venerdì 30 gennaio 2009

Grande fratello all'amido di mais

La casa del Grande Fratello a prova di sostenibilità ambientale, grazie all’amido di mais. Il popolare «reality show», arrivato alla nona edizione sugli schermi televisivi, ora può fregiarsi del marchio di ecocompatibilità, promuovendone l’immagine fra milioni di telespettatori, facendo soprattutto breccia fra le ultime generazioni. I concorrenti che abitano nella casa più ambita di Cinecittà utilizzano infatti per la spesa settimanale gli shopper in Mater-Bi forniti da Novamont, l’azienda della chimica verde con sede a Novara. Gli stessi contenitui sono poi riutilizzati per la raccolta differenziata. Il Mater-Bi, bioplastica sviluppata in Novamont, derivata dall’amido di mais, contine risorse rinnovabili, è biodegradabile e compostabile. Diminuisce le emissioni a effetto serra, riduce il consumo di energia e risorse non rinnovabili e realizza un circolo virtuoso: le materie prime di origine agricola tornano alla terra attraverso processo di biodegradazione e compostaggio senza il rilascio di sostanze inquinanti. L’ingresso del Mater-Bi nel Grande Fratello è il prologo di una campagna che riguarda lo shopping verde in tutta Italia. Dal primo giugno 2010 in tutti i supermercati dovranno essere distribuiti esclusivamente sacchetti biodegradabili. E anticipando quella data è partito in questi giorni un progetto denominato «Ecorispetto», che prevede l’immissione di sacchetti Mater-Bi in tutti i centri commerciali del Nordest (Veneto e Friuli Venezia Giulia) appartenente a una catena di supermercati.

Firenze, 30.000 nuovi alberi: si comincia nell´area di piazza Piave

Protocollo d´intesa tra Provincia di Firenze e la società di noleggio auto Arval per la creazione di aree verdi nel territorio fiorentino. L´accordo è stato sottoscritto ieri tra il presidente Matteo Renzi e Paolo Ghinolfi, ad di Arval. L´intesa è finalizzata, si spiega in una nota, alla realizzazione di interventi di piantumazione e recupero di habitat degradati. In particolare, le zone prescelte sono l´area di piazza Piave, sulla sponda destra dell´Arno e quella in cui sorgerà il termovalorizzatore di Case Passerini. Il terzo intervento riguarda il collegamento tra il Parco dei Renai e il Parco delle Cascine, il cui obiettivo, si spiega, è quello di valorizzare dal punto di vista paesaggistico il territorio fluviale dotando l´attuale pista ciclabile di una adeguata copertura arborea. Con l´accordo Arval si impegna, si spiega ancora, a piantare in 18 mesi circa trentamila alberi, con un investimento di circa cinquecento mila euro. Il primo intervento a partire, in estate, sarà quello in piazza Piave, che prevede la piantumazione di specie floreali, come iris e rose. Gli altri due interventi partiranno in autunno."Questa iniziativa dimostra come una cooperazione virtuosa tra pubblico e privato riesca a raggiungere risultati di rilievo, anche nel campo della riqualificazione ambientale e paesaggistica" ha sottolineato Renzi. "Arval - ha spiegato Ghinolfi - è interessata a progetti di riforestazione e di riqualificazione di aree fruibili ai cittadini, con un duplice obiettivo: compensare le emissioni di CO2 e favorire uno sviluppo sostenibile del territorio, anche in ottica sociale". (da Repubblica)

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

giovedì 29 gennaio 2009

Investire in sostenibilità oggi significa sviluppare nuovo business

La sostenibilità ambientale non come un costo, ma piuttosto come una strategia competitiva moderna che può aiutare l'impresa a crescere e a sviluppare ulteriori profitti. Convinzione valida soprattutto in un momento come quello attuale, caratterizzato da una decrescita dei consumi e da un aumento dei costi di input. Lo scorso giugno, a Monaco (Germania), oltre 750 top manager di aziende produttrici e retailer del comparto food & drink hanno dato vita al consueto confronto internazionale sul food business mondiale nell'ambito di Cies. Tema del summit di quest'anno è stato il rapporto fra crescita aziendale e sostenibilità. Una crescita organica Nel corso dell'incontro, Kpmg è riuscita a intervistare circa 200 dei presenti. Le loro risposte sono state utilizzate per tracciare un percorso delle strategie di crescita del comparto, in rapporto alla responsabilità sociale d'impresa. In primo luogo le imprese preferiscono crescere in maniera organica piuttosto che tramite acquisizioni, fusioni o joint venture, tant'è che in tutto il mondo sono raddoppiati i programmi di sviluppo organico sostenibile. La maggior parte delle società intervistate è, inoltre, orientata a un incremento del giro d'affari nei mercati nei quali è già presente. Infatti, benché parecchie imprese siano attratte dalle opportunità commerciali offerte dai paesi emergenti, puntare su tali nazioni può costituire un rischio: le economie di queste regioni potrebbero continuare a crescere così come potrebbero subire repentini tracolli. Dunque molti operatori del segmento dichiarano di preferire investimenti in nuovi prodotti da destinare ai mercati che meglio conoscono. (da Mark up)

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

L'architettura verde secondo Renzo Piano

L'edificio della California Academy of Sciences ruota intorno a un ampio spazio espositivo, permeabile alla luce naturale e alle brezze provenienti dall'oceano. La California Academy of Sciences è un'istituzione centrale nel panorama culturale di San Francisco fin dalla sua fondazione nel 1853. Collocata dal 1916 al centro del Golden Gate Park, dove l'oceano Pacifico lambisce la città, la sede dell'Accademia era cresciuta fino a comprendere undici edifici diversi, di cui l'ultimo costruito nel 1976. Al loro interno trovavano posto - caso unico al mondo - un museo di scienze naturali, un planetario, un acquario e diverse attività di ricerca e divulgazione. Quando, nel 1989, il grave terremoto di Loma Prieta danneggiò in modo irreparabile molti degli edifici storici, si decise di costruire, nello stesso luogo, una sede completamente nuova. (dal Sole 24 Ore online)
Ottimo esempio di architettura verde!

mercoledì 28 gennaio 2009

Presidio dei comitati cittadini contro gli inceneritori di Formigoni

Il piano del Pirellone intende aumentare il numero di termovalorizzatori, dice il Manifesto

La stragrande maggioranza della classe politica italiana, di tutti gli schieramenti, dimostra di non possedere adeguata conoscenza e responsabile coscienza di quanto strategica e decisiva sia la politica dei rifiuti: sul piano della salute e della sostenibilità ambientale, della produzione e del consumo in modo sano e sobrio e pulito. La drammaticità della questione dei rifiuti non è limitata all'area napoletana e campana: è nazionale. Puntare prioritariamente sull'incenerimento e sulle discariche, da parte di tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi venti anni, significa rimanere fermi al vecchio disastroso modo di produrre; significa aumentare l'inquinamento e peggiorare le condizioni climatiche ed ambientali; significa precludersi la strada verso l'innovazione tecnologica e lo sviluppo delle energie alternative rinnovabili e pulite. Il nome giusto e appropriato è inceneritore: l'impianto che brucia i rifiuti; e non esiste e non potrà esistere una macchina che bruci in maniera innocua e pulita: "Nulla si distrugge..."! Cinica mistificazione: l'inceneritore diventa termovalorizzatore. E' falso: non valorizza energia e quella poca che produce non riduce fumi e fanghi velenosi che vanno in discarica, non riduce i 270 tipi di inquinanti che emette (in particolare le micropolveri PM10 e PM2,5). Si tratta di una specie di falso ideologico per giustificare i 53 miliardi di euro all'anno che i gestori degli inceneritori incassano in Italia tramite il 7% in più sulla nostra bolletta energetica, come (Udite! Udite!...) incentivo alla voce "fonti rinnovabili"!? E' più appropriato chiamare l'inceneritore un cancrovalorizzatore. Da uno studio dell'Istituto di fisiologia clinica del CNR di Pisa emerge "un eccesso di mortalità" nei 25 comuni con inceneritore esaminati. Inquietante l'allarme lanciato dalla F.I.M.M.G. (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale): «L'incenerimento dei rifiuti, fra tutte le tecniche di smaltimento, è quella più dannosa per l'ambiente e per la salute umana...Gli inceneritori producono polveri finissime che sfuggono ai filtri di depurazione, non vengono nemmeno misurate e costituiscono un rischio sanitario ben più grave delle polveri del traffico. Gli inceneritori emettono inquinanti cancerogeni ...centinaia di sostanze di cui è sconosciuto l'impatto sulla salute umana. L'incenerimento trasforma anche i rifiuti innocui, come imballaggi e scarti di cibo, in componenti tossici e pericolosi...». Su 52 inceneritori che avvelenano il bel Paese, ben 13 sono in Lombardia! E, come se non bastassero, Formigoni Moratti e Penati ne vogliono costruire altri e potenziare quelli esistenti (tra cui quello di Desio, dove un comitato molto preparato e deciso dà battaglia su tutti i fronti). Il trio fa a gara per riservarsi localizzazione, e partecipazione al business (il cui incentivo è stato confermato dalla L. 210/dic.2008). Moratti nel suo comune (zona 5, parco sud), Penati nel suo territorio sestese dove dal 2002 il vecchio e malridotto inceneritore costituisce una vera bomba ecologica! I cittadini e le associazioni più consapevoli hanno dato vita a un Coordinamento dei comitati dell'area metropolitana milanese contro la dissennata politica dell'incenerimento. Le loro proposte alternative, coerenti con le norme europee, si fondano sulla cultura ecologica e sulle metodologie e tecnologie Rifiuti zero: Riduzione - Raccolta differenziata- Recupero-Riciclo-Riuso. E' l'altro modo di produrre e consumare. Si contribuisce a ridurre le emissioni di CO2 e di gas serra. Si tutela la salute. Si migliorano ambiente e qualità della vita. Ed è bene sapere che negli altri paesi europei ed occidentali non si costruiscono più inceneritori. Oggi dalle 9 alle 17, presidiomanifestazione al Pirellone in Piazza Duca d'Aosta per contestare il piano formigoniano dei rifiuti incentrato sull'incenerimento (viene inoltrata dettagliata denuncia alla Commissione europea per violazione di norme). Venerdi 30 gennaio alle 21, presso il Centro sociale Silvia Baldina in Via Forlì 15, Sesto San Giovanni, Assemblea per la chiusura dell'inceneritore di Sesto che, sito in un'area densamente urbanizzata e vicino ad asili e scuole, è obsoleto e quindi ancor più pericoloso per la salute pubblica.

Civitavecchia scommette sul target «emissioni zero»

Dal Sole 24 Ore

È stata inaugurata da meno di due mesi e già registra i primi successi. La sede del Polo idrogeno di Civitavecchia, centro nato dall'accordo tra Regione (che ha stanziato 9 milioni), Comune e autorità portuale, è in piena attività. Ed è stato aperto il primo distributore di idrogeno. Serve per alimentare un bus navetta per gli spostamenti all'interno dell'area portuale dove sorge il centro. «È il primo di quattro veicoli - spiega Vincenzo Naso, direttore del Centro interuniversitario per lo sviluppo sostenibile dell'università La Sapienza, partner scientifico del progetto - . Li metteremo a disposizione dei turisti in arrivo a Civitavecchia sulle navi da crociera. Con i nostri autobus a idrogeno potranno visitare la città e i suoi dintorni».Il bus è l'anello finale di un processo che genera idrogeno attraverso l'elettrolisi, a partire da energia elettrica da fonti rinnovabili, in un processo a emissioni zero. «Non abbiamo ancora l'anello di partenza che andrà a chiudere la filiera pulita dell'idrogeno- continua Naso-. Manca infatti la centrale fotovoltaica che dovrà produrre l'energia necessaria per far funzionare l'elettrolizzatore». Le pratiche sono state però avviate e dovrebbero portare all'installazione di circa 13.000 metri quadrati di pannelli solari, in grado di produrre 1Mw di energia: quella necessaria a far percorrere agli autobus 200 chilometri all'anno. Oltre che con l'elettrolisi, nel polo di Civitavecchia si produrrà idrogeno dalle biomasse. Un diverso ciclo produttivo del quale è stato di recente concluso il progetto. Ora si attende di poter passare alla fase pratica.Obiettivo del polo è quello di porsi come nucleo propulsore di una nuova economia, oltre che come centro di ricerca e sviluppo. «Lo scopo è di creare un indotto intorno all'idrogeno- conclude Vincenzo Naso-. I frutti della nostra ricerca possono fare da stimolo per le piccole e medie imprese del territorio che potrebbero iniziare a produrre componenti utili nei processi legati a questo vettore energetico. Grazie al crescente ricorso alle celle a combustibile in applicazioni anche diverse dalla mobilità, comincia ad esistere un mercato legato all'idrogeno». Un mercato in cui il Lazio potrebbe svolgere un ruolo importante.

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

martedì 27 gennaio 2009

Tempi di crisi? passiamo al metano

Tempi di crisi? Passiamo al metano! Condurre un’automobile a metano vuole dire utilizzare uno dei mezzi attualmente più economici e meno inquinanti del parco vetture mondiale. Scopriamo perchè il metano è una scelta sostenibile.
Il metano è economico? Condurre un’automobile a metano vuole dire utilizzare uno dei mezzi attualmente più economici e meno inquinanti del parco vetture mondiale, sia perché il costo del carburante in sé rappresenta un costo contenuto, sia perché produce una quantità di emissioni minore rispetto i carburanti tradizionali (benzina e diesel). Il prezzo del metano infatti lo rende attualmente il più economico tra i carburanti maggiormente utilizzati, come benzina, gasolio e gpl. A parità di chilometri percorsi, pensate che il metano consente un risparmio del 65% rispetto alla benzina, del 30% verso il gpl e del 45% rispetto il gasolio. Qui sotto una tabella fornita da Federmetano che indica il range di risparmio medio in euro l’anno per chilometri annui percorsi tra un auto a metano ed una a benzina

In Umbria alloggi a risparmio energetico

Saranno i primi alloggi di edilizia residenziale pubblica, in Umbria e nel Centro Italia, costruiti in modo da garantire il piu' alto risparmio energetico, quelli che verranno realizzati dall'Ater (Azienda territoriale per l'edilizia residenziale) di Perugia, a San Sabino di Spoleto. Per la realizzazione dell'innovativo progetto, che e' stato approvato nel 'Programma operativo annuale' del Piano di edilizia residenziale della Regione Umbria, verra' siglato mercoledi' 28 gennaio a Perugia un protocollo d'intesa tra l'Ater e l'Andil, l'Associazione nazionale degli industriali dei laterizi. In occasione della firma (Sala Fiume di Palazzo Donini, alle ore 11), il progetto verra' illustrato dai presidenti dell'Ater di Perugia, Furio Benigni, e dell'Andil, Catervo Cangiotti, dal direttore dell'Agenzia Casa Clima, Norbert Lantschner e dagli assessori alle Politiche abitative e all'Ambiente e sviluppo sostenibile della Regione Umbria, Damiano Stufara e Lamberto Bottini. (Dal Tempo)

Un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia

lunedì 26 gennaio 2009

Inquinamento luminoso: la Regione Umbria stanzia 123 milioni

Ammonta a 123 mila euro la somma stanziata dalla Giunta Regionale dell'Umbria, su proposta dell'assessore all'ambiente e sviluppo sostenibile, Lamberto Bottini, per il finanziamento di progetti volti all'abbattimento dell'inquinamento luminoso in cinque Comuni della regione. La somma, in particolare, e' stata ripartita tra i Comuni di Campello sul Clitunno, Montone, Perugia, Terni e Trevi che hanno predisposto e proposto programmi di intervento per il contenimento dell'inquinamento luminoso e il risparmio energetico. "La Giunta Regionale ha ritenuto opportuno cofinanziare tutti i progetti presentati - sottolinea l'assessore Bottini - poiche' rispondono ai criteri di adeguamento previsti dalla legge regionale che, coniugando tutela dell'ambiente e risparmio energetico, interviene sia per limitare l'inquinamento luminoso sia per contenere i consumi energetici, attraverso la diffusione di sistemi di illuminazione ad alta efficienza e un uso piu' razionale delle sorgenti di luce. Coerentemente con la normativa, prevedono un abbattimento dell'inquinamento luminoso e un notevole risparmio energetico. Gli interventi, inoltre, vengono realizzati o in zone di particolare valore storico artistico o in luoghi dove la risistemazione della pubblica illuminazione diventa uno strumento di riqualificazione urbanistica". In particolare, e' stato approvato e cofinanziato con 30 mila euro l'adeguamento ai criteri previsti dalla recente normativa regionale degli impianti di illuminazione pubblica di Campello sul Clitunno. Alla sperimentazione di pubblica illuminazione con 'led' per la rocca di Braccio di Montone, a Montone, sono destinati 15 mila euro. La riqualificazione dell'impianto di illuminazione dei giardini del Frontone a Perugia viene cofinanziato con 31 mila 300 euro, mentre il Comune di Trevi ricevera' 35 mila euro per il primo stralcio di riqualificazione e risparmio energetico sulla pubblica illuminazione. All'adeguamento dell'impianto di illuminazione di via Cerquetelli sono, infine, destinati 11 mila euro assegnati al Comune di Terni. (Dall'Agi)

Investire in sostenibilità oggi significa sviluppare nuovo business

dal Sole 24 Ore

La sostenibilità ambientale non come un costo, ma piuttosto come una strategia competitiva moderna che può aiutare l'impresa a crescere e a sviluppare ulteriori profitti. Convinzione valida soprattutto in un momento come quello attuale, caratterizzato da una decrescita dei consumi e da un aumento dei costi di input. Lo scorso giugno, a Monaco (Germania), oltre 750 top manager di aziende produttrici e retailer del comparto food & drink hanno dato vita al consueto confronto internazionale sul food business mondiale nell'ambito di Cies. Tema del summit di quest'anno è stato il rapporto fra crescita aziendale e sostenibilità.

La vera sfida per le aziende del comparto non è sulla convinzione, ma altrove. È identificare e dare una priorità alle problematiche da affrontare nella realizzazione del proprio piano di sviluppo sostenibile. Il 40% dei partecipanti al sondaggio, cioè, è convinto che la principale difficoltà sia quella di rendere il proprio business più sostenibile attraverso un piano strutturato e con degli obiettivi ben definiti. Le imprese americane si preoccupano soprattutto dei metodi per misurare le performance più che della validità dei propri programmi strategici: si sentono cioè alquanto sicure in merito agli obiettivi da perseguire in tema di sostenibilità. Tutti i partecipanti sono certi infine sugli ambiti nei quali si dovrà progredire in futuro: le opportunità di crescita, per il comparto, verranno soprattutto dall'utilizzo di fonti di energia alternative.

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. . Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

venerdì 23 gennaio 2009

«Più abitanti? Meglio salvare il verde»

Dal Giorno

I GRILLI ARESINI HANNO PRESENTATO AL SINDACO I RISULTATI DI UN SONDAGGIO

No grazie. Si è tenuto mercoledì l'incontro tra il sindaco Gino Perferi e il gruppo dei GrilliAresini, che si è riunito attorno al nome di Beppe Grillo per portare avanti iniziative di impegno civico. Nell'occasione, i GrilliAresini hanno consegnato al sindaco i questionari sottoposti a comuni cittadini, con domande sul Piano di governo del territorio del Comune, insieme a una relazione con l'interpretazione dei risultati (consultabile sul blog www.grilliaresini.ilcannocchiale.it). TRA I DATI emersi dalle risposte dei circa 200 cittadini interpellati, va sottolineata la contrarietà del 71% del campione all'aumento della popolazione del Comune da 19.700 a 21.000 abitanti: un incremento previsto proprio dal Pgt. La quasi totalità degli interpellati (98%) si aspetta che la nuova Fiera promuova l'economia locale, ma all'insegna dello sviluppo sostenibile. Contraddittorio il rapporto col verde pubblico: se ben tre quarti degli aresini (74%) sostengono che è necessario porre un freno alla cementificazione dilagante, il giudizio sostanzialmente positivo o negativo sulla quantità e la cura del verde ad Arese registra un sostanziale pareggio (44-46%), «smentito» dal successivo dato che vede 9 aresini su 10 «non indifferenti» al fatto che negli ultimi 10 anni il rapporto tra cittadini e aree verdi pubbliche sia diminuito di circa il 25%. Per quanto riguarda i trasporti, l'ipotesi più gettonata è un potenziamento delle linee che conducono verso le stazioni Fnm e il metrò di Rho-Fiera (73%), mentre un interpellato su due vorrebbe che il metrò arrivasse fino all'Alfa: bocciati bike e carsharing, e la chiusura totale del centro storico. Infine, sui servizi offerti del Comune, emergono luci e ombre: il 50% del campione boccia la manutenzione delle scuole, ma un buon 70% è complessivamente abbastanza-molto-completamente soddisfatto della biblioteca e dell'offerta culturale, mentre il 50% è soddisfatto della situazione in materia di sicurezza. I GrilliAresini, in conclusione, hanno convocato un dibattito aperto a tutti sui risultati dell'incontro con l'amministrazione e dei dati emersi dal sondaggio: l'appuntamento è il 7 febbraio alle 21 al Forum delle Associazioni di Arese.

Ambiente e architettura: il futuro delle città

L'emergenza ambientale e lo sviluppo sostenibile nelle città. La sfida delle amministrazioni si gioca soprattutto sui grandi progetti tra verde e architettura.Su questi temi Federlegno, nell'ambito delle iniziative legate alla rassegna fieristica Made Expo, organizza per oggi pomeriggio, alle 18, l'incontroconfronto «Edifici generosi per città generose». Presenti Stefano Boeri, architetto e direttore di Abitare, Alessandro Balducci, docente di Politiche urbane al Politecnico.l'appuntamento è in programma all'Urban center in Galleria Vittorio Emanuele. Interverrà anche l'assessore allo Sviluppo del territorio, Carlo Masseroli.

L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni.

giovedì 22 gennaio 2009

Mission possible: cibo al mondo

A Milano 2015 si discuterà anche di come combattere la fame, spiega Il Giorno

MILANO COME TUTTE le altre Esposizioni che l'hanno preceduta, anche "Milano 2015" avrà un tema importante da illustrare a ospiti e visitatori: gli organizzatori, infatti, hanno deciso che la manifestazione lombarda affronterà i grandi problemi legati allo sviluppo sostenibile e li hanno sintetizzati nell'efficace slogan "Nutrire il pianeta. Energia per la vita". Tutti si aspettano che l'edizione milanese dell'Expo sarà uno straordinario evento durante il quale si cercherà di far conoscere agli oltre 100 milioni di visitatori (questi sono i "numeri" previsti dagli esperti...) cosa c'è di nuovo nel settore dell'alimentazione e quindi di valorizzare la creatività e l'innovazione ma senza scordarsi della tradizione. ORGANIZZATORI ed espositori, insomma, cercheranno di affrontare il tema del "cibo" a 360° e i programmi parlano da soli: sul tappeto ci saranno grandi questioni, come quelle relative alla possibilità di assicurare un corretto nutrimento a tutti gli abitanti del globo. Ma, poi, si discuterà anche di prevenzione e di cura delle malattie legate alla malnutrizione e alla denutrizione. Gli esperti esporranno, inoltre, i loro progetti per assicurare ad ogni Paese del mondo la disponibilità di acqua potabile e la fornitura cibi sani e, questo proposito, verranno anche illustrate le nuove tecniche per una sempre più corretta conservazione degli alimenti e per la loro distribuzione. C'è anche la scuola nel calendario dell'Expo perché, a "Milano 2015", verranno proposti programmi di educazione alimentare da sottoporre ai ragazzi di ogni parte del globo. Ci si aspetta molto da questa Esposizione Universale, insomma: dibattiti, seminari, incontri, confronti faranno capire che il problema della fame può essere risolto anche grazie alle nuove scoperte, alla ricerca scientifica, all'impegno di tutti i Paesi, soprattutto di quelli "ricchi". Ma che bisogna "inventarsi" anche un nuovo modo di lavorare la terra (sono necessarie, dicono gli esperti, nuove strategie per far nascere e/o sviluppare imprese e aziende eco-compatibili). Ma l'Expo made in Italy non trascurerà la tutela dei "prodotti tipici": il nostro Paese, infatti, è impegnato da tempo nella difesa dei suoi prodotti Doc (si pensi al Parmigiano, alla Mozzarella di Bufala, al Prosciutto di Parma o di San Daniele...) dalle imitazioni provenienti da altre regioni del Mondo. E, CHISSÀ, forse non è stato un caso quello di far cadere la scelta su Milano come sede dell'Expo 2015: il capoluogo lombardo, infatti, è considerato la capitale economica dell'Italia e l'Italia è riconosciuta a livello mondiale per le sue tradizioni alimentari, per la sua "dieta mediterranea", per il grande dinamismo e l'incredibile creatività delle sue aziende, soprattutto di quelle del settore agro-alimentare.

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

La scuola ecologista da oggi funzionerà con l´energia solare

Questa mattina il "battesimo" della struttura ricavata riciclando cellulari dismessi, dice Repubblica

La direzione didattica del quartiere Cruillas sarà la prima di sei scuole italiane a sfruttare l´energia di un impianto fotovoltaico grazie al progetto "My future: sei scuole dal futuro luminoso" che vede la collaborazione di Vodafone, Enel e Legambiente. Un progetto che fa parte di una campagna di sensibilizzazione ambientale più ampia che prende il via dall´idea di raccogliere vecchi telefonini per «trasformarli» in energia pulita utile alle scuole. Sul tetto della sede centrale di via Salerno è stato installato in questi giorni un impianto fotovoltaico realizzato con materiali riciclati dai cellulari dismessi capace di produrre mediamente oltre sette mila kilowattora all´anno, consentendo così all´istituto un grande risparmio economico e riducendo l´emissione in atmosfera di circa cinque tonnellate di anidride carbonica all´anno. L´inaugurazione ufficiale della struttura è stata organizzata per stamattina alle 10,30 con la partecipazione di alcuni referenti dell´amministrazione comunale e dei partner del progetto. «Abbiamo atteso - dice la dirigente Rita Napoli - questo momento con trepidazione. I ragazzi si sentono protagonisti dell´evento e ne vanno orgogliosi. È un grande successo per la nostra scuola e sicuramente anche per tutto il quartiere». A Palermo seguiranno, entro la fine del mese e gli inizi del prossimo, le città di Agrigento, Comacchio, Grosseto, La Spezia e Pesaro. «È stata Legambiente - dice la Napoli - a segnalarci alla Vodafone come scuola meritevole di prendere parte a quest´avventura. Da anni, infatti, lavoriamo sistematicamente con questa associazione e siamo impegnati con i docenti e con tutti gli alunni su progetti che hanno l´obiettivo di proteggere l´ambiente e di sensibilizzare i residenti del quartiere su queste tematiche». «L´impianto fotovoltaico - racconta la preside - consentirà alla scuola di funzionare solo con l´energia solare. Si tratta di una scuola molto grande che poggia su una superficie di più di nove mila metri quadrati. E addirittura l´energia prodotta supererà il nostro fabbisogno e il ritorno economico che avremo sarà rinvestito in progetti a favore della tutela dell´ambiente». Per esempio sono stati gli oltre settecento bambini della Cruillas a bonificare il prato verde attorno alla scuola che era diventato negli anni una discarica abusiva.

mercoledì 21 gennaio 2009

Fiori di luce salva-energia in strada

Il concept Light blossom rappresenta un ulteriore passo verso un illuminazione stradale ecosostenibile. Sfrutta l'energia solare ed eolica di giorno,aprendosi come un fiore,per fare luce di notte solo quandoè necessario,cioè in presenza di persone vicine, contribuendo cosìalla diminuzione del cosiddetto "inquinamento luminoso".L'illuminazione a Led consuma metà dell'energia di un lampione tradizionale. Grazie alle sue celle fotovoltaiche e al suo rotore eolico,Light blossom è non solo autosufficiente,ma può anche immettere energia nella rete.Rappresenta una soluzione per i Paesi emergenti privi di infrastruttura energetica.


L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni

L’energia solare offerta a 8 comuni delel Valli Tortonesi

Da La Stampa

Energia solare per otto comuni tra la valli Curone, Grue e Ossona. Lo promuove la Comunità Montana attraverso la consulenza del «Solar Technology Group», associazione senza scopo di lucro che dal 1995 si occupa di ricerca nel campo delle energie rinnovabili con attenzione all’energia fotovoltaica. Spiegano da San Sebastiano Curone: «L'obiettivo del progetto “Fotovoltai-co in Comune” è la realizzazione di impianti fotovoltaici in siti di proprietà di enti pubblici della Comunità Montana facilitandone l'iter con servizi che non gravino sui bilanci comunali». La ditta incaricata ha già raccolto i dati dai comuni per valutare dove sarà conveniente installare gli impianti. Gli enti che aderiranno stipuleranno un contratto con il gestore della rete e godranno di incentivi statali. Oltre alla produzione e al consumo di energia pulita, per i comuni ci sarà la possibilità di un risparmio in bolletta. Se la produzione di elettricità sarà superiore al consumo ci sarà anche un ricavo. Nella fase successiva si procederà allo studio di fattibilità. In totale, il progetto, esclusa la fase di installazione, costerà circa 40 mila euro, sostenuti in gran parte dalla Comunità Montana. Una proposta, quella del fotovoltaico, che a San Sebastiano considerano «positiva anche dal punto di vista dell'immagine turistica e agro-produttiva del territorio».

martedì 20 gennaio 2009

Nasce la prima nave a energia solare

Si chiama Auruga Leader, è stata progettata in Giappone, ed è la prima nave cargo che per muoversi utilizza anche l’energia solare. Si tratta decisamente di una svolta storica per il rispetto dell’ambiente, per le riduzioni delle emissioni oltre che per l’innovazione. La nave cargo è stata progettata dalla Nippon Yusen K.K., la più grande azienda di trasporti marittimi giapponesi, in collaborazione con l’azienda di distribuzione energetica Nippon Oil Corp., ed ha preso il largo per la prima volta partendo dalla città di Kobe. Il momento è storico perché i trasporti via mare sono stimati essere responsabili del 4,5% delle emissioni mondiali di gas nocivi, quindi causa dell’effetto serra. Le industrie delle imbarcazioni di tutto il mondo sono state infatti messe sotto pressione, da associazioni e governi, per ridurre la loro dipendenza dalle energie fossili. (da Yes.Life)

L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni

Il consumatore emergente ha il cuore ambientalista

I brasiliani? Hanno una predilezione per il recupero di carta e plastica e per i prodotti fatti con materiali riciclati. I cinesi sono sensibili al tema dei gas serra e danno il loro contributo cercando di diminuire le ore in cui accendono i termosifoni d'inverno e i condizionatori in estate. Quanto agli indiani, cercano di non sprecare carburanti, lasciando il più possibile l'auto a casa oppure non acquistando prodotti che hanno dovuto percorrere migliaia di chilometri per raggiungere lo scaffale del supermercato. Mentre i russi, sarà per via del clima, ma sono tutti concentrati sul migliorare il livello di isolamento termico delle loro abitazioni.Prove tecniche di consumi ecocompatibili? Qualcosa di più: secondo una ricerca di Accenture, chi vive nei Paesi emergenti è addirittura più attento al futuro del Pianeta di quanto non lo siano gli evoluti consumatori delle aree di vecchia industrializzazione. Una preoccupazione, soprattutto, che fa rima con disponibilità ad agire, se nei mercati di Asia e Sudamerica oltre la metà delle persone si dice pronta ad abbandonare un prodotto per uno nuovo dotato di una certificazione di minimo impatto sul clima, a fronte di un esiguo 24% nelle economie più mature. Così come il 61% dei consumatori se ne avesse la possibilità, cambierebbe certamente fornitore di energia per sceglierne uno che offre servizi a bassa emissione di CO2. Nei Paesi sviluppati lo farebbe solo il 30% delle persone.Le aziende sono avvertite: la classe dei consumatori emergenti è attratta dai prodotti amici dell'ambiente ed è pronta a far sentire il suo peso in termini di domanda. I Bric, insomma, sono da considerarsi mercati maturi dove vendere elettrodomestici di classe tripla A, alimenti non Ogm o elettricità pulita. Anzi: «C'è in questi Paesi una domanda di beni e servizi più ecologici che ancora non incontra un'offerta adeguata –spiega Sergio Nicolini, senior executive energy di Accenture per l'Italia, la Grecia, la Russia, l'Europa centrale e il Medio Oriente – e quel che più conta è che la crisi economica in atto non sembra scalfire in nessun modo il livello di attenzione verso l'ambiente di questi consumatori».Alle dichiarazioni di intenti ecologisti indiani, cinesi, russie brasiliani fanno seguire i fatti. Tra gli indiani che nel 2007 avevano promesso di effettuare il riciclaggio di vetro, carta e plastica, a un anno di distanza il 44% lo ha fatto davvero, così come il 48% dei cinesi e anche il 22% dei russi. Solo il 14% dei tedeschi, tradizionalmente popolo tra i più attenti alle tematiche ambientali, è stato altrettanto virtuoso. Insomma, la propensione alle azioni ecologicallycorrect

lunedì 19 gennaio 2009

car sharing globale contro l'inquinamento

Da leader mondiale nel settore del noleggio, la compagnia lancia “Connect by Hertz”, un car sharing globale nelle città di Londra, New York, Park Ridge e Parigi. Altre città e specifiche aree ad elevata richiesta di mobilità entreranno presto nella lista di quelle servite da Connect by Hertz entro il 2009. La flotta newyorkese utilizza Toyota Prius, oltre a Toyota Camry, Ford Escape, Mini Cooper e Mazda 3.


L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni

Città sostenibili in cinque mosse

Il Libro verde della Commissione Ue indica le sfide da vincere per ripensare il trasporto urbano, spiega Il Sole 24 Ore

La sfida posta dallo sviluppo sostenibile nelle aree urbane è immensa. E appare indifferibile per gran parte delle città europee, chiamate a far convivere la bonifica di tessuti abitativi spesso fortemente degradati con politiche ambientali di risanamento di livelli di polluzione sempre più allarmanti. Senza dimenticare il rinnovo delle reti di trasporto, di cui gli utenti lamentano un'indufficienza ormai allarmante. Si tratta, in altri termini, di conciliare, da un lato, lo sviluppo economico delle città e l'accessibilità del loro territorio e, dall'altro, la qualità di vita e la tutela ambientale.Di fronte a queste problematiche dalle molteplici implicazioni, occorre uno sforzo comune per incentivare la ricerca di soluzioni innovative e ambiziose in materia di trasporto urbano, che permettano di rendere le nostre città più agibili, più accessibili, più sicure e meno inquinate. Proprio in questa prospettiva si sviluppano le riflessioni contenute nel Libro Verde della Commissione europea intitolato "Verso una nuova cultura della mobilità urbana".Poichè la mobilità urbana deve agevolare lo sviluppo economico delle città, la qualità della vita degli abitanti e la tutela dell'ambiente cittadino, proprio in questa prospettiva – viene sottolineato nel Libro Verde – le città europee devono affrontare cinque sfide, da vincere nell'ambito di un approccio integrato: e per un traffico scorrevole nelle città. Non esiste un'unica soluzione al problema della congestione. Si dovrebbero comunque rendere più attraenti e sicure le alternative all'uso dell'automobile privata, come spostarsi a piedi, in bicicletta, con i mezzi pubblici o in moto-cicletta e motorino. Si dovrebbepermettere ai cittadini di ottimizzare i loro spostamenti grazie a combinazioni efficienti di varie modalità di trasporto. È stato dimostrato che la congestione può essere attenuata anche con sistemi " intelligenti" e flessibili di regolazione del traffico stradale; r per una città più pulita. Il trasporto è uno dei settori più difficili da regolamentare in termini di emissioni di CO2. Nonostante i progressi della tecnologia automobilistica, la crescita del traffico e lo stile di guida "a singhiozzo" tipico della circolazione urbana fanno delle città una delle principali fonti di emissioni di CO2, in continua espansione. Tali emissioni sono uno dei fattori determinanti dei cambiamenti climatici, che stanno alterando in maniera preoccupante l'ecosistema del nostro pianeta, per cui è diventato urgente adottare misure di contenimento dell'impatto; t per un trasporto urbano più intelligente. L'elaborazione dei dati sul traffico e sui percorsi più frequentati può fornire informazioni, assistenza e controllo dinamico del trasporto a passeggeri, conducenti, operatori del parco veicoli ed esercenti delle reti. Alcune applicazioni sono già in uso per il trasporto stradale, ferroviario e fluviale. Nei prossimi anni queste applicazioni saranno potenziate dal sistema satellitare Galileo, che consentirà una localizzazione più precisa dei singoli mezzi; u per un trasporto urbano accessibile. L'infrastruttura urbana – comprendente strade, piste ciclabili ma anche treni, autobus, spazi pubblici, parcheggi, fermate di autobus, stazioni, e così via – dovrebbe essere di qualità ottimale. Si richiedono anche collegamenti efficienti all'interno della città e con il retroterra, tra le reti urbane e interurbane, nonché con la rete transeuropea dei trasporti (Ten-T). È particolarmente importante disporre di buoni collegamenti con gli aeroporti, le stazioni ferroviarie e i porti, nonché con le piattaforme intermodali per il trasporto di merci, in modo da interconnettere le varie modalità di trasporto collettivo;.

venerdì 16 gennaio 2009

Usa, sviluppo dell’eolico e migliorare l’efficienza energetica, un gran volano per l’economia

Da apnorama
Il presidente eletto americano ne è convinto: investire sulle energie rinnovabili è un affare. Per questo Barack Obama ha annunciato che intende varare un piano decennale da 150 miliardi di dollari nell’eolico, nel solare e nei biocarburanti, prendendo tre piccioni con una fava: inquinare meno, ridurre la dipendenza energetica e creare un volano per l’economia che genererà, si stima, 5 milioni di posti di lavoro.
Si può fare altrettanto in Italia? In misura ridotta sì, e senza gravare sulla finanza pubblica. La fonte di energia rinnovabile più efficiente e con maggiore spazio di crescita è quella eolica. Oggi in Italia i generatori a vento hanno una potenza pari a quasi 3 mila megawatt e coprono appena il 2 per cento del fabbisogno nazionale di elettricità. Uno studio dell’Associazione nazionale energia del vento (Anev) mostra che entro il 2020 sarebbe possibile passare a 16 mila megawatt installati, coprendo così dal 7 al 9 per cento del fabbisogno. I mulini salirebbero dagli attuali 3.500 a circa 10 mila, limitando al minimo possibile, ritengono all’Anev, l’impatto sul paesaggio.
Questo sviluppo sarà finanziato dai certificati che devono comprare le aziende più inquinanti, quindi senza prendere un euro dallo Stato. «In più» sottolinea Simone Togni, segretario generale dell’Anev, «una ricerca condotta con la Uil (presentata il 28 novembre) mostra che i posti di lavoro nel settore passerebbero da 13 mila a 66 mila e, parallelamente, verrebbe stimolato lo sviluppo di nuove aziende. Quello che chiediamo al governo è di rendere più semplici le procedure, come già stabilito dalla legge».
Altro fronte su cui puntare è l’efficienza energetica: un rapporto curato dal Politecnico di Milano per Greenpeace indica che in Italia esiste un potenziale di risparmio ottenibile entro il 2020 superiore al 20 per cento fissato dal pacchetto clima europeo. Questa efficienza si può ottenere migliorando le tecnologie usate attualmente nelle case, negli uffici e nelle industrie (motori elettrici, sistemi di condizionamento dell’aria, elettrodomestici, illuminazione...). Basti pensare che un frigorifero comprato ora consuma un terzo rispetto a quelli degli anni 90. Ma il bello è che, oltre a tagliare 50 milioni di tonnellate di CO2, una maggiore efficienza energetica creerebbe in Italia, secondo il Politecnico, 60 mila posti di lavoro in 14 anni.

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

Risparmio energetico, niente più stretta Irpef retroattiva

Niente più stretta retroattiva per la detrazione Irpef del 55% sulle spese sostenute per le ristrutturazioni volte al risparmio energetico. La marcia indietro è stata decisa dalle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera ed è ora al vaglio del Parlamento. Per le spese future, sostenute a partire dal primo gennaio 2009, dovrebbe quindi restare la detrazione del 55% ma verrebe restituita in 5 anni anzichè in 3, come per gli avveniva in passato. Debora Rosciani ne parla a Salvadanaio a partire dalle ore 12 con Valeria Erba, presidente Anit, Associazione nazionale per l'isolamento termico e acustico e con Luca De Stefani, esperto in materia fiscale per Il Sole 24 Ore

giovedì 15 gennaio 2009

Raccolta pneumatica dei rifiuti a CityLife: Milano come Stoccolma

«Sparati» nel sottosuolo. Si comincia dalle case di lusso di Milano CityLife, dice Il Corriere della Sera

Il primo appuntamento sarà con i grattacieli «storti». La centrale di stoccaggio interrata sotto il nuovo parco
Sparati a 70 chilometri l'ora nel sottosuolo: carta, plastica, frazione umida, indifferenziata. Milano si prepara a rivoluzionare la raccolta dei rifiuti. Prima nelle case di lusso del nuovo quartiere di Milano CityLife, poi ai Navigli, quando si trasformerà in isola pedonale.Semplici prove d'orchestra per il gran concerto finale: il nuovo quartiere dell'Expo, quello che, a detta del sindaco Letizia Moratti, dovrà diventare un modello di sostenibilità ambientale per tutta Italia.Milano copia Stoccolma ed è pronta a importare la raccolta pneumatica dei rifiuti. Al punto che la Moratti vuole inserire, nel regolamento urbanistico, il seguente codicillo: ogni nuovo insediamento urbanistico dovrà prevedere la raccolta pneumatica dei rifiuti. Sistema semplice. Tre o quattro bocchettoni piazzati sul pianerottolo di casa o in strada, collegati da una fitta rete di tubi sotterranei a una centrale, dove un gigantesco aspiratore risucchia i rifiuti. Ad Hammarby Siostad, il quartiere paradiso degli ambientalisti svedesi, dove si ricicla anche l'acqua delle fognature per recuperarne il calore, sono spariti dalle strade i camion della spazzatura. E non si vede un sacchetto all'esterno neanche per un minuto. La Moratti, nella sua visita settembrina a Stoccolma, si è innamorata del progetto. E da ieri una delegazione milanese formata dall'assessore all' Ambiente, Edoardo Croci e e dal presidente di Amsa, Sergio Galimberti, più una nutrita schiera di tecnici, si è trasferita nella capitale scandinava per incontrare i vertici di Envac, la società che ha brevettato la raccolta pneumatica e l'ha esportata nel mondo.Il primo appuntamento sarà con i grattacieli «storti» della vecchia Fiera. Il progetto di massima c'è già: la raccolta pneumatica servirà 15 mila tra inquilini e uffici di CityLife. La centrale di stoccaggio sarà totalmente interrata sotto il nuovo parco e sarà raggiungibile dai camion dell'Amsa grazie a uno svincolo nel tunnel. I costi – circa 6 milioni di euro - saranno a carico della cordata vincitrice del bando di gara, mentre la gestione sarà affidata ad Amsa.«Il sindaco – precisa il presidente Galimberti — è entusiasta del nuovo sistema e ritiene che sia applicabile anche a Milano ove possibile, ossia in tutte le nuove strutture e nei nuovi insediamenti. Stiamo lavorando anche su Garibaldi-Repubblica ». L'altro appuntamento riguarda il sito dell'Expo. Nel dossier di candidatura, gli spazi che ospiteranno i padiglioni dovranno garantire un bassissimo impatto ambientale. «La raccolta pneumatica — conferma l'assessore Croci — non è stata inserita nel dossier di candidatura, ma è un'opportunità da considerare. Anche perché grazie alla società Expo sarà sotto il pieno controllo del pubblico. Quindi, si può cominciare a lavorarci da subito ». Ma Croci ha in mente anche un'altra «applicazione» dell'aspirapolvere mangia-rifiuti: «Quando partirà l'isola pedonale dei Navigli e si faranno i lavori per strade e marciapiedi si potrebbe sperimentare la raccolta pneumatica anche nei luoghi della movida».

Green per essere in style

Viaggio nel mondo ecologista: da Schwarzy al New Deal di Obama. Sul Sole 24 Ore

Quasi fantascienza. Energia rinnovabile? Ecologia? Sostenibilità ambientale? Fino a poco tempo fa era il vessillo che sventolavano predicatori solitari, irriducibili idealisti e visionari. Oggi qualcosa è cambiato. Forse proprio grazie alla crisi finanziaria. Pensare in "verde" non è più solo la prerogativa di ambientalisti barricaderi, ma diventa la parole d'ordine di multinazionali, colossi finanziari e Governi, a partire dal nuovo presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che sulla riconversione ecologica vuole fondare il suo New Deal.IL, il maschile del Sole 24 Ore, in edicola domani con il quotidiano, compie un viaggio attraverso la "rivoluzione verde", un cambiamento epocale che tuttavia è ancora molto lontano dal compiersi pienamente. A simboleggiare la svolta è stato scelto un testimonial famoso, che ha fatto dell'impegno per l'ambiente una scelta politica. È Arnold Schwarzenegger, già Terminator cinematografico e oggi governatore della California. Per lui, l'amico dei Suv pentito, la sostenibilità è l'unico modo per costruire uno sviluppo migliore. Come racconta Daniela Roveda da Los Angeles «per i californiani è l'angelo custode dell'ambiente. Il "governator" che vuole reinventare il futuro economico del suo Stato puntando sulle nuove tecnologie pulite. Dando il buon esempio agli Usa e al mondo intero».Un mondo che guarderà al 20 gennaio come a un momento simbolico anche per la "rivoluzione verde": con l'insediamento a Washington di Barack Obama, scrive Marco Magrini, «in un solo giorno, quel giorno, il Paese più energivoro del pianeta si convertirà dalla fede nei combustibili fossili a quella nelle energie rinnovabili». Ora gli Stati Uniti si apprestano a varare un piano per ridurre dell'80% le emissioni di anidride carbonica entro il 2050. Una sterzata radicale rispetto all'amministrazione Bush.Il "Green New Deal" verrà guidato idealmente da un premio Nobel per la Fisica, Steven Chu, neo-segretario dell'Energia. Come commenta Mario Margiocco: «Chu dovrà realizzare e gestire la promessa di Obama di massicci interventi - 150 miliardi in dieci anni - nelle energie rinnovabili, destinate ad essere il "Progetto Apollo", cioè lo sbarco sulla luna, degli anni 2000».Gli indizi che il green style sta prendendo sempre più piede sono vari e molteplici. A Londra è stato addirittura fondato un club, The Hub, dove si ritrovano aspiranti tecno-inventori di progetti sostenibili per il pianeta. In Danimarca piccole comunità sono già in grado di essere autosufficienti usando solo l'elettricità prodotta dalle pale eoliche.E il sole diventa una fonte sempre più facile da sfruttare: secondo il colosso cinese dei pannelli solari Suntech Power tra cinque anni il fotovoltaico produrrà energia allo stesso costo delle centrali a carbone. Anche il distretto di San Francisco si sta riconvertendo all'ecologia. Come scrive Simone Filippetti: «La next wave che parte della baia, destinata a cambiare l'industria e la società, sarà l'ambiente». Qui fioriscono piccole società che sviluppano tecnologie verdi per poi commercializzarle.Ma non sono solo le aziende a mostrare una nuova sensibilità verso lo sviluppo ecocompatibile. Anche il più grande creatore di miti del mondo, epicentro da cui si irradia un immaginario comune ormai globale, si è votato al green style. Hollywood, la macchina dei sogni, ha cominciato a sfornare da un po' di anni film e personaggi con il pallino per l'ambiente. Il telefilm culto 24, sostiene Arnalda Canali, «è stata la prima serie tv, nel 2001, a dare il via alla produzione eco-friendly con generatori elettrici alimentati a biodiesel, auto ibride, energia da fonti rinnovabili ». Nell'ultimo 007, Quantum of solace,

mercoledì 14 gennaio 2009

Energie alternative, sarà un anno duro

Dal Corriere della Sera

Sarà un anno duro anche per le energie alternative, il 2009. Per quelle eoliche prima di tutto. La Germania, tra i Paesi che ci ha investito di più, si prepara a un rallentamento considerevole della crescita del settore: la Siemens, che fa le turbine, sta per esempio considerando l'ipotesi di ridurne la produzione. I grandi piani di «colonizzazione » di aree al largo del Mare del Nord con impianti a energia eolica sono in via di revisione. Le società piccole e medie che hanno puntato su questa tecnologia stanno correndo a rivedere i piani. E la tendenza tocca un po' tutti i maggiori Paesi europei.Il fatto è che gran parte delle pale e degli impianti che ci stanno collegati sono finanziati a debito perché, a parte alcune eccezioni, gli operatori non hanno i muscoli finanziari per fare da soli: a causa della crisi bancaria, però, queste imprese hanno visto aumentare i costi del credito di almeno il 2% da settembre. I margini di guadagno si sono cioè ridotti quando non annullati e molti piani sono stati già ridimensionati. Secondo la società di consulenza Accenture, nei prossimi due anni gli investimenti in progetti eolici potrebbero ridursi del 30%. Emerging Energy Research, società di analisi specializzata in questa industria, prevede che quest'anno la crescita mondiale dell'energia dal vento sarà del 14%, meno della metà dei ritmi degli ultimi anni.Nei giorni scorsi, la crisi del gas tra Russia e Ucraina che ha colpito almeno 18 Paesi europei ha confermato che lo sviluppo di fonti energetiche alternative agli idrocarburi è essenziale. In un Paese come la Germania, dove gli impianti nucleari sono in fase di chiusura e i pannelli solari sono meno efficaci che a Sud, il vento è una scelta importante: ormai si è affermato come la principale energia alternativa. La crisi che sta arrivando, dunque, non sarà probabilmente fatale, al settore. Gli esperti, però, prevedono che gli obiettivi al 2010 non saranno raggiunti prima del 2012, a meno che il governo di Berlino — per la verità già molto appesantito finanziariamente dai pacchetti di stimolo all'economia — non decida di intervenire direttamente.La crisi non è solo tedesca. Qualche settimana fa, la britannica Centrica, che sta sviluppando impianti eolici off-shore, ha detto che i costi di investimento per produrre un megawatt dal vento sono arrivati ormai a tre milioni di sterline, dai due di un anno prima: a questi prezzi, sarebbe più economico costruire centrali nucleari — ha aggiunto.

L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni

Italia, l’energia del vento. In un anno 37%

Il dato è di questa settimana. Chiusi i conti relativi al 2008 è risultato che l’energia del vento in Italia ha avuto un balzo insperato, passando da 2.726 megawatt di potenza totale installata a 3.743 megawatt. Più di mille megawatt aggiuntivi, pari a una crescita record del 37%. Nel corso del 2008, i 3.640 aerogeneratori installati nel nostro Paese, hanno prodotto oltre 6 miliardi di kilowattora, cioè il 2% dei consumi elettrici, e alimentato i bisogni di 6,5 milioni di italiani. Non sono ancora disponibili le esatte prestazioni degli altri Paesi europei nell’anno appena trascorso, ma sembra che intanto abbiamo risalito la classifica e conquistato il terzo o quarto posto per potenza eolica installata, dopo Germania, Spagna e probabilmente Francia.

martedì 13 gennaio 2009

Milano finalista al mondiale di trasporto sostenibile

Da Finanza & Mercati

Anche Milano è in gara per il premio di città modello per le politiche di trasporto urbano. La cerimonia di premiazione dell’International Award for Sustainable Transport per incoronare la città nel mondo che maggiormente si è distinta nelle politiche di trasporto a tutela dell’ambiente, si svolgerà il prossimo 13 gennaio. In lizza 5 metropoli: New York, Istanbul, Città del Messico, Milano e strano a dirsi, anche l’inquinatissima Pechino. Ognuna delle finaliste è stata selezionata per un preciso progetto portato avanti nel 2008: eccoli.New York: per l’attuazione del PlaNYC 2030 del sindaco Michael Bloomberg con cui si è dato spazio a piste ciclabili, a giornate di blocco del traffico, implementando inoltre il servizio pubblico. Il dipartimento del trasporto newyorkese ha inoltre provveduto a riciclare il 40% dell’asfalto stradale.Pechino: per aver attivato restrizioni al trasporto cittadino anche dopo il periodo dei giochi olimpici. Tale limitazione, che impone ai proprietari di lasciare l’automobile a casa un giorno a settimana, ha ottenuto una riduzione del parco auto circolante quotidianamente di 800.000 veicoli. La città ha inoltre aggiunto una nuova linea di metropolitana, aumentato la flotta di autobus, riducendo invece i veicoli governativi del 30%. Inoltre un terzo del corpo di polizia è ora dotato di biciclette standard ed elettriche per le operazioni di pattugliamento. Milano: per l’introduzione dell’Ecopass, il primo provvedimento ambientale al mondo nel settore dei trasporti urbani basato sul principio dell’Unione Europea «Chi inquina paga». Milano inoltre ha varato il suo programma di biciclette condivise BikeMi, con 1.300 biciclette e 103 stazioni. Istanbul: per aver dato il via a Metrobus, un sistema Brt (Transito rapido di Autobus) che ora trasporta 450.000 passeggeri al giorno oltre 43 chilometri di strada preferenziale. Metrobus è stato realizzato sulla superstrada, così da poter raggiungere i 40 chilometri orari e riducendo di conseguenza il tempo di viaggio del 75%. Il sistema è integrato anche con la metropolitana e gli attuali servizi pubblici.Città del Messico: per l’attuazione di El Piano Verde, un programma di sviluppo sostenibile che in ambito mobilità ha portato all’ampliamento delle linee Brt e alla realizzazione di diverse piste ciclabili.

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

Bioenergie da expo

Da Italia Oggi

Veronafiere si dà alle bioenergie. E lo fa in grande stile, stringendo una maxi-alleanza con altre due aziende del settore per sviluppare scambi di conoscenze, unire risorse, organizzare eventi. Ma per Veronafiere è anche un'alleanza nel suo stile: visto che non rinuncia alla vocazione «internazionalista» che la caratterizza. E stavolta fa rotta sul Sudamerica. Meglio, su Brasile e Argentina, paesi chiave per lo sviluppo delle bioenergie. Ma andiamo al dunque. Nei giorni scorsi è nata a Saragozza (in Spagna) una nuova società, la «SVZ Fairs»: a costituirla sono Veronafiere, appunto, Feria de Zaragoza (protagonista dell'Expò internazionale 2008) e la Survey marketing & consulting, una società tedesca specializzata nell'organizzazione di eventi internazionali. Le quote di partecipazione sono paritetiche : tutti al 33,3%. E anche l'obiettivo è dichiarato: realizzare un progetto dedicato alle energie rinnovabili chiamato «R-energy». Inizialmente, camminerà su due gambe: due iniziative, una a Buenos Aires (10-12 giugno 2009) e l'altro a San Paolo (17-19 giugno 2009). Più in la è in agenda una terza edizione, in ottobre, in Turchia. Per il direttore generale Veronafiere, Giovanni Mantovani, «si tratta di un'iniziativa di forte impatto strategico, mai attuata nell'ambito fieristico internazionale, specie per le caratteristiche imprenditoriali degli attori». Target degli espositori e settori merceologici interessati sono già evidenti: macchinari, tecnologie e servizi nei comparti dell'energia eolica, idroelettrica e marina, energia solare (fotovoltaica, termica e termoelettrica), geotermia, energie rinnovabili da fonte agricola (biomasse, biogas, biocarburanti), idrogeno e waste to energy

lunedì 12 gennaio 2009

Caccia grossa alla Co2

Catturare l'anidride carbonica che c'è nell'aria. E seppellirla sotto terra. Non è facile, ma si può fare. Ecco i progetti in corso, che la Ue vuole finanziare

A qualcuno può apparire come nascondere la spazzatura sotto lo zerbino. Eppure, da quando tutto il mondo ha deciso che pur di trovare un sistema per ridurre la quantità di anidride carbonica presente in atmosfera tutte le strade sono buone, la 'carbon sequestration', cioè la cattura della CO2, è diventata missione prioritaria. L'ultimo rapporto dell'Energy Technology Prespectives 2008, condotto dall'Agenzia Internazionale dell'Energia (Iea), conferma infatti un forte trend di aumento delle emissioni di anidride carbonica collegate agli usi energetici. Gli analisti della Iea stimano un incremento delle emissioni del 130 per cento entro il 2050, rispetto ai livelli del 2005: dagli attuali 27 miliardi di tonnellate per anno a 62 miliardi di tonnellate per anno del 2050. Secondo l'Intergovernal Panel on Climate Change, raggiungere questo livello di emissioni comporterebbe conseguenze incalcolabili sull'uomo e sul pianeta. Sarebbe una vera e propria catastrofe, quella per intendersi descritta nel libro 'Sei Gradi' di Mark Lynas (Fazi Editore) in cui la vita, così come la conosciamo, sarà possibile solo in alcune ristrette aree intorno ai due Poli. Proprio per evitare questa catastrofe sono in molti a ritenere che anche la carbon sequestration possa fornire un supporto che vale la pena di esplorare. Prima di tutti ne è convinta l'Unione Europea che ha deciso di dare il via a una dozzina di impianti pilota che dimostrino l'efficacia su scala industriale di questa tecnologia. Del resto sono stati proprio gli europei quelli che per primi l'hanno messa in atto. Il primo impianto per la cattura geologica dell'anidride carbonica è infatti stato realizzato nel Mare del Nord a 250 chilometri dalle coste della Norvegia. Nell'immenso giacimento di Sleipner infatti la compagnia petrolifera norvegese Statoil ha iniziato a iniettare all'interno dello stesso giacimento a 2.500 metri sotto il livello del mare l'anidride carbonica presente in eccesso all'interno del metano che estraeva dallo stesso impianto. Con il passare degli anni questa tecnica ha permesso alla Statoil non solo di ottimizzare l'estrazione del metano dal giacimento, ma anche di risparmiare diverse centinaia di milioni di euro in termini di carbon tax. Nel giacimento di Sleipner ogni anno infatti viene sepolto un milione di tonnellate di anidride carbonica. Il successo di questa iniziativa ha spinto la Norvegia ad aprire un secondo impianto per la 'sequestrazione geologica' dell'anidride carbonica, stavolta nel Mare di Barents, in altro giacimento di gas naturale, quello di Snohvit. Attualmente in questo secondo impianto la Norvegia riesce a stoccare 700 mila tonnellate di CO2 ogni anno. Un altro impianto per lo stoccaggio di anidride carbonica all'interno di giacimenti di gas naturale è quello di In Salah nel cuore del Sahara algerino, che permette di sequestrare 1,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica prodotta dalla raffinazione del metano ogni anno.


Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

A Monaco va in scena la bioedilizia

Dal Sole 24 Ore

L'Europa, che rappresenta circa il 32% dell'attività edilizia mondiale, nonostante una previsione per il 2009 di un -4/5%, riprenderà a salire già dal 2010 per arrivare a un fatturato di fine anno 1,52 miliardi di euro.Secondo Eurconstruct, questo avverrà grazie ai nuovi Paesi dell'area europea, ma anche grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie per l'adeguamento degli edifici ai cambiamenti climatici. Al Bau, la più importante fiera internazionale di tecnologie e sistemi edilizi che si svolgerà a Monaco dal 12 al 17 gennaio, con 1.800 espositori, oltre metà degli spazi è dedicata proprio all'efficienza energetica e alla presentazione di materiali e tecniche di progettazione e costruzione per le nuove condizioni ambientali.Tecnologie così avanzate che i visitatori troveranno interi padiglioni dedicati per esempio a materiali come l'acciaio inossidabile e l'alluminio, sino a ora considerati "sensibili" e molto difficili da trattare ma presentati con soluzioni nuove in base alle richieste del mercato europeo e tedesco in particolare: lunga durata a fronte dei climi più estremi, basso livello di manutenzione e altissima riciclabilità.Investire come ha fatto da sempre la Germania (il 1Úmercato immobiliare europeo) in sostenibilità ambientale – e nel 2009 i consumi energetici delle case avranno un altro taglio del 30% – rende nel breve e nel lungo periodo.L'associazione tedesca dell'edilizia (B.b, Bundesvereinigung Bauwirtschaft), nonostante la caduta generalizzata degli acquisti che ha visto proprio la Germania all'ultimo posto per le nuove case, chiude infatti il 2008 con un fatturato degli associati in crescita del 2,1 per cento. Al Bau (www.baumuenchen. com) su iniziativa dei governi federale e bavarese, si svolgerà un congresso dedicato proprio al futuro dell'edilizia sostenibile ed efficiente e ogni giorno esperti presenteranno in un Forum quotidiano le tecnologie e le applicazioni per l'adeguamento di materiali e tecnologie alle nuove sfide del clima.