mercoledì 28 gennaio 2009

Presidio dei comitati cittadini contro gli inceneritori di Formigoni

Il piano del Pirellone intende aumentare il numero di termovalorizzatori, dice il Manifesto

La stragrande maggioranza della classe politica italiana, di tutti gli schieramenti, dimostra di non possedere adeguata conoscenza e responsabile coscienza di quanto strategica e decisiva sia la politica dei rifiuti: sul piano della salute e della sostenibilità ambientale, della produzione e del consumo in modo sano e sobrio e pulito. La drammaticità della questione dei rifiuti non è limitata all'area napoletana e campana: è nazionale. Puntare prioritariamente sull'incenerimento e sulle discariche, da parte di tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi venti anni, significa rimanere fermi al vecchio disastroso modo di produrre; significa aumentare l'inquinamento e peggiorare le condizioni climatiche ed ambientali; significa precludersi la strada verso l'innovazione tecnologica e lo sviluppo delle energie alternative rinnovabili e pulite. Il nome giusto e appropriato è inceneritore: l'impianto che brucia i rifiuti; e non esiste e non potrà esistere una macchina che bruci in maniera innocua e pulita: "Nulla si distrugge..."! Cinica mistificazione: l'inceneritore diventa termovalorizzatore. E' falso: non valorizza energia e quella poca che produce non riduce fumi e fanghi velenosi che vanno in discarica, non riduce i 270 tipi di inquinanti che emette (in particolare le micropolveri PM10 e PM2,5). Si tratta di una specie di falso ideologico per giustificare i 53 miliardi di euro all'anno che i gestori degli inceneritori incassano in Italia tramite il 7% in più sulla nostra bolletta energetica, come (Udite! Udite!...) incentivo alla voce "fonti rinnovabili"!? E' più appropriato chiamare l'inceneritore un cancrovalorizzatore. Da uno studio dell'Istituto di fisiologia clinica del CNR di Pisa emerge "un eccesso di mortalità" nei 25 comuni con inceneritore esaminati. Inquietante l'allarme lanciato dalla F.I.M.M.G. (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale): «L'incenerimento dei rifiuti, fra tutte le tecniche di smaltimento, è quella più dannosa per l'ambiente e per la salute umana...Gli inceneritori producono polveri finissime che sfuggono ai filtri di depurazione, non vengono nemmeno misurate e costituiscono un rischio sanitario ben più grave delle polveri del traffico. Gli inceneritori emettono inquinanti cancerogeni ...centinaia di sostanze di cui è sconosciuto l'impatto sulla salute umana. L'incenerimento trasforma anche i rifiuti innocui, come imballaggi e scarti di cibo, in componenti tossici e pericolosi...». Su 52 inceneritori che avvelenano il bel Paese, ben 13 sono in Lombardia! E, come se non bastassero, Formigoni Moratti e Penati ne vogliono costruire altri e potenziare quelli esistenti (tra cui quello di Desio, dove un comitato molto preparato e deciso dà battaglia su tutti i fronti). Il trio fa a gara per riservarsi localizzazione, e partecipazione al business (il cui incentivo è stato confermato dalla L. 210/dic.2008). Moratti nel suo comune (zona 5, parco sud), Penati nel suo territorio sestese dove dal 2002 il vecchio e malridotto inceneritore costituisce una vera bomba ecologica! I cittadini e le associazioni più consapevoli hanno dato vita a un Coordinamento dei comitati dell'area metropolitana milanese contro la dissennata politica dell'incenerimento. Le loro proposte alternative, coerenti con le norme europee, si fondano sulla cultura ecologica e sulle metodologie e tecnologie Rifiuti zero: Riduzione - Raccolta differenziata- Recupero-Riciclo-Riuso. E' l'altro modo di produrre e consumare. Si contribuisce a ridurre le emissioni di CO2 e di gas serra. Si tutela la salute. Si migliorano ambiente e qualità della vita. Ed è bene sapere che negli altri paesi europei ed occidentali non si costruiscono più inceneritori. Oggi dalle 9 alle 17, presidiomanifestazione al Pirellone in Piazza Duca d'Aosta per contestare il piano formigoniano dei rifiuti incentrato sull'incenerimento (viene inoltrata dettagliata denuncia alla Commissione europea per violazione di norme). Venerdi 30 gennaio alle 21, presso il Centro sociale Silvia Baldina in Via Forlì 15, Sesto San Giovanni, Assemblea per la chiusura dell'inceneritore di Sesto che, sito in un'area densamente urbanizzata e vicino ad asili e scuole, è obsoleto e quindi ancor più pericoloso per la salute pubblica.

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