Il mese scorso ho scritto di lavazza e oggi scrivo di Illy, un altro caso dic affè sostenibile.
Illycaffè, scrive Ansa, è l'azienda a livello mondiale che più di tutte si distingue per l'impegno di responsabilità socio-ambientale nei confronti dei Paesi coltivatori di caffè, in America Latina, Africa e Asia. E' il risultato di una inchiesta indipendente sui maggiori marchi di caffè al mondo condotta dal consorzio internazionale Icrt (International Consumer Research & Testing), che raggruppa diverse associazioni dei consumatori, tra cui l'italiana Altroconsumo e l'austriaca Konsument.
Icrt ha analizzato le politiche sociali, economiche e ambientali attuate dai principali player del mondo del caffè nelle relazioni con i coltivatori nei Paesi produttori.
Illycaffè ha raggiunto il punteggio più alto in assoluto fra tutti i valutati, in particolare per come l'azienda abbia costruito relazioni dirette con i piccoli coltivatori, inserendoli in attività di formazione volte ad aiutarli a migliorare la qualità del proprio caffè e riconoscendo loro un prezzo profittevole. ''Questo risultato è frutto di un impegno di lunghissima data, un approccio che fa parte del Dna originario dell'azienda, e che viene rinnovato quotidianamente con grande senso di responsabilità - ha commentato Andrea Illy, presidente e ceo di illycaffè -. Crediamo che il caffè svolga un ruolo che va ben oltre il piacere gustativo della bevanda: è espressione della ricchezza delle diverse regioni del mondo e simbolo dell'unione tra diverse culture. In quanto tale, è un modello di riferimento per altre colture e per gli scambi commerciali internazionali.
Ci fa piacere pensare che Illycaffè possa essere un esempio da seguire - ha concluso l'imprenditore friulano - per l'individuazione di buone pratiche nelle relazioni con i Paesi produttori che garantiscano equità nella creazione e distribuzione del valore. Sono circa 25 milioni nel mondo le famiglie coinvolte nella coltivazione del caffè: la responsabilità nei loro confronti delle aziende che operano in questo settore è cruciale''.
venerdì 14 novembre 2014
giovedì 6 novembre 2014
Expo 2015 tra produttività e sostenibilità
"Produrre di più, promuovendo uno sviluppo sostenibile. Questa la sfida che ci attende e che vede protagonista l'agricoltura". sono le parole del presidente della Confagricoltura, Mario Guidi, al convegno 'Ecomondo - Key Energy. Expo 2015 tra produttività e sostenibilità: la visione italiana per nutrire il pianeta', organizzato dalla stessa confederazione.
Nel 2050 - ha ricordato Guidi - la terra ospiterà 9 miliardi di abitanti, il 70% dei quali vivrà nelle città; i consumi alimentari si sposteranno verso le produzioni animali e di conseguenza l'agricoltura dovrà produrre il 60% in più di oggi. A queste sfide, ha proseguito, sarà dedicato l'Expo 2015, "occasione per ribadire che l'agricoltura è essenziale per la crescita e lo sviluppo". Per raggiungere tale scopo, ha spiegato, bisognerà intensificare in modo sostenibile i processi produttivi, aumentare produzione e produttività, stabilizzare i mercati, incentivare modelli di produzione e consumo efficienti e rispettosi dell'ambiente. Sarà dunque indispensabile investire in ricerca e in innovazione: "ogni euro investito oggi in ricerca genererà 10 euro di valore aggiunto entro il 2025, ogni 35 mila euro spesi si genera un posto di lavoro stabile". Proprio in tale direzione, ha ricordato, si muovono le 'reti d'impresa', come quella lanciata lo scorso anno da Confagricoltura - EcoCloud - nata con l'obiettivo di far conoscere i percorsi di sostenibilità già avviati dalle imprese agricole e favorirne la condivisione e lo sviluppo. In sintesi, ha concluso, per vincere la sfida di nutrire il pianeta "occorre puntare su imprese che hanno una valenza economica, competitive ed in grado di stare sul mercato, perché solo incrementando la loro attività, e quindi in prima battuta la produzione e la produttività, si potrà conseguire maggiore crescita e maggiore occupazione"
(fonte Ansa)
Nel 2050 - ha ricordato Guidi - la terra ospiterà 9 miliardi di abitanti, il 70% dei quali vivrà nelle città; i consumi alimentari si sposteranno verso le produzioni animali e di conseguenza l'agricoltura dovrà produrre il 60% in più di oggi. A queste sfide, ha proseguito, sarà dedicato l'Expo 2015, "occasione per ribadire che l'agricoltura è essenziale per la crescita e lo sviluppo". Per raggiungere tale scopo, ha spiegato, bisognerà intensificare in modo sostenibile i processi produttivi, aumentare produzione e produttività, stabilizzare i mercati, incentivare modelli di produzione e consumo efficienti e rispettosi dell'ambiente. Sarà dunque indispensabile investire in ricerca e in innovazione: "ogni euro investito oggi in ricerca genererà 10 euro di valore aggiunto entro il 2025, ogni 35 mila euro spesi si genera un posto di lavoro stabile". Proprio in tale direzione, ha ricordato, si muovono le 'reti d'impresa', come quella lanciata lo scorso anno da Confagricoltura - EcoCloud - nata con l'obiettivo di far conoscere i percorsi di sostenibilità già avviati dalle imprese agricole e favorirne la condivisione e lo sviluppo. In sintesi, ha concluso, per vincere la sfida di nutrire il pianeta "occorre puntare su imprese che hanno una valenza economica, competitive ed in grado di stare sul mercato, perché solo incrementando la loro attività, e quindi in prima battuta la produzione e la produttività, si potrà conseguire maggiore crescita e maggiore occupazione"
(fonte Ansa)
martedì 4 novembre 2014
Il Brunello di Montalcino e il protocollo per la sostenibilità in agricoltura VIVA
Riporto anche oggi un'Ansa su un caso virtuoso nel campo delll'agricoltura sostenibile.
Per il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, il protocollo per la sostenibilità in agricoltura V.I.V.A è da incoraggiare e sostenere nella sua diffusione (già aderiscono Castello Montevibiano Vecchio, F.lli Gancia & Co, Marchesi Antinori, Masi Agricola, Michele Chiarlo, Planeta, Tasca d'Almerita e Venica&Venica).
Il Consorzio ha appunto organizzato un seminario sul V.I.V.A, insieme all'ente di certificazione DNV GL, a esponenti del Ministero dell'Ambiente del mondo della ricerca e dell'Università. Per ciascuno degli elementi fondamentali nella produzione vitivinicola (ossia ARIA, ACQUA, VIGNETO E TERRITORIO) è stato predisposto un disciplinare tecnico che definisce metodologie di monitoraggio e sistemi di controllo che le aziende devono adottare per mantenere livelli qualitativi in linea con i principi della sostenibilità. Le aziende che rispettano i valori stabiliti dal disciplinare per ciascun parametro possono, dopo verifica di terza parte, fregiarsi dell'etichetta V.I.V.A. direttamente in bottiglia, informando così i consumatori che quello che si apprestano a stappare è un vino sostenibile. "Questo appuntamento vuol essere un contributo fattivo, positivo e concreto al dibattito sul Piano di Indirizzo Territoriale della Toscana, che ha visto alcuni malintesi e forzature sul concetto di sviluppo economico e tutela del paesaggio - ha commentato il presidente del COnsorzio Fabrizio Bindocci. Il territorio di Montalcino è in connubio viscerale ormai da secoli con quello paesaggistico e i suoi produttori lavorano alacremente per preservare e difendere questa terra poiché sanno che la forza della loro economia è data dall'unione di due elementi: il rispetto del territorio e lo sviluppo di un'agricoltura sostenibile. L'essere riusciti nel tempo a mantenere e tutelare questo equilibrio ha fatto sì che crescesse un sistema virtuoso che ha contribuito alla rinascita economica nel rispetto e valorizzazione del paesaggio".
Per il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, il protocollo per la sostenibilità in agricoltura V.I.V.A è da incoraggiare e sostenere nella sua diffusione (già aderiscono Castello Montevibiano Vecchio, F.lli Gancia & Co, Marchesi Antinori, Masi Agricola, Michele Chiarlo, Planeta, Tasca d'Almerita e Venica&Venica).
Il Consorzio ha appunto organizzato un seminario sul V.I.V.A, insieme all'ente di certificazione DNV GL, a esponenti del Ministero dell'Ambiente del mondo della ricerca e dell'Università. Per ciascuno degli elementi fondamentali nella produzione vitivinicola (ossia ARIA, ACQUA, VIGNETO E TERRITORIO) è stato predisposto un disciplinare tecnico che definisce metodologie di monitoraggio e sistemi di controllo che le aziende devono adottare per mantenere livelli qualitativi in linea con i principi della sostenibilità. Le aziende che rispettano i valori stabiliti dal disciplinare per ciascun parametro possono, dopo verifica di terza parte, fregiarsi dell'etichetta V.I.V.A. direttamente in bottiglia, informando così i consumatori che quello che si apprestano a stappare è un vino sostenibile. "Questo appuntamento vuol essere un contributo fattivo, positivo e concreto al dibattito sul Piano di Indirizzo Territoriale della Toscana, che ha visto alcuni malintesi e forzature sul concetto di sviluppo economico e tutela del paesaggio - ha commentato il presidente del COnsorzio Fabrizio Bindocci. Il territorio di Montalcino è in connubio viscerale ormai da secoli con quello paesaggistico e i suoi produttori lavorano alacremente per preservare e difendere questa terra poiché sanno che la forza della loro economia è data dall'unione di due elementi: il rispetto del territorio e lo sviluppo di un'agricoltura sostenibile. L'essere riusciti nel tempo a mantenere e tutelare questo equilibrio ha fatto sì che crescesse un sistema virtuoso che ha contribuito alla rinascita economica nel rispetto e valorizzazione del paesaggio".
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