Con un milione di presenze sono la comunità più popolosa d'Italia. Sono i romeni, sovente nell'occhio del ciclone dell'opinione pubblica. A volte, odiati. Altre ancora, derisi. Spesso, sfruttati. I recenti episodi di cronaca nera non hanno fatto altro che acuire il sentimento di ostilità. Ma la realtà disegna uno scenario ben diverso. Secondo gli ultimi dati elaborati dall'Osservatorio sull'Immigrazione della Regione Piemonte, negli 81 Comuni della provincia di Novara, i romeni censiti sono esattamente 2647. I dati rilevano una distribuzione sul territorio novarese eterogenea, ma con la massiccia presenza proprio nella città di San Gaudenzio, esattamente 729. Dai rilievi statistici forniti dalla Camera di Commercio di Novara emerge quanto sia crescente lo spirito imprenditoriale dei romeni: sono circa 258 quelli capaci di fondare dal nulla aziende, soprattutto medio-piccole. A farla da padrone è il settore dell'edilizia (167), a seguire quello manifatturiero (20) e poi quello relativo alle attività immobiliari e del noleggio (14). Florian, ad esempio, è un piccolo imprenditore romeno di 42 anni. Da 10 vive e lavora nella provincia di Novara. A Bucarest si laurea in ingegneria edile durante la feroce e sanguinaria dittatura di Ceausescu: la morte del dittatore comunista acuisce i già gravi problemi sociali ed economici del Paese. Florian è costretto ad arrangiarsi in un grosso magazzino di generi alimentari. Arriva nella città di San Gaudenzio perché, da qualche anno, ci sono alcuni suoi amici. Il suo inserimento nel tessuto connettivo, nonostante le difficoltà derivanti dalla lingua, è più che positivo. Non lamenta discriminazioni né per sé né per la moglie i due figli, uno dei quali nato proprio in Italia. I problemi sorgono, però, a livello burocratico e amministrativo. Florian afferma infatti che «la mancanza della figura di un rappresentante multi-lingue in Comune capace di comunicare causa, spesso e volentieri, intoppi».Il suo desiderio è quello di diventare un imprenditore edile. Le banche non gli concedono prestiti, ma lui non demorde. Appena giunto a Novara lavora, quindi, come manovale per conto di in un'impresa di costruzioni, poi decide di rischiare e mettersi in proprio. «Il mio intento - spiega Florian - è quello di allargare, se possibile, le dimensioni della mia azienda. Oggi, soprattutto nei periodi primaverili-estivi, l'impresa che dirigo conta 6 operai. In prospettiva, però, mi piacerebbe non solo avere un numero di dipendenti ancora maggiore, ma investire nell'energia solare perché, nell'occuparmi del consolidamento statico dei fabbricati antichi, ho scoperto che gran parte degli edifici hanno superfici sui tetti, capaci di ospitare pannelli fotovoltaici». (Da La Stampa)
Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.
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