La sostenibilità ambientale non come un costo, ma piuttosto come una strategia competitiva moderna che può aiutare l'impresa a crescere e a sviluppare ulteriori profitti. Convinzione valida soprattutto in un momento come quello attuale, caratterizzato da una decrescita dei consumi e da un aumento dei costi di input. Lo scorso giugno, a Monaco (Germania), oltre 750 top manager di aziende produttrici e retailer del comparto food & drink hanno dato vita al consueto confronto internazionale sul food business mondiale nell'ambito di Cies. Tema del summit di quest'anno è stato il rapporto fra crescita aziendale e sostenibilità. Una crescita organica Nel corso dell'incontro, Kpmg è riuscita a intervistare circa 200 dei presenti. Le loro risposte sono state utilizzate per tracciare un percorso delle strategie di crescita del comparto, in rapporto alla responsabilità sociale d'impresa. In primo luogo le imprese preferiscono crescere in maniera organica piuttosto che tramite acquisizioni, fusioni o joint venture, tant'è che in tutto il mondo sono raddoppiati i programmi di sviluppo organico sostenibile. La maggior parte delle società intervistate è, inoltre, orientata a un incremento del giro d'affari nei mercati nei quali è già presente. Infatti, benché parecchie imprese siano attratte dalle opportunità commerciali offerte dai paesi emergenti, puntare su tali nazioni può costituire un rischio: le economie di queste regioni potrebbero continuare a crescere così come potrebbero subire repentini tracolli. Dunque molti operatori del segmento dichiarano di preferire investimenti in nuovi prodotti da destinare ai mercati che meglio conoscono. (da Mark up)
Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.
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