mercoledì 15 dicembre 2010

Il menu di Natale inquina. E molto.

Menu di Natale: sai quanto inquina?
Molto, se si portano in tavola cibi esotici che vengono da lontano.

Finti “lussi” messi in una lista nera da Coldiretti, che traduce il loro impatto in numeri: un chilo di albicocche australiane – nella top ten dei prodotti esotici serviti sulla tavola delle feste – solo per il trasporto brucia 9,4 chili di petrolio e libera 29,3 chili di anidride carbonica. Un chilo di ciliegie del Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l'emissione di 21,6 chili di anidride carbonica. Stessa storia per i mirtilli che vengono dall'Argentina e devono volare oltre 11mila chilometri, consumando di 6,4 kg di petrolio e liberando 20,1 chili Co2. Tra i prodotti più diffusi che rischiano di "inquinare il Natale" ci sono anche le angurie del Brasile, le more dal Messico (che segnano un aumento delle importazioni peri al 6100%) , gli asparagi dal Perù, i meloni dal Guadalupe e i fagiolini dall'Egitto.

Veri nemici dell’ecomenù, possono essere rimpiazzati da mele, pere, mandarini, arance, kiwi e melograni. Da utilizzare senza produrre troppi scarti, nel nome delle tre R più sostenibili del pianeta: Riciclo, Riuso, Riparo.

Qualche idea rubata all’agenda della nonna? Tenere le bucce del mandarino da buttare sulle braci del camino (o della griglia) per profumare tutta la casa con un effetto aromaterapico tonificate e rilassante; non buttare le arance ammaccate: basta infilare nella loro buccia qualche chiodo di garofano e pezzo di cannella per trasformarle in un delizioso profumatore naturale per gli armadi.

(da atelierdelriciclo.org)

lunedì 13 dicembre 2010

Sostenibilità ambientale: ecco i comuni virtuosi

Sono 27 le pubbliche amministrazioni italiane a cui è stato conferito il riconoscimento di "Comune Riutilizzatore 2010", un premio nazionale creato nel 1998 dall'associazione Amici della Terra con Class onlus e la Camera di Commercio di Milano, dedicato alle pubbliche amministrazioni che fanno acquisti e scelte in linea col tema della sostenibilità ambientale.

Il riconoscimento è andato a realtà di dimensioni medie come Ravenna, Ferrara, Novara e Verbania, accanto ai quali spiccano i piccoli centri come Lallio in provincia di Bergamo, Grugliasco nella provincia di Torino, Pioltello in provincia di Milano, Cislago in provincia di Varese, che si dimostrano i più ricettivi verso questo tipo di politiche, mentre Bari è l'unica grande città premiata.

Le amministrazioni premiate hanno scelto di acquistare materiali e prodotti riciclati o riutilizzati per il funzionamento degli uffici pubblici, come le cartucce per stampanti, la carta, i sacchetti di plastica, le stoviglie biodegradabili per le mense pubbliche. Opuure hanno scelto auto elettriche per i veicoli comunali, hanno dotato le scuole di impianti fotovoltaici, hanno predisposto punti di prelievo 'alla spina' per i detersivi.

Stefano Apuzzo, presidente di Amici della Terra ha osservato: "La normativa a livello nazionale non aiuta molto e può essere migliorata, ma bisogna riconoscere che tanti amministratori si stanno convertendo agli acquisti verdi e hanno cominciato a valutare i prodotti acquistati in base al costo del loro ciclo di vita". Le difficoltà non mancano. Conclude Apuzzo: "Uno dei problemi, ad esempio, è l’assenza di linee guida per redigere bandi ecosostenibili, cosa che rende più difficile portare le eccellenze locali a livello di sistema" .

Gli altri comuni vistuosi che hanno ricevuto il premio sono: Budrio, Nembro, Rosà, Gorgonzola, Casalino, Jesolo, Rodano, Pietra Marazzi, Breda di Piave, Gamalero, Oleggio Castello, Seriate, Villorba, Quattro Castella, Rozzano, Opera, Cesano Boscone, Capannori.

(da Il Resto del Carlino)