unione europea per combattere il surriscaldamento globale della terra e i cambiamenti climatici si chiama «20-20-20» perché si pone tre diversi obiettivi, tutti accomunati dal numero 20 e da raggiungere, appunto, entro il 2020.Gas serra:-20% Il piano prevede la riduzione dei gas ad effetto serra del 20% (o del 30%, previo accordo internazionale) entro il 2020. Il principale gas serra è il biossido di carbonio (CO2) Consumi:-20% I Paesi membri dovrebbero ridurre i consumi energetici del 20% attraverso un aumento dell'efficienza energetica, sempre entro il 2020 Fonti rinnovabili: 20% Il terzo e ultimo obiettivo è di ampliare fino al 20% la quota delle fonti energetiche rinnovabili utilizzate per soddisfare il fabbisogno energetico di ciascun Paese. (da Il Sole 24 Ore)

E anche i grandi gruppi iniziano a muoversi. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno a favore dell’ambiente

Greenpeace nomina Nokia regina di innovazione

Non c’è innovazione senza attenzione all’ecologia. Computer, cellulari, datacenter: per le aziende hitech la sfida del nuovo millennio si gioca tutta sul nuovo fronte del risparmio energetico e della salvaguardia dell’ambiente. E se fino a qualche tempo fa a controllare e certificare la qualità delle tecnologie più avanzate c’erano società specializzate, oggi è scesa in campo Greenpace, la più potente organizzazione ecologista del mondo. Nulla sfugge ai volontari di Greenpace, tra i quali figurano fior di ingegneri e tecnici, e dopo le centrali nucleari, l’Amazzonia, i delfini e il petrolio, sotto i radar degli attivisti verdi sono finiti anche le grandi corporation dell’Information and Communication Technology. Secondo le pagelle stilate quest’anno dagli specialisti dell’organizzazione, le grandi manifatture hitech stanno facendo grandi progressi dal punto di vista della greentechnology. Ma ancora non basta. Soprattutto sul versante del risparmio energetico, dove gli sforzi e gli investimenti si rilevano ancora poco efficaci. Mentre invece molti passi avanti sono stati fatti sul fronte della riduzione di materiali tossici nonché sullo smaltimento dei rifiuti. E’ quanto risulta dalla Guida all’elettronica più verde (Guide to greener electronics), manuale che ogni tre mesi fornisce una mappa aggiornata della situazione. La guida, giunta alla sua decima edizione, annovera cinque nuovi criteri di valutazione per l’energia, compresi i report delle stesse aziende, i loro sforzi per l’uso di energia rinnovabile e l’efficienza dei loro prodotti. In cima alla classifica figura la Nokia, la più "verde" di tutto il regno hitech. Seguita da Nintendo e Microsoft. Il gigante finlandese dei cellulari ha scavalcato tutti per merito dell’intensivo programma di "recupero" dei cellulari usati, oggi attivo in ben 124 paesi. Ultimo passo di un vasto progetto di sostenibilità ambientale, che già nel 2005 ha visto la casa di Helsinki eliminare l’uso del Pvc e iniziare a tagliare progressivamente materiali tossici come il triossido di antimonio e altri, con l’obiettivo di arrivare alla totale eliminazione entro la fine del prossimo anno. Due settori nei quali Microsoft sta perdendo terreno. La casa di Cupertino non ha ancora eliminato l’uso di prodotti chimici tossici e non ha avviato un programma di restituzione volontaria dell’usato.Stesso discorso per Nintendo, che non ha ancora posto un limite temporale all’uso di materiali tossici. La Apple, invece, che figurava agli ultimi posti, ha guadagnato posizioni grazie al lancio del MacBook, il più "verde" dei notebook. Ma resta ancora indietro perché usa materiali tossici e deve muoversi sul versante del riciclaggio dei materiali usati nonché sul fronte delle emissioni di gas nocivi.

tratto da Affari & Finanza

domenica 7 dicembre 2008

Il logo del G8

Quattro tartarughe marine Caretta caretta, del tipo di quello che spesso approdano nella zona protetta della Maddalena: è questo il logo simbolo della presidenza italiana del G8 nel 2009, il cui vertice si terrà appunto alla Maddalena.Le tartarughe marine intendono essere un simbolo di sostenibilità ambientale.
da "Il Corriere della Sera"

Costruire e abitare secondo natura

«Costruire e abitare secondo natura». Non solo uno slogan ma un obiettivo concreto che la Provincia vuole estendere a comuni, enti locali e progettisti del Verbano Cusio Ossola per avere sempre più edifici «verdi», in grado cioè di coniugare il risparmio energetico ad un basso impatto ambientale. Nasce da questi presupposti la collaborazione con l’associazione nazionale di bioarchitettura ecologica per la diffusione di «SB100», sistema informatico che tramite una serie di parametri calcola la sostenibilità ambientale di un immobile in fase di progettazione.In Piemonte il sistema è già stato sperimentato dal Comune di Asti che poi lo ha adottato in via definitiva. «Ci rivolgiamo a Comuni, Comunità montane e professionisti del settore edilizio - spiega l’assessore provinciale Vittoria Albertini - non è un obbligo ma un’opportunità per contribuire anche nel nostro piccolo al rispetto dell’ambiente». All’appello hanno già risposto in questa prima fase i comuni di Cannero Riviera, Omegna e Trarego Viggiona ma per favorirne la diffusione capillare la Provincia ha organizzato due giornate di presentazione al Tecnoparco (aperte a tutti) il 4 e 11 febbraio. «I tre Comuni che hanno già aderito hanno il loro spazio riservato sul sito del programma, all’indirizzo http://www.sb100.it/ - spiega l’architetto Carlo Ghisolfi - in questa sperimentazione agli enti locali spetterà il compito di raccogliere i dati dei cittadini che ad esempio volessero conoscere la qualità della casa in cui andranno a vivere, oppure della proprietà che stanno ristrutturando». Il calcolo si basa su una lista di 100 parametri per individuare la «classe di merito» dell’edificio in questione, sulla scia di quanto viene già fatto ad esempio per gli elettrodomestici. (tratto da La Stampa)
E per risparmiare energia vedi il progetto dell’Eni di Paolo Scaroni che ha l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia.

giovedì 4 dicembre 2008

Hte, oltre 14 mila visitatori professionali per la mostra sulle energie alternative

Da Il Giorno

HA CHIUSO con successo la prima edizione di HTE – Hi.Tech.Expo, l’appuntamento, organizzato da Artenergy Publishing, che a Fieramilano ha raccolto in un’unica rassegna sette saloni specialistici dedicati a soluzioni e tecnologie avanzate per la ricerca, la scienza e l’industria. Sono stati 14.000 gli operatori professionali che dal 25 al 28 novembre, hanno visitato i saloni dedicati a fotovoltaico, nanotecnologie, fotonica, tecnologie del vuoto e del coating, optoelettronica, idrogeno e celle a combustibile, immagazzinamento dell’elettricità e superconduttività. Molti di loro sono arrivati dall’estero: in particolare, i paesi più rappresentati sono stati Germania, Francia, Spagna e Svizzera. Con 280 espositori di cui il 46% proveniente dall’estero, la fiera si è confermata un appuntamento a livello internazionale. Dati che lasciano soddisfatti gli organizzatori: «È stato un esordio brillante - ha dichiarato Marco Pinetti, direttore della manifestazione – confermato anche dall’alto livello di soddisfazione di espositori e visitatori. Già alla sua alla sua prima edizione, infatti, HTE ha attirato un pubblico competente e qualificato anche a livello internazionale e ha posto delle premesse importanti per la prossima edizione. Questo successo ci fornisce la spinta necessaria per crescere nelle prossime edizioni e per conquistare un ruolo da leader europeo nel panorama delle manifestazioni fieristiche in ambito scientifico-tecnologico». Interessanti anche gli eventi che hanno avuto luogo durante i giorni della kermesse espositiva. A partire da Heliplat, il primo aereo fotovoltaico italiano in grado di volare senza utilizzare carburante di origine fossile e senza pilota.

Un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia

Un sistema elettrico moderno ed efficiente

CAMPOBASSO - Migliorare la qualità e la continuità del servizio elettrico fornito alle imprese ed ai piccoli comuni e far fronte, al contempo, alla crescita dei consumi sul territorio. Questo quanto la Regione Molise si propone, grazie al protocollo d'intesa siglato dal Presidente della Giunta Michele Iorio e da Luigi Roth, Presidente di Terna, la società responsabile dello sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale in Italia.

mercoledì 3 dicembre 2008

Le imprese rilanciano sui progetti sostenibili

Responsabilità sociale e conto economico si dimostrano buone alleate. «Con il nostro progetto ambientale in 13 anni abbiamo ridotto i consumi elettrici del 50%, l'impiego di acqua del 70%, i rifiuti in discarica del 92 per cento. E il guadagno per l'azienda è stato di un miliardo di dollari» ha detto ieri Carlo Ottaviani, vicepresidente corporate di StMicroelectronics, alla presentazione della classifica Accountability Rating®, elaborata per la prima volta in Italia da Scs Consulting, analizzando le quotate nell'S&P Mib 40. «Il rating valuta la capacità di coinvolgere gli stakeholder – ha detto Valeria Fazio di Scs, al convegno "Responsabilità d'impresa per ricostruire la fiducia" nella sede milanese del Sole 24 Ore – di interiorizzare le loro aspettative nei sistemi di governo e di riconoscere e gestire gli impatti delle propria attività sul mercato e sul contesto in cui l'azienda opera».In vetta alla classifica si posizionano le utilities (l'Eni di Paolo Scaroni, l'Enel di Fulvio Conti, la Terna), le banche (Gruppo Montepaschi, Intesa Sanpaolo, UniCredit), in fondo società della moda come Bulgari, Luxottica, Geox (rispettivamenteal 33Ú,34Ú,35Úposto) edeimedia come Mediaset, Gruppo Editoriale L'Espresso e Mondadori (al 37Ú,38Úe 40Úposto).Pietro Guindani, presidente di Vodafone (società prima nella classifica mondiale Accountability) ha detto che «la responsabilità sociale deve pervadere tutti gli aspetti dell'azienda» e ha annunciato che il gruppo Csr della Commissione cultura di Confindustria – che lui stesso guida – si occuperà di tre aree: sostenibilità ambientale, impresa e terzo settore, impresa e capitale umano. (Da Il sole 24 Ore)

La casa con la “coperta” termica

Da la Stampa

C’è chi per scaldare casa ha pensato di usare una nuova tecnologia, con un intonaco isolante che contiene sferette di materiale speciale. Fondono poco sopra i venti gradi, assorbendo energia e calore, per poi cederlo quando si solidificano. E’ una serie di nuova case di Gressan che si è classificata al primo posto in una graduatoria stilata dai tecnici dell’Arpa, che si sono occupati di stimare le quindici domande che erano state presentate per ottenere un finanziamento previsto dalla legge regionale che assegna i sussidi «anti spreco» in campo energetico.In questo caso, si trattava di «impianti dimostrativi», vale a dire idee che in qualche modo andassero oltre una normale sostituzione di serramenti o il montaggio di isolanti più efficienti. In palio c’era un milione di euro, le domande erano quindici. Sei sono state finanziate, e le prime cinque sono tutte inziative proposte da privati. L’unico ente pubblico a passare l’esame è stato il Comune di Courmayeur, che aveva presentato un progetto relativo alle scuole. Non era l’unica amministrazione comunale ad aver percorso questa strada, ma dal settimo posto in avanti è un sequel di domande escluse dal finanziamento. Sette enti municipali finiti sotto la linea di galleggiamento, contro due privati. La graduatoria è stata approvata dalla giunta regionale.

martedì 2 dicembre 2008

A Rozzano l’Ecopoint esteso al quartiere Aler

Da Il Giorno

Il progetto Ecopoint sarà allargato anche al quartiere Aler. Lo ha approvato l’altro giorno il consiglio comunale. Si tratta di una risposta concreta che giunge da una amministrazione comunale in prima linea contro il termovalorizzatore. Gli impianti Ecopoint sono stati sperimentati inizialmente al quartiere Alboreto e successivamente a Rozzano vecchio. Ora l’amministrazione vuole portare il nuovo servizio di raccolta differenziata nel quartiere popolare, il più esteso della città con circa seimila alloggi. Invece di utilizzare i tradizionali cassonetti, i nuovi abitanti del quartiere potranno depositare carta, vetro, plastica, umido e secco nei nuovi Ecopoint, isole ecologiche della capienza di 5 metri cubi, collocate sottoterra dove la temperatura dimezzata rallenta i processi di decomposizione. L’innovativo sistema, che funziona già dal settembre 2007 per circa 800 famiglie del quartiere Alboreto, è unico nel suo genere in Italia e consente di effettuare la raccolta differenziata in modo sicuro, igienico e nel rispetto dell’ambiente. «Il problema dello smaltimento dei rifiuti è troppo serio per essere strumentalizzato come sta avvenendo per la vicenda del termovalorizzatore - commenta il sindaco Massimo D’Avolio - la soluzione al problema dello smaltimento sta nel trasformare gran parte dei rifiuti in una risorsa per l’ambiente e per il nostro territorio. Noi non abbiamo deciso di sposare la battaglia del no all’inceneritore del Parco Agricolo del sud Milano ma proponiamo alternative valide come appunto gli Ecopoint. Il diffondersi di questo sistema è certamente una strada alternativa che consente di raggiungere punte di riciclo notevoli. Noi puntiamo a superare il 54% ». LE ISOLE ECOLOGICHE Ecopoint sono gestite in modo del tutto automatizzato per quanto concerne le operazioni di svuotamento e disinfezione e sono dotate di un sistema di rilevazione in tempo reale che fornisce tutte le informazioni necessarie a programmare il servizio di raccolta. A conferma dell’impegno dell’amministrazione comunale verso la sostenibilità ambientale, tutta l’energia che alimenta l’impianto è inoltre assicurata da pannelli solari. Notevoli i vantaggi anche sotto il profilo del risparmio per le famiglie, che eliminano i costi condominiali per l’acquisto e la pulizia dei cassonetti, la rotazione dei sacchi e il lavaggio del locale spazzatura. A garanzia della sicurezza degli utenti e della struttura, inoltre, gli Ecopoint sono dotati di un sistema di videosorveglianza per impedire che i rifiuti siano abbandonati indiscriminatamente.

Ambiente, nel 2015 Milano cambierà

Milano si prepara a diventare low emision zone, dice il Corriere della sera. Un esempio di uso responsabile dell'’energia responsabile secondo quanto detto da Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni

«Tutta l'Expo zone sarà Low emission zone ». Ovvero, zona a basse emissioni. Questa è l'«eredità positiva» che il progetto Expo 2015 dovrà lasciare alla città e ai milanesi. Il sindaco Letizia Moratti parla alla platea riunita nell'auditorium di Assolombarda per il convegno internazionale «Sostenibilità, ambiente, innovazione, una sfida che parte da Milano», organizzato da Assolombarda, Fondazione Cariplo e Camera di Commercio. E sintetizza: «Il progetto Expo sarà modello di una città ecosostenibile. Oggi è possibile dimostrare che la sostenibilità non è un ostacolo allo sviluppo economico, al contrario, è un'occasione di crescita ».
Tre i filoni su cui si articola l'impegno del Comune per l'ambiente: un nuovo piano della mobilità, uno dedicato all' energia e uno rivolto al clima. Ma, ha precisato il sindaco, «non è possibile affrontare questioni come l'inquinamento o il fabbisogno energetico con azioni isolate. Occorrono soggetti nuovi che mettano a disposizione il loro know how ». E sull'obiettivo di fare di Milano una «realtà di punta, un centro di elaborazione e sperimentazione di azioni mirate alla sostenibilità ambientale» c'è condivisione con il mondo degli imprenditori.
«Come evidenzia il progetto "Milano sostenibile" — ha aggiunto la presidente di Assolombarda, Diana Bracco —, oltre 400 nostre associate, con 34 mila occupati, che operano in via esclusiva o significativa su ambiente ed energia». La stessa sede di via Pantano (la copertura di 285 metri quadrati interamente tappezzata con cellule fotovoltaiche, che produce energia e riduce le emissioni di CO2) è un manifesto per lo sviluppo
Mobilità ed energia
Comune, tre i filoni su cui si articola l'impegno del Comune per l'Expo: mobilità, energia e clima
sostenibile. Ambiente, dunque, come «opportunità di sviluppo e di crescita per migliorare la qualità della vita, creare opportunità di business e di occupazione». E brucia le tappe la Regione, che da ieri ha aperto il bando "che mette a disposizione 10 milioni di euro per l'acquisto di filtri antiparticolato per i diesel destinati al trasporto merci (Euro 0, Euro 1 ed Euro 2) — ha ricordato il governatore Roberto Formigoni —. Lo sviluppo non esiste se non è sostenibile, perché in caso contrario diventa depredazione delle risorse. Sviluppo e ambiente devono alimentarsi a vicenda». Oggi la seconda giornata di studio. Che ha coinvolto anche Fondazione Cariplo, il cui presidente Giuseppe Guzzetti, ha sottolineato come «assoluta novità il fatto che l'iniziativa abbia coinvolto ben otto associazioni ambientaliste, che dinanzi a questo tema hanno trovato un'unità esprimendo un unico rappresentante».

lunedì 1 dicembre 2008

Logistica priorità per lo sviluppo

Mentre a livello nazionale gruppi come l'Eni, amministrata da Paolo Scaroni, si impegnano per lo sviluppo sostenibile, a livello regionale si discute con i massimi esperti di logistica e ambiente:

"Ridurre il gap infrastrutturale con nuovi investimenti, raggiungere una maggiore efficienza del sistema, puntare sulla sostenibilità dei processi e dei prodotti. Sono queste le priorità della logistica piemontese, che mercoledì prossimo (3 dicembre) farà il punto nell'ambito di un convegno organizzato dall'associazione SOS-LOGistica che vedrà la partecipazione tra gli altri di Edward C. Prescott, premio Nobel per l'economia nel 2004, e Jean-Paul Fitoussi, coordinatore del Piano di sviluppo economico e di sostenibilità della Francia." (tratto da Il Sole 24 Ore)

Il ministro Prestigiacomo alla Conferenza mondiale Onu sul clima

da Il Giorno

Salvare il clima ma questa volta con una «strategia globale» dove devono rientrare anche «i giganti della Co2, Cina, Usa e India». E la 14ª Conferenza mondiale Onu sul clima, a Poznan, in Polonia, dall’1 al 12 dicembre, sarà una sede importante per capire queste posizioni. A parlare è il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, secondo la quale Poznan «rappresenta un passaggio chiave in vista dell’elaborazione di una strategia globale sui cambiamenti climatici o meglio una strategia tout court visto che su questo tema o si raggiunge un’intesa che coinvoge tutti o resteremo alle iniziative di testimonianza, ininfluenti sul problema, cioè incapaci di ridurre il volume complessivo di gas serra». «Dobbiamo andare oltre Kyoto — ha proseguito Prestigiacomo — che ha avuto enorme valore culturale ma non ha prodotto risultati concreti».

venerdì 28 novembre 2008

Enel, un miliardo nel solare maxi-impianto a Catania

L'Enel guidata da Fulvio Conti si allea con Sharp in una joint venture per l´energia solare, nella realizzazione di impianti fotovoltaici e per la costruzione di uno stabilimento di pannelli solari a Catania (attivo a metà 2010). Nell´accordo dovrebbe entrare anche Stm, partner "manifatturiero". Per Enel l´investimento complessivo nel progetto è di 1,3 miliardi di euro. Intanto l'Eni di Paolo Scaroni continua a promuovere il suo programma di efficienza energetica

Pannelli solari sempre più efficienti

Un nuovo metodo per aumentare la efficienza delle celle solari viene ancora una volta dagli Stati Uniti, ma questa volta il risultato è stato raggiunto grazie a una simulazione al computer seguita da test di laboratorio, grazie al lavoro dei fisici e ingegneri del MIT di Boston.
Utilizzando infatti la modellizzazione di un’enorme gamma di tecniche avanzate di produzione di chip, gli studiosi sono riusciti ad applicare un rivestimento antiriflesso sulla sua parte frontale e una combinazione di rivestimenti riflettenti multistrato a formare una griglia di diffrazione sulla parte posteriore di film ultrasottili in silicio, arrivando a calcolare una potenza in uscita che rende conto di una efficienza che si avvicina al 50 per cento.
Gli strati attentamente progettati e deposti sulla parte posteriore della cellula determinano un più lungo cammino di riflessione della luce all’interno dello strato di silicio, lungo il quale la radiazione luminosa ha più tempo per depositare la sua energia e quindi per produrre corrente elettrica.

giovedì 27 novembre 2008

La Provincia di Milano installerà in cento istituti superiori impianti fotovoltaici da 20 Kw

Il progetto della Provincia di Milano di dotare 100 scuole superiori di un impianto fotovoltaico da 20 Kw integrando architettonicamente i pannelli negli stessi edifici scolastici, è stato scelto dal ministro Brunetta come "best practice" da imitare. Tenuto conto del fatto che la durata di un impianto è stimata in 25 anni, lo stesso produrrà nel corso della sua vita almeno 500mila Kwh da pura energia solare.

Il fotovoltaico conquista il Vaticano

da Il Sole 24 Ore

È stata la prima udienza generale "ecologica" della storia del Vaticano, come titola l'Osservatore Romano. Per fornire elettricità all'Aula Paolo VI, contribuendo alle necessità energetiche dell'intero Vaticano, è infatti entrato in funzione l'impianto fotovoltaico realizzato sulle volte dell'edificio che ospita l'Aula Nervi: 2.400 moduli fotovoltaici installati in sostituzione dei vecchi pannelli di calcestruzzo «nel pieno rispetto dei volumi e dell'aspetto estetico del progetto originario» rimarca il Vaticano. E l'opera ha intanto conquistato il primo premio europeo Architettura Solare 2007-2008 per la sezione italiana (vedi anche il premio Eni Award 2008 con l'amministratore delegato Paolo Scaroni).L'impianto garantirà 300 megawattora annui di energia elettrica "pulita", che immessi nella rete vaticana consentiranno di evitare le emissioni di 225 tonnellate di anidride carbonica, con un risparmio di 80 tonnellate equivalenti di petrolio.L'ideazione, lo sviluppo e la realizzazione dell'opera si devono alla società tedesca SolarWorld Ag.

mercoledì 26 novembre 2008

Sviluppo fa rima con innovazione

da "Italia Oggi"

La crisi economica come opportunità di cambiamento e di innovazione. È questo il filo conduttore del terzo convegno organizzato dalla Rino Snaidero Scientific Foundation, che si è svolto a Majano (Udine).
All'incontro, dedicato al tema «Abitare la crisi economica», è intervenuto Edi Snaidero, presidente di Snaidero, azienda produttrice di cucine, che ha sottolineato la possibilità di interpretare la crisi come possibilità di miglioramento. Alberto Majocchi, docente di Scienza delle finanze e dal 2003 presidente dell'Istituto di studi e analisi economica (Isae), ha evidenziato l'importanza di un piano di sviluppo sostenibile e di instaurare una rete di collaborazioni internazionali che abbia come principi guida l'innovazione e la ricerca.
Per quanto riguarda i costi provocati dalla crisi Marco Fortis, vicepresidente della fondazione Edison, ha illustrato l'impatto del costo dell'energia su famiglie e imprese: dopo 20 anni di relativa stabilità, infatti, dal 2004 i costi dell'energia hanno subito un'impennata, provocata in gran parte dalla domanda asiatica.
La questione del costo dell'alimentazione è stata sviluppata da Paolo De Castro, già ministro dell'agricoltura, mentre Antonio Benzi, amministratore di Valdadige costruzioni, ha sottolineato la necessità di incrementare i requisiti di qualità, di sicurezza e di risparmio nel costruire le abitazioni per bilanciare con la qualità il maggiore costo.
Carlo Bogliotti di Slow Food ha proposto, riguardo all'alimentazione, il passaggio a un tipo di produzione agricola sistemica, capace di valorizzare le nicchie. Adriano Luci, presidente di Confindustria Udine, ha posto l'accento sulla necessità di potenziare la produttività e la ricerca e di aumentare gli investimenti nel marketing, per valorizzare come fattore di forza le nicchie. Anche Gianfranco Schiava, a.d. di Electrolux Zanussi, ha evidenziato come ricerca e innovazione siano elementi imprescindibili per favorire lo sviluppo.
Inoltre, Egidio Babuin e Felice Fanizza, direttori della Rino Snaidero Scientific Foundation, hanno presentato i risultati dell'ultimo anno di attività della Fondazione, in particolare del progetto Questions@bout Home, che ha come obiettivo lo sviluppo di nuove idee per la casa.

(vedi anche "L'impegno per lo sviluppo sotenibile", intervista a Paolo Scaroni ad dell'Eni)

A Casalvolone energia elettrica con erba e mais

da "La Stampa"

Il territorio di Casalvolone si conferma ad alta vocazione energetica. Sebbene l’iter progettuale per la centrale elettrica a cogenerazione da meno di 50 megawatt di potenza alimentata dall’olio di palma Jatropha destinata ad avviare in paese il teleriscaldamento è ancora in corso, in Consiglio comunale è approdato un altro progetto innovativo. Questa volta l’energia elettrica verrà prodotta da un impianto a biogas. «Ci è stato proposto da un’azienda agricola - dice il sindaco Ezio Piantanida - di realizzare una centrale elettrica da 1 megawatt alimentata da biogas prodotto dalla fermentazione del trinciato di mais e da oietto, l’erba che alimenta le vacche. Il mais viene prodotto e raccolto entro un raggio di 15 chilometri ed interessa gli agricoltori di Casalvolone, Biandrate, San Nazzaro Sesia, Villata che hanno aderito alla cessione del raccolto». I consiglieri sono stati chiamati ad approvare la convenzione decennale tra l’azienda che gestisce la centrale ed il Comune: «Il Comune incassa l’1,5 per cento annuo dei ricavi della vendita dell’energia elettrica al Gestore del sistema elettrico - dice il sindaco - per un controvalore di circa 33 mila euro. E’ stata formalizzata una fidejussione di 200 mila euro da utilizzare nel caso in cui ad attività cessata non venisse ripristinato il terreno alla stato precostruzione». L’area necessaria è già stata acquistata dalla società Rgb Piemonte. Non sarà soggetta a variazione urbanistica restando ad uso agricolo: «La superficie necessaria è di 22 mila metri quadrati - sottolinea il sindaco -. La centrale del costo di 4 milioni di euro sorgerà nelle vicinanze del Molino Oggiona, sulla strada verso Villata, poco lontano da una linea elettrica a 15 mila volts già presente che permetterà l’immissione in rete dell’energia. Gli agricoltori avrebbero a disposizione due raccolti in quanto il mais non è necessario che arrivi a maturazione. Il fabbisogno di mais si aggira sulle 200 tonnellate per un controvalore di 800 mila euro all’anno. Il mais viene macinato e messo a fermentare». Il progetto passerà in conferenza dei servizi. La maggioranza ha espresso sette voti favorevoli alla convenzione. Tra la minoranza, i consiglieri Sergio Negri e Roberto Quaglia hanno votato contro mentre l’ex vicesindaco Giovanni Crepaldi si è astenuto precisando che non «sono d’accordo sull’utilizzo del mais. Meglio sarebbe produrre biogas con il letame e non affamare il mondo utilizzando il mais per fini non alimentari».«In Germania gli impianti alimentati da biogas prodotto dalla fermentazione del trinciato di mais sono una tecnologia ormai matura e diffusa»: il sindaco di Casalvolone Ezio Piantanida rivendica la sostenibilità ambientale del nuovo progetto energetico che sorgerà sul territorio comunale. «Il mais verrà prodotto nei campi a non più di 15 chilometri dalla centrale di Casalvolone - sottolinea Piantanida -. La coltivazione rappresenterà un introito per tutti quegli agricoltori che aderiranno alla proposta fatta dall’azienda che gestisce la centrale».

martedì 25 novembre 2008

Sul clima buone nuove

Da l'Opinione

Il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, in un’audizione alle Commissioni riunite Ambiente e Industria del Senato, sul pacchetto Ue clima-energia, ha dichiarato che è necessario “fare giustizia delle molte generalizzazioni che sono state fatte, spesso strumentalmente, per presentare il nostro Paese come quello che in ambito europeo remava contro l’impegno per l’ambiente”. Il Ministro ha aggiunto che verrà trovata una intesa nella riunione dei capi di Governo del prossimo mese di dicembre affinché “la battaglia europea per l’ambiente non veda battute d’arresto ma possa proseguire in una cornice di realismo e concretezza”. Parlando del pacchetto Ue clima-energia il Ministro ha annunciato la creazione di un gruppo di lavoro misto Italia-Germania per fare il punto sui settori di interesse comune per assicurare la competitività per quei settori a rischio delocalizzazione. Preso atto di queste precisazioni che superano le troppe semplicifazioni delle scorse settimane, Vincenzo Pepe, Presidente di FareAmbiente, commenta con non poca soddisfazione anche le buone notizie che arrivano dagli Stati Uniti, dove secondo fonti accreditate il neo presidente eletto Obama avrebbe intenzione di dare una sterzata alla politica ambientale americana e di impegnarsi sul fronte dei cambiamenti climatici. Secondo Pepe: “Gli Stati Uniti possono giocare un ruolo importante nella lotta ai cambiamenti climatici. Attraverso una politica ambientale basata sullo sviluppo sostenibile possiamo percorrere la via d’uscita alla crisi economica mondiale”.

Come i big del petrolio cercano di imopegnarsi per lo sviluppo sostenibile, il caso dell'Eni

Gli esperti di clima a Poznan

Da Affari & Finanza

La prossima COP14 della Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, sarà affiancata e sostenuta da un evento ideato da Econcern per discutere di business sostenibile contestualmente al dibattito dei più grandi temi ambientali ed energetici. Al Sustainable Energy Event di Econcern (che si terrà a Poznan, in Polonia, presso il World Trade Center, 112 dicembre) oltre trenta tra i più autorevoli esperti mondiali di sostenibilità ambientale (tra cui Lord Nicholas Stern, il Professor C.K. Prahalad e Ricardo Lagos) dibatteranno sulle concrete soluzioni offerte dalle imprese in relazione ai negoziati in corso.La COP14 Conference Of Parties (Conferenza delle Parti) è l’organo supremo di concertazione multilaterale previsto dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, giunto quest’anno alla sua 14° edizione dopo l’entrata in vigore del trattato nel marzo 1994. L’evento, ideato da Econcern e supportato da numerose organizzazioni internazionali tra cui anche il Wwf e il Gold Standard, si pone l’obiettivo di legare al grande dibattito politico economico sui temi ambientali ed energetici le soluzioni pratiche che il mondo imprenditoriale attivo nel settore è in grado di offrire, anche nell’attuale contesto di instabilità economicofinanziaria.

lunedì 24 novembre 2008

Le fattorie eoliche, grande conquista per lo sviluppo eco-sostenibile

tratto da Il Mattino

Le fattorie eoliche, grande conquista per lo sviluppo eco-sostenibile. L’impianto di Albanella, nel salernitano, ha ricevuto la nomination agli European Emas Awards 2008, per l’efficienza ambientale e organizzativa. A gestirlo è la Eolo srl, una micro impresa campana, meno di dieci addetti condotta da Antonino Apreda. L’unica azienda italiana nella sua categoria ad aver sbaragliato il campo della concorrenza europea alla competizione conclusasi, nei giorni scorsi, con la cerimonia di premiazione a Bruxelles. Scopo prioritario dell’Emas è contribuire alla realizzazione di uno sviluppo economico sostenibile, ponendo in rilievo il ruolo e le responsabilità delle imprese.

(vedi Energia responsabile secondo Paolo Scaroni, ad dell'Eni).

Spagna, ora il modello è Al Gore

Finita la spinta dell’immobiliare, il Paese punta sulle rinnovabili, dice il Corriere Economia.

I l mattone si è rivelato fragile. E inaspettatamente insidioso: la scatenata economia spagnola, da 14 anni alla rincorsa delle più abbienti e navigate coinquiline d'Europa, è inciampata nella bolla immobiliare. Anche l'asfalto si è fatto scivoloso e sembra aver quasi esaurito le potenzialità del suolo iberico; e duemila chilometri di rotaie ad alta velocità, invidia di tutto il vecchio continente, dopo aver trasportato la Spagna a 300 all'ora nel progresso, non sono bastati a farla fuggire dai morsi della recessione. Che qui ancora (per poco) si chiama «frenazo», la frenata. Tanto brusca e scomposta quanto alta era la forza propulsiva, ma non proprio uno schianto in corsa. Il sistema creditizio pare ancora sano, grazie a una politica super prudente, e non si parla di banche sull'orlo del fallimento. Anzi, nonostante il potente mal di mare in Borsa, quest'anno il Banco Santander ha migliorato i suoi utili del 15,8%, il Bbva del 9,1%, la Caixa del 18,9%. Il pilastro dell'edilizia ha ceduto, però ha insegnato alla Spagna a non concentrare sforzi e risorse soltanto in un paio di settori: costruzione e turismo, che con un'esagerata offerta di lavoro hanno attratto molti degli studenti persi dalle scuole negli anni scorsi (il 31% degli iscritti), lasciandoli poi disoccupati. La lezione sta già dando i suoi frutti, appesi all'albero di un'economia che sa di dover diventare molto più produttiva e competitiva, soprattutto in materia di trasporti, servizi postali e professionali: si chiamano innovazione, ricerca scientifica applicata all'industria, ponti fra università e aziende, energie rinnovabili, espansione internazionale delle telecomunicazioni e delle infrastrutture, esportazioni. In Europa, segnala William Chislett, analista del Real Instituto Escano, soltanto la Spagna eguaglia il Regno Unito con tre scuole di economie di alto livello riconosciuto internazionalmente, come IE, Iese ed Esade, fucine di futuri dirigenti. La ripresa passerà da qui. Se tra i motori spagnoli che continuano a girare a pieno regime, gli analisti non dimenticano il settore alberghiero (Sol Melia e NH), energetico (Repsol, Gas Natural, Iberdrola, Endesa, Union Fenosa), tessile (Inditex, Mango) o della grande distribuzione (Mondragon e Corte Inglès), alimentare (Sos, Pascual), la nuova scommessa dell'orgoglio iberico risiede nella capacità di diversificare e di scommettere sulle energie rinnovabili: Acciona ha anticipato il crack del mattone, trasformandosi nel maggior «coltivatore» di parchi eolici al mondo, con 5.000 Megawatt già installati e altri 15.000 in programma. A Siviglia la bandiera di Abengoa, impresa famigliare di Felipe Benjumea, fondata 67 anni fa per produrre contatori elettrici, sventola sul cantiere dell'avveniristica installazione di Solucar, un miliardo e 200 milioni di euro per 300 Megawatt di energia solare, e un'estensione pari a mille campi di calcio, sufficiente al fabbisogno elettrico di mezzo milione di abitanti. Un'altra di dimensione analoghe è stata commissionata all'azienda, che conta sulla compartecipazione dell'ex vicepresidente Usa, Al Gore, nel deserto dell'Arizona. Per uscire dalla crisi forse ci vorrà un po' di più dell'anno e mezzo che ha messo in conto il presidente del governo, José Luis Rodriguez Zapatero. Forse qualcosa meno dei tre che pronosticano le cassandre, impressionate dal tasso di disoccupazione, già al 12%, e destinato ad arrivare rapidamente al 15%. Senza sommerso, però, come in paesi, Italia inclusa, che ne dichiara la metà. L'Indice globale di competitività del World Economic Forum colloca la Spagna al 29esimo posto in una classifica di 134 paesi. Troppo poco per l'ottava potenza economica mondiale, mal piazzata anche nel ranking delle nazioni con cui fare affari (49esima su 181, secondo la Banca Mondiale), avviare un'attività (140esima), ottenere protezione come investitori (88esima).

venerdì 31 ottobre 2008

Energia solare con il turbo

Un nuovo materiale potrebbe presto soppiantare il silicio nella costruzione dei pannelli solari. Si chiama Cigs ed è un composto a base di rame, indio, gallio e selenio. A parità di spessore è in grado di assorbire più radiazione solare del silicio e manifesta maggiore duttilità: infatti può essere prodotto in lamine sottili, con una tecnologia innovativa utile per la realizzazione di pannelli pieghevoli, flessibili e leggeri. A scommettere sul Cigs, per realizzare un prototipo di pannello solare e un piccolo impianto di produzione energetica, sono il dipartimento di Scienza dei materiali dell'università di Milano Bicocca e la Voltasolar di Como. Investimento previsto: circa 600 mila euro. Ma l'ottimizzazione di un processo per la produzione di pannelli solari a film sottile abbatterebbe gli attuali costi di produzione. Inoltre i pannelli in film Cigs hanno un ridotto pay-back energetico (il tempo necessario per produrre una quantità di energia pari a quella spesa per fabbricarli): 4 mesi, contro i 3 anni di quelli al silicio. (Da L'Espresso)

Premiata la sostenibilità ambientale dei Comuni

Un premio per la sostenibilità ambientale dei comuni. L'iniziativa, frutto della partnership tra Ancitel e il sistema Habitat Saint-Gobain e presentata all'assemblea Anci di Trieste, punta a sensibilizzare i comuni sul tema dell'efficienza energetica degli edifici. Il premio si pone l'obiettivo di valorizzare tre ambiti chiave: edilizia abitativa comunale, edilizia comunale non abitativa, azioni di programmazione energetica e ambientale a livello comunale o sovracomunale per la promozione dell'efficienza e del risparmio energetico. (Da Italia Oggi)

giovedì 30 ottobre 2008

Se l’asfalto "mangia" lo smog e diventa amico dell’ambiente

Il vecchio asfalto, quel concentrato di roccia calcarea e derivati del petrolio, è diventato a sorpresa il migliore amico dell’ambiente. Miracoli delle fiammate del greggio che stanno convertendo l’industria del bitume alle regole del business verde. Una pennellata di polverina cristallina, biossido di titanio, trasforma le code di auto ai caselli in piccole praterie "mangia smog". Mentre tutto il manto stradale (preferibilmente riciclato) assorbe energia solare e produce chilowattora sostenibili. E ancora il sale dormiente, nascosto tra le pietre porose, nella pancia di piccole e grandi infrastrutture, che si sveglia al primo gelo sciogliendo il ghiaccio. E poi pavimenti senza bitumi, composti invece di materiali inerti e soprattutto "freddi", per combattere la calura estiva nelle città. Progetti in cantiere e innovazioni già calpestabili con le quattro ruote. Tutti temi all’ordine del giorno in casa delle imprese dell’asfalto italiano, il secondo mercato in Europa con una produzione annua di 40 milioni di tonnellate, un giro d’affari di 3,5 miliardi e 500 mila addetti, che passeranno in rassegna nel corso di Asphaltica, il Salone interamente dedicato alla filiera dell’asfalto che si terrà dal 27 al 29 novembre alla Fiera di Padova. «Calano gli investimenti per le grandi opere, mentre schizzano i costi delle materie prime. La risposta per evitare il declino è la sostenibilità ambientale. Un percorso che le imprese italiane hanno imboccato da tempo, attrezzando i laboratori di ricerca e sviluppo, aumentando la spesa per l’innovazione», racconta Stefano Ravaioli direttore generale di Siteb, l’associazione di categoria, con orgoglio ma anche con amarezza. Perché «la pubblica amministrazione è rimasta indietro. Nei capitolati d’appalto mancano spesso riferimenti a soluzioni ecocompatibili. Il patrimonio di know how e ricerca rischia di restare in bottega. Aumentando, a caro prezzo, la nostra dipendenza dal petrolio». Un dato su tutti: negli Stati Uniti l’80% della rete stradale è ricavata da asfalto riciclato, in Italia solo il 20% contro una capacità almeno doppia. «Le normative non ci aiutano. Nel corso della sua vita su strada, l’asfalto assorbe inquinanti di ogni genere. Da qui le preoccupazioni delle amministrazioni e degli ambientalisti che hanno reso difficile, se non impraticabile, il riciclo. Un errore perché con la ripulitura del materiale grattiamo via tutta la superficie "sporca"».Ma il pioniere della sgommata anti CO2 è Claudio Terruzzi, amministratore delegato della Global Engeneering, azienda lombarda, che ha brevettato nel 2002 l’asfalto "mangia smog". Si tratta di ecorivestimenti in ossido di titanio che, una volta applicati al manto stradale, consentono di abbattere 32 tonnellate di inquinanti l’anno, quantità emessa da 15 mila veicoli. Il risultato è reso possibile dal processo di fotocatalisi che si attiva grazie all’azione combinata di luce e aria, decomponendo monossodi di carbonio e affini in agenti innocui, come sali minerali e calcare. E dopo la diffidenza iniziale, ora il business incomincia a girare: a Milano queste idropitture sono state utilizzate per 70 mila metri quadri di pareti interne di Rho Pero, il parcheggio Atm di Famagosta, e poi a Segrate, a Cesena, Brescia, Cinisello Balsamo. e su un tratto della statale di Ortisei, a Bolzano. Ativa, la società che gestisce le tangenziali di Torino e le autostrade che portano dal capoluogo piemontese a Ivrea, Santhià e Pinerolo, ha sposato già dal 2006 l’asfalto mangia smog, realizzando il primo casello autostradale ecoattivo del mondo a Beinasco, alle porte di Torino. (da Affari & Finanza)

Energie rinnovabili per la valorizzazione delle isole minori

Il protocollo d’intesa siglato nel mese di febbraio da Legambiente e Ancim (Associazione Nazionale Comuni Isole Minori), per la protezione e lo sviluppo sostenibile, rappresentava un avanzato punto di incontro per affrontare in maniera innovativa le sfide ambientali e sociali che hanno di fronte le isole minori italiane. Il confronto riguardante l’energia delle piccole isole, sulla carta, era stato molto promettente, ma cosa è realmente cambiato dopo questo accordo?
Legambiente sostiene che nonostante il protocollo Dupim (documento unitario programmatico isole minori) sia stato siglato, nell’isola di Capri le amministrazioni comunali remano in direzione opposta. Nella regione Campania molti comuni isolani, tra cui Anacapri, stanno conducendo una battaglia contro i pannelli solari, mentre pensate che a Capri è ancora in funzione una inquinantissima centrale elettrica a gasolio!
L’ultimo Dupim ha dato la possibilità di ottenere finanziamenti per i Comuni isolani che avessero presentato progetti volti alla sostenibilità ambientale: pensate che nessuno dei due comuni dell’Isola di Capri ha presentato alcun progetto, perdendo così un’ottima occasione. In passato inoltre sono stati erogati fondi per finanziare opere – tuttora in progress – che avrebbero dovuto migliorare il profilo ambientale dell’isola: ma mentre a Capri da anni si cerca di partire con la costruzione di un’isola ecologica, nel comune gli stessi fondi vengono utilizzati per scopi diversi. (dal sito yeslife.it)

mercoledì 29 ottobre 2008

Ortis: «Ambiente, il piano Ue peserà anche sulle bollette»

Sul Sole 24 Ore il presidente dell'Autorità dell'energia

Si è detto che la politica ambientale europea, e quella del «20-20-20» messa nel mirino dal governo Berlusconi, avrà costi difficilmente sopportabili dalle imprese. Ma non sarà una passeggiata neppure per i consumatori, se si dà retta al presidente dell'Autorità per l'energia, Alessandro Ortis: «Al di là dei diversi scenari prospettati dalla Commissione o dall'esecutivo — spiega — una ricaduta sui costi per le imprese e per le famiglie ci sarà, tenuto conto che nel nostro attuale sistema la "componente energia" pesa per oltre il 60% sulle bollette». Secondo alcune stime su cui l'Autorità al momento preferisce non pronunciarsi, se venisse confermata l'intenzione di far pagare le quote di emissione l'impatto sulle bollette finali potrebbe arrivare addirittura al 10% per il periodo successivo al 2012.Il 20-20-20 europeo avrà i suoi costi ma anche ricadute positive, dice la commissione Ue. Ma chi sosterrà i primi e beneficerà dei secondi? «La difesa dell'ambiente è un obiettivo da perseguire, ma occorre però riflettere se davvero gli attuali provvedimenti europei portino a ricadute positive in termini di "sviluppo sostenibile". L'esperienza maturata fino a oggi ha dimostrato che a fronte di obiettivi di riduzione dei gas serra sfidanti ed onerosi per l'Europa, il non impegno degli Stati Uniti e il forte aumento delle emissioni di giganti come la Cina e l'India, hanno di fatto vanificato i risultati conseguiti».Ma non si può vietare a Cina e India di crescere e ambire a migliori condizioni di vita, non crede? «Ciò che accennavo prima, però, è accaduto non solo per soddisfare, giustamente, la domanda interna di Paesi emergenti ma anche per effetto di produzioni delocalizzate proprio negli stessi paesi che fino ad ora si sono sottratti a limiti e vincoli ambientali di tipo europeo».Nel frattempo ci siamo dimenticati che al 2012 scadrà l'impegno di Kyoto, dove l'italia è parecchio indietro. Di nuovo, chi pagherà il possibile sforamento di quegli obiettivi, sempre i consumatori in bolletta? «Lo scorso anno, in un'audizione alla Commissione ambiente della Camera, avevamo già evidenziato come gli impegni ambientali assunti dall'Italia nel settore elettrico destassero preoccupazione. Il meccanismo di "emission trading", nell'attuale ripartizione, rischia infatti di tradursi in un aggravio dei prezzi medi fino a 5 euro per megawattora nel periodo 2008-2012 sul mercato all'ingrosso dell'energia».L'alternativa è semplicemente ridurre o addirittura fermare l'impegno europeo su fronte delle rinnovabili e della CO2? Ma se lo farà l'Europa cosa accadrà con gli Stati Uniti e la Cina, i maggiori «inquinatori»? «La lotta ai cambiamenti climatici è un problema globale. La risposta, dunque, non può che essere altrettanto globale, coinvolgendo tutti i continenti, tutti i settori, non solo energetici, e tutti i meccanismi di interscambio. Ciò significa che gli strumenti finora messi in campo vanno aggiornati ».Facile a dirsi più difficile a farsi.. «Ripropongo una mia idea: invece che insistere su misure unilaterali "cap and trade" (ovvero porre un limite massimo alle emissioni e commerciare le quote assegnate, ndr), basate in Europa sulle emissioni dei singoli Stati, si potrebbe valutare un approccio integrato, a livello internazionale, di politiche ambientali e commerciali che scoraggi forme di "dumping" ambientale e che, con accordi a livello Wto, guardi anche al "contenuto di Co2" dei prodotti finali che sono messi in commercio».

L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni

Energie rinnovabili: serve una rivoluzione copernicana

Da Liberazione

Mentre continua ad infuriare, malgrado le immissioni di liquidità di migliaia di miliardi di dollari, di euro e di yen, la crisi dei mercati finanziari e si sviluppa in Europa e in Italia un largo confronto sulle misure della UE contro la crisi ambientale gli articoli di Alfonso Gianni e di Marcello Cini sottolineano che "questo è il momento per la sinistra di costruire e fare valere una propria visione del futuro e della società che sia contemporaneamente la ricetta di fondo per uscire da questa crisi". Partendo da queste premesse vorrei fare alcune considerazioni che continuano un impegno di mie riflessioni e di proposte a cui Liberazione in passato ha dato spazio. Nel XX secolo le grandi rivoluzioni leniniste della Russia, della Cina, del Vietnam fino ad arrivare al Sud Africa ed ora all'America Latina, sono avvenute sulla base dell'alleanza degli operai e dei partiti che li rappresentavano con le sterminate masse contadine che sono state protagoniste sia della rivoluzione d'Ottobre sia della Lunga Marcia di Mao. Rivoluzioni che hanno posto fine ad un periodo della storia iniziato nel 1492 che ha dato all'occidente il dominio del mondo: la globalizzazione colonialista del genocidio degli indiani d'America, della tratta degli schiavi neri, della guerra dell'oppio e in ultimo all'apartheid del Sud Africa. Queste grandi rivoluzioni non ci hanno portato "sulla luna" di una società socialista quale noi sognavamo ma hanno certamente redistribuito ricchezze e poteri tra i principali raggruppamenti nazionali del mondo. Una società multipolare. Del resto anche la grande rivoluzione francese è riuscita sì ad aprire la strada alla libertà di commercio e di impresa e al diritto dei sudditi a farsi riconoscere come cittadini ma non a fare grandi progressi sulla strada dell'egalité e della fraternité. L'altra grande crisi sistemica che è maturata, anche a causa dell'entrata di grandi popoli ex coloniali nella modernità, è quella di un sistema di capitalismo industriale basato sulle energie fossili: il carbone dell'800 che ha sostituito le vele con i piroscafi le diligenze con le ferrovie, i telai meccanici etc. Questa svolta tecnologica è stata alla base anche dello sviluppo della classe operaia e della cultura dell'organizzazione politica che, a partire da Il Manifesto di Marx ed Engels, si è sviluppata a cominciare dai paesi più industrializzati.Alla fine dell'800 è cominciata l'era del petrolio, iniziata negli USA, la cui prorompente diffusione è stata lucidamente avvertita dal fondo di un carcere fascista da Antonio Gramsci con i suoi scritti su "americanismo e fordismo" e che, dopo la II guerra Mondiale, si è diffusa in tutti i paesi occidentali costituendo la base dell'egemonia americana.Dopo due secoli di straordinario sviluppo industriale che ora si estende a quasi tutto il mondo questo modello basato sulle energie fossili si è rivelato, come Marcello Cini ricorda e come centinaia di scienziati hanno nel corso degli ultimi decenni sottolineato e i primi grandi disastri ambientali dimostrano, insostenibile in quanto attraverso questi processi produttivi vengono rimmessi nell'atmosfera composti di carbonio e di altre sostanze che l'evoluzione naturale nel corso di milioni di anni aveva sottratto dall'atmosfera e immagazzinato nelle profondità della terra rendendola vivibile come oggi la conosciamo. Non riconoscere la necessità della fine di questo periodo storico dell'umanità significa, specie per chi vuole comunque collegarsi alle analisi del materialismo storico, porsi fuori dalla realtà e quindi fuori da ogni possibilità di influire sull'economia e sulla politica di ogni paese. A mio avviso la crisi del movimento No Global è dovuta principalmente al fatto di non avere posto al centro della giusta critica alla globalizzazione capitalistica questo elemento di debolezza fondamentale del sistema economico basato sul profitto che costituisce, oggi nel XXI secolo, "l'anello più debole della catena". In questo quadro si colloca l'attuale crisi dell'egemonia americana (si rilegga il libro di Immanuel Wallerstein Il declino dell'America) che è cominciata con la sconfitta del Vietnam e si conclude oggi con la crisi finanziaria di Wall Street che non pochi commentatori hanno paragonato alla caduta del muro di Berlino. L'avvento di un sistema unipolare al posto dell'equilibrio del terrore atomico bipolare, che aveva caratterizzato la seconda metà del secolo scorso, è durato in termini storici lo "spazio di un mattino". I due colossi che si sono svenati nel corso della guerra fredda hanno perso entrambi la loro egemonia: simul stabant et simul cadunt. Partendo dall'analisi di queste tre crisi: globalizzazione coloniale, crisi ambientale e crisi dell'egemonia americana, si può avviare la ricerca di linee nuove di azione per la sinistra italiana, europea e globale. La crisi ambientale è di tale portata che pur in un periodo dominato dal pensiero e dalla pratiche neoliberiste a livello mondiale ad iniziativa soprattutto di alcuni paesi dell'Ue, con forte presenza ambientalista, e dell'Unione nel suo complesso è stata avviata una contrattazione a livello mondiale sfociata negli accordi di Kyoto che prevedono in linea di principio un intervento degli Stati nell'economia per ridurre le emissioni inquinanti al fine di evitare il disastro ambientale. La storia di queste trattative è estremamente significativa per l'azione che l'America ha svolto, prima con Clinton, che ha subordinato la sua firma degli accordi all'abbassamento dei vincoli inizialmente proposti e poi del suo successore Bush che si è rifiutato di riconoscere il patto firmato dal suo predecessore. Questo fatto ha un grande rilievo sia per individuare il ruolo degli Usa nella battaglia contro l'effetto serra sia per sottolineare il loro isolamento visto che, anche per l'adesione della Russia di Putin, è stato raggiunto il quorum di paesi e di emissioni necessarie per l'entrata in vigore degli accordi (Berlusconi imitando Bush nel suo attacco di questi giorni agli accordi di Kyoto ha affermato che li contesta perchè sono firmati dal governo Prodi).Ma la crisi ambientale continua ad andare avanti e quindi la Ue è stata costretta a stabilire un altro giro di vite (il 20-20 e 20) che ha scopi tecnici immediati ma ha, dal punto di vista politico, un valore alto per rafforzare il peso della UE nella trattativa che si va ad iniziare a livello mondiale per i nuovi e più performanti accordi tipo Kyoto, con la partecipazione questa volta anche della Cina, dell'India e degli Stati Uniti. Il programma elettorale di Obama, prevede l'annullamento delle importazioni di petrolio dal Medio Oriente e incentivi alle energie alternative capaci di creare 5 milioni di nuovi posti di lavoro non delocalizzabili, e gli Usa e la Cina stanno raggiungendo la Germania nei primi posti tra i paesi produttori di energia eolica.Può la sinistra non essere presente con il suo radicalismo necessario in questo dibattito e in questa battaglia decisiva per la difesa dell'ambiente e per la costruzione di una nuova società? Qui un'ultima riflessione. Il passaggio dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili è un passaggio epocale come l'avvio della rivoluzione industriale basata sul carbone, sul petrolio e sulle altre energie fossili. Questo passaggio ha già effetti positivi in paesi come la Spagna, la Germania, la Danimarca etc. e più li avrà in futuro sull'occupazione, sullo sviluppo industriale, sulla bilancia dei pagamenti ed anche sul famigerato PIL. Siccome il sole, il vento sono a disposizione di tutti e non sono quotati in borsa si va determinando una redistribuzione di poteri all'interno del sistema economico e quindi anche del sistema politico. E quindi si possono creare le condizioni per nuovi rapporti sociali e politici. Naturalmente è ovvio che i poteri forti, ancorati al vecchio sistema, si oppongano in ogni modo, anche confondendo le acque attraverso i mass media, a questa trasformazione radicale del sistema energetico. E' ovvio, altresì, che un governo come quello di Berlusconi assuma posizioni retrograde come il ritorno al nucleare già condannato dal popolo italiano con il referendum dell'8 e 9 novembre 1987 e l'attacco alle proposte ambientaliste del Parlamento Europeo con l'inquietante compagnia di viaggio di poco raccomandabili residui del Patto di Varsavia. Perciò è necessario uno sviluppo non solo culturale, non solo di mobilitazioni di massa in varie manifestazioni ma anche di un'organizzazione che concretamente si inserisca nel processo di trasformazione energetica. Per fare un esempio: Alfonso Gianni ricorda che il governo Prodi ha, stavolta ben consigliato, trasferito nella legislazione italiana, con un suo provvedimento sul Conto Energia per gli impianti fotovoltaici, i principi già vigenti da oltre un decennio, in Germania. Questo ha portato già ad alcuni modesti risultati ma afferma il diritto per tutti i cittadini italiani di costruire sul tetto della propria casa un impianto solare fotovoltaico capace di produrre tutta l'energia necessaria liberando così le famiglie dalle bollette sia della luce che del gas e addirittura fornendo un diritto a ricevere un pagamento per l'energia in esubero immessa in rete. Una possibile rivoluzione copernicana del sistema energetico che interessa un terzo di tutti i consumi energetici del paese. Difendere e realizzare questo diritto, che sarà certamente insidiato dal governo Berlusconi, (assieme al risparmio e alle altre energie rinnovabili) è una delle sfide fondamentali per lo sviluppo anche democratico del nostro paese.

martedì 28 ottobre 2008

Costruire ecosostenibile ora è possibile

Le tematiche ambiente ed ecosostenibili saranno protagoniste, dal 13 al 16 novembre 2008 alla "Nuova Fiera di Roma", della seconda edizione di "Expoedilizia", Fiera professionale per l’edilizia e l’architettura, che andrà ad affiancarsi alla terza di Site, il salone dell’Impiantistica termoidraulica ed elettrica. Organizzate da Ros, società partecipata da Fiera di Roma e da Senaf, le due manifestazioni, rivolte in particolare agli operatori del centro e sud Italia e alle quali saranno presenti oltre 800 aziende, saranno un contenitore di idee e di innovazioni al servizio dell’intera filiera delle costruzioni. Il tutto con una particolare attenzione a quelle soluzioni che puntano alla sostenibilità ambientale. «L’architettura contemporanea — confermano gli organizzatori — pone infatti al centro dell’attenzione degli operatori l’impiego di soluzioni che al contempo consentano di rispettare l’ambiente e migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Per questo, in fase di progettazione, la scelta di ogni singolo elemento deve essere opportunamente pianificata: dall’isolamento con materiali traspiranti all’utilizzo di intonaci, malte e pitture realizzate con materie prime naturali, dai serramenti che garantiscono l’isolamento sino all’installazione di impianti per le energie alternative».

Il riciclo è eco-efficiente

Il ricliclo fa bene all’ambiente e è una risorsa per il sistema Paese. E’ stato presentato, presso il Senato della Repubblica - Sala dell’ex Hotel Bologna - “Il riciclo ecoefficiente - Performance e scenari economici, ambientali ed energetici”, un volume sull’economia del riciclo nel mercato globale, curato da Duccio Bianchi, dell’Istituto di ricerche Ambiente Italia, nell’ambito del Kyoto Club e promosso da Cial, Cobat, Comieco, Coou, Cna, Corepla, Federambiente, Fise Uniree, e Mp Ambiente. Lo studio analizza le performance dell’industria del riciclo, una vera e propria “industria nell’industria”, che nel 2007 è cresciuta a un ritmo pari al 17,2%, in netta controtendenza rispetto agli altri comparti, e tra il 2000 e il 2005 ha visto aumentare le imprese del 13% (sono circa 2.500 in totale) e gli occupati del 47% (al 2005 erano circa 13.000). Le attività di recupero e riciclo costituiscono oggi una risorsa fondamentale del sistema industriale, a livello italiano e internazionale. Negli ultimi anni si è assistito a un vero e proprio “boom” della commercializzazione delle “materie prime secondarie” e, grazie agli effetti della globalizzazione dei mercati, alla nascita di un flusso di esportazione di queste ultime verso i Paesi emergenti (Cina e India fra tutti). 52 milioni di tonnellate di rifiuti avviati a riciclo e recupero. (Da L'Opinione)

lunedì 27 ottobre 2008

Curare l’ambiente con l’Environmental Health Clinic di New York

Dal sito yeslife.it

Nasce a New York l’Environmental Health Clinic di New York, una vera e propria clinica per la cura dell’ambiente. Avete qualche preoccupazione ambientale? Prendete un appuntamente e vi verrà prescritta la cura!
La scorsa settimana sono stato alla Participatory Design Conference a Bloomington, Indiana. Lì ho avuto la possibilità e la fortuna di conoscere Natalie Jeremijenko, direttrice della “Environmental Health Clinic” di New York City e sentendola parlare del progetto della clinica e di tutto ciò che la clinica porta avanti ho subito capito come fosse qualcosa di interesse per Yes.life, in quanto il progetto si propone di tradurre in maniera originale e interessante le preoccupazioni ambientali di ognuno di noi in azioni ecosostenibili. La clinica funziona come un vero e proprio ospedale: nel momento in cui un cittadino ha una preoccupazione ambientale si rivolge alla clinica, prende un appuntamento e ne esce con una prescrizione per l’azione, che parta da un approccio alla salute come dipendente dall’ambiente locale invece che esclusivamente dipendente dalla biologia interna o dalla predisposizione genetica.

Casa, con l'isolamento si risparmia il 50%

Il Sole 24 Ore intervista Peter Erlacher, 56 anni, docente all'università di Bolzano

«È inutile andare a caccia di energie alternative se prima non si investe nel risparmio energetico». Per Peter Erlacher, 56 anni,docente all'università di Bolzano di fisica tecnica ed edilizia sostenibile, non è al fotovoltaico che dovrebbero puntare le politiche di risparmio energetico ma piuttosto a diminuire i consumi di energia che, ad esempio, con l'isolamento delle abitazioni,potrebbero ridursi di almeno il 50 per cento. «Bisogna partire – spiega – dal bisogno di energia che abbiamo sul territorio. La domanda di energia elettrica (quella, per intendersi,che viene prodotta dai pannelli fotovoltaici, ndr) rappresenta il 15% del totale dei consumi nel solo settore residenziale. Parlare di fotovoltaico significa dunque puntare a coprire solo il 15% del fabbisogno energetico nazionale con la necessità ulteriore di una grande superficie disponibile per l'installazione dei pannelli ».Ci può fare un esempio?Una famiglia consuma mediamente 3mila kwh l'anno di energia elettrica. Per arrivare a produrre questa quantità di energia con il fotovoltaico occorrerebbero circa 15 mq di pannelli. Il che se può essere fattibile nelle abitazioni monofamiliari come, ad esempio, le ville, diventa più difficile per le case condominiali con anche 40 famiglie dove per rispondere al fabbisogno di tutti occorrerebbero almeno 400 metri quadri di tetto. Non tutte le abitazioni, poi, sono adatte per l'allocazione di pannelli. Si pensi, ad esempio, a quelle esposte a nord.Può farci una breve analisi costi- benefici?La resa di un pannello fotovoltaico è piuttosto bassa. Per produrre mille kwh bisognerebbe spendere, solo per l'installazione, 7mila euro che rapportati al fabbisogno medio familiare significa una spesa di 21mila euro, al netto dei costi di manutenzione. Per fare qualche esempio: un kwh prodotto con il metano costa 3 centesimi, con il gasolio 4, con il fotovoltaico 50, oltre dieci volte di più.Altri Paesi hanno investito molto sul fotovoltaico...Sì certo. La Germania, ad esempio, è stata la prima a partire circa 20 anni fa, ma le politiche tedesche sul fotovoltaico hanno subito, negli ultimi anni, una netta inversione di rotta, con riduzioni sul contributo nazionale anche del 7%, perché a fronte degli ingenti investimenti che hanno portato a realizzare in quel Paese la più alta concentrazione di impianti fotovoltaici di tutto il mondo i risultati non sono stati soddisfacenti. Nel 2004 in Germania si producevano 800milioni di kwh con il fotovoltaico, pari allo 0,3% del fabbisogno nazionale di energia elettrica.Qual è allora la soluzione?Il problema fondamentale è che noi consumiamo troppa energia elettrica. Occorre puntare prima a ridurre i consumi.In che modo?Isolando le abitazioni, ad esempio, si potrebbe ridurre di almeno la metà il consumo annuo di gasolio (1 litro di gasolio/mq/anno è l'equivalente di 10 kwh/mq, ndr) di una famiglia: oggi di circa 14 litri, 10 per le abitazioni costruite dopo il 2005. Solo isolando la casa si arriva a ridurre il consumo medio delle famiglie a 7 litri di gasolio l'anno con una spesa aggiuntiva sul costo della casa di circa l'1%. Con interventi ulteriori, come ad esempio, l'impiego di molti vetri per sfruttare il calore solare, o un impianto di ricambio dell'aria con recupero di calore, la riduzione dei consumi può essere ridotta ulteriormente anche fino a zero.Con questo sistema è possibile anche ridurre la spesa statale sui contributi per la riqualificazione energetica, che, in caso di interventi di isolamento si aggira intorno ai sei centesimi per kwh contro i 60 per il fotovoltaico.Quali sono i materiali per isolare bene?Poiché parliamo di bioedilizia, sarebbe auspicabile che l'isolamento venisse fatto con materiali sostenibili come la fibra di legno o il sughero o il kenaf che è un tipo di canapa che viene coltivato in Italia.

venerdì 24 ottobre 2008

Car sharing e car pooling: a che punto siamo in Italia?

dal sito yeslife.it

Il car sharing e car pooling sono spesso stati descritti come il futuro della mobilità sostenibile, anche se il loro presente non fa certo sperare in un futuro roseo. Quali sono i motivi della loro difficoltosa implementazione?
Bike sharing, car sharing o car pooling; quante volte ne abbiamo sentito parlare come soluzioni ideali ai problemi relativi alla mobilità urbana? Queste tre soluzioni, spesso invocate da organizzazioni non governative locali, sono entrate ormai nel vocabolario comune di molti dei cittadini delle nostre città. Per chi non conoscesse il loro significato: bike sharing: servizio che permette l’utilizzo gratuito per un determinato periodo di tempo di biciclette comunali, dando l’opportunità di prelevarle da una determinata stazione/fermata e di parcheggiarle dopo l’uso non necessariamente nella stazione stessa. car sharing: similmente al bike sharing, si basa sull’utilizzo condiviso di automobili, pagando un fisso mensile/annuale, e in base al chilometraggio effettuato o ai tempi di utilizzo. car pooling: servizio che permette a diverse persone che compiono lo stesso tragitto di effettuare gli spostamenti in un’unica autovettura invece che utilizzare ognuno le proprie diverse automobili. Il car pooling invece, che non si basa sul product service system– ovvero l’acquisto della sola erogazione del servizio invece che del prodotto che lo fornisce – ha bisogno di un discreto lavoro dietro l’intero servizio, costituito dalla raccolta di dati e dalla creazione di un database comune dove appunto registrare i flussi di mobilità interni ad un contesto urbano; la buona riuscita del progetto consiste proprio nel poter dare diverse opportunità di “pooling” ai cittadini, di fornire più dati possibile riguardo i tratti percorsi da autovetture con disponibilità di posti. Anche il car pooling sta trovando più difficoltà di quante dovrebbe trovarne.