venerdì 19 dicembre 2008

In Borsa l'«oil» resiste di più delle «rinnovabili»

Dal Sole 24 Ore

Erano una grande speranza degli investitori (in particolare di quelli socialmente responsabili), ma non sono stati risparmiati dallo tsunami finanziario. I titoli delle energie alternative sono stati travolti oltre modo dall'ondata ribassista, come dimostra il fatto che l'indice Stoxx Europe Alternative Energy (rappresentativo delle principali aziende europee del settore quotate in Borsa) ha perso da inizio anno il 59,4% in euro, contro il 41,8% dello Stoxx 600. Quel che forse è più deludente per chi aveva puntato sulle «rinnovabili» è che le aziende petrolifere tradizionali hanno resistito molto meglio in questo drammatico 2008, perdendo "solo" il 29,7% (come misurato dall'indice Stoxx Oil & Gas Producers). Il crollo del prezzo del petrolio (dai 147 ai 40 dollari al barile in un semestre) ha quindi colpito assai più duramente le quotazioni dei produttori di energia pulita rispetto a quelle dei grandi oilers. Uno dei motivi è che il greggio più conveniente riduce l' incentivo economico a generare energie rinnovabili.

L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni

Microalghe modificate per produrre biocombustibili

Anche le microalghe potrebbero presto entrare come materia prima in un ciclo produttivo di biocombustibile: è la proposta avanzata in un numero speciale dedicato all’energia della rivista on-line ad accesso libero “Optics Express”, edito dalla Optical Society of America (OSA) dai ricercatori dell’Università della California a Berkeley.
Nel corso dello studio, questi organismi sono stati modificati geneticamente per minimizzare il numero di molecole di clorofilla necessarie per sfruttare la radiazione luminosa senza compromettere il processo di fotosintesi all’interno delle cellule. Con questa modifica, invece di produrre una quantità maggiore di molecole di zucchero, le microalghe potrebbero produrre idrogeno o idrocarburi.I ricercatori di Berkeley hanno identificato le istruzioni genetiche nel genoma di una specie di alga responsabili del dispiegamento di circa 600 molecole di clorofilla nelle 'antenne' che, nelle cellule, sono predisposte alla raccolta della luce. Per questa operazione, essi ritengono che ne possano bastare solo 130.L’obiettivo degli scienziati è quello di modificare la normale funzione di fotosintesi convertendola dalla generazione di biomassa alla sintesi di sostanze quali lipidi, idrocarburi e idrogeno. Tasios Melis, uno dei coautori dell’articolo, sostiene che le antenne che contengono clorofilla nelle alghe aiutano tali organismi a competere per l’assorbimento della luce del sole e a sopravvivere in ambienti in cui essa è spesso limitata. Le microalghe sono organismi ideali per questo tipo di sfruttamento grazie al loro alto tasso di fotosintesi: esse, infatti, sono circa 10 volte più efficienti delle specie vegetali che vivono sulla terraferma come la canna da zucchero, il mais e il panico verga (Panicum virgatum), spesso considerate fonti possibili di biocombustibili.

giovedì 18 dicembre 2008

Via libera al rapporto di sostenibilità Finmeccanica

DA MF

Finmeccanica ha presentato ieri il suo rapporto di sostenibilità, uno strumento in grado di misurare, attraverso opportuni indicatori e performance economiche, le politiche sociali e ambientali realizzate dal gruppo nel 2007. Scopo del report è dar conto «di quel valore intangibile dell'azienda generato da indicatori non strettamente economici quali il ruolo sociale dell'impresa, la capacità di attrarre i migliori talenti, l'attenzione alla salute e alla sicurezza, all'ambiente e allo sviluppo sostenibile, l'impegno in campo sociale e culturale». «Per un gruppo industriale che aspira a crescere», ha dichiarato il presidente e amministratore delegato, Pier Francesco Guarguaglini, «l'attenzione allo sviluppo sostenibile è insieme un dovere etico e un atto di lungimiranza in grado di assicurare, allo stesso tempo, un successo imprenditoriale forte e di lunga durata». Secondo il manager, la società ha intrapreso da qualche anno un cammino all'insegna del progresso costante, integrando fin dall'inizio l'attenzione alla sostenibilità nel disegno strategico e nei modelli di governance.

All’auto 180 mln, ma per la ricerca

Da Finanza & Mercati
Scajola: «Attenzione alla sostenibilità ambientale e all’efficienza energetica. Aiuti in linea con l’Ue».
Il ministro Claudio Scajola apre agli incentivi all’auto, ma con moderazione e solo per «l’innovazione». Intanto la Fiat frena sul lancio dei nuovi modelli. «Con il bando della mobilità sostenibile distribuiremo 180 milioni di euro di incentivi a partire dalle prossime settimane - ha detto ieri il ministro dello Sviluppo Economico nel corso del question time alla Camera - finanziando progetti di ricerca e innovazione presentati tra gli altri dal centro ricerche Fiat, dall’Iveco e dalla Magneti Marelli».

L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni

mercoledì 17 dicembre 2008

L'acqua nei capolavori

Una grande rassegna a Palazzo Reale che ripercorre la storia millenaria dell'acqua attraverso capolavori di ogni tempo L'acqua,fin dall'antichità,è simbolo di vita e necessità di ogni essere vivente. Un simbolo alla base di miti ed elemento fondante di tutte le religioni, una necessità che ha provocato guerre e favorito lo sviluppo economico. La storia millenaria dell'acqua e il suo intrecciarsi con quella dell'umanità sono il filo conduttore della mostra "Anima dell'acqua.Da Talete e Caravaggio, da Segantini a Bill Viola" (Palazzo Reale di Milano, fino al 29 marzo 2009).
La mostra è la più importante iniziativa fra quelle previste nell'ambito del progetto EnergiAcqua ideato e realizzato da Fondazione DNArt con la condivisione e il sostegno dell'Assessorato alle Reti e Servizi di Pubblica Utilità e Sviluppo Sostenibile della Regione Lombardia.
Il progetto - che prevede anche il simposio scientifico "Acqua, Sole , Energia" e laboratori didattici interattivi per ragazzi, programmati a Milano fino al prossimo marzo- è stato voluto da Regione Lombardia per aumentare la consapevolezza della necessità di un uso responsabile dell'acqua ed è stato sviluppato interamente sul principio di sussidiarietà. Fondazione DNArt ha raccolto i fondi e stretto le collaborazioni necessarie. (da Il Sole 24 Ore)

Anche le grandi aziende dichiarano di volere sensibilizzare le giovani generazioni sui comportamenti eco sostenibili. Qui il caso dell’Eni, guidata dal suo amministratore delegato Paolo Scaroni.

Le miniere del Chiapas

I«danni collaterali di tipo ambientale» provocati dall'industria mineraria sono il prezzo da pagare per lo sviluppo economico delle regioni montagnose dello stato, dichiarava giorni fa un alto funzionario del governo statale del Chiapas, in Messico. Gli abitanti della Sierra Madre la pensano diversamente: dal mese di ottobre moltiplicano sit-in, marce e campagne controinformative contro le imprese minerarie canadesi e statunitensi che hanno avviato sondaggi geologici ed estrazioni minerarie in quelle terre.Secondo il governo dello stato meridionale messicano, sono in vigore 55 permessi per l'esplorazione mineraria, la maggior parte dei quali scade nel 2056. Di questi, una ventina sono concessioni a imprese prestanome messicane, e permettono l'estrazione di oro, argento, piombo, titanio, zinco, ferro, rame, antimonio, molibdeno, tungsteno. Il territorio interessato include diciannove municipi, fra cui Chicomuselo, Siltepec e Motozintla della zona montagnosa centrale, catalogata ad alto rischio di smottamenti, e i municipi spesso alluvionati di Pichucalco, Rayon, Tecpatan, Coapilla e Huixtlan. Gli abitanti del eijdo di Las Nubes, ai bordi della foresta umida, da tempo si oppongono alla miniera d'oro in Siltepec, preoccupati per la contaminazione di cianuro. A qualche chilometro, in Toquian Grande, è nato un comitato di lotta contro la compagnia mineraria canadese Blackfire Exploration; qui i campesinos hanno denunciato il tentativo di criminalizzarli associandoli a uno sconosciuto e sedicente movimento guerrigliero «Esercito dei Popoli Indigeni». Temono l'installazione di un accampamento militare nella zona, solo perché di oppongono alla costruzione di una strada asfaltata di accesso alla miniera che altererá per sempre i delicati ecosistemi forestali di cui loro vivono. Secondo il «Fronte regionale contro le privatizzazioni», le autorità ambientali «continuano a permettere che le imprese di estrazione del legname distruggano la natura e siano complici dello sfruttamento minerario, che finirá per distruggere completamente le nostre acque ed i nostri coltivi tradizionali, lasciandoci cosí ancora piú esposti alla povertá e alla contaminazione». In Chiapas esiste una tradizione mineraria preispanica, spesso sfruttata dai tour opertor e rispolverata da operatori locali. Di recente a Simojovel, in Chiapas, i tunnel di una vecchia miniera artigianale per estarre ambra fossile sono collassati a 30 metri di profonditá, con un saldo di 2 indigeni morti. Nella zona i piccoli proprietari affittano a prezzi modici il sottosuolo ai minatori indigeni poveri. La preziosa resina fossile è venduta, giá tagliata e incastonata, fino a 1.900 dollari, mentre un minatore guadagna al massimo 28 dollari per 100 grammi di ambra estratta.Come conciliare l'attivitá di estrazione con lo sviluppo di economie locali? In Chiapas, l'ecoturismo e il turismo culturale, la coltivazione del caffé biologico, l'artigianato indigeno, il microcommercio di spezie ed erbe medicinali sono ormai da anni pratiche correnti, mentre i programmi ufficiali puntano su uno sviluppo «sostenibile» costruito sull'allevamento, la depredazione delle risorse idriche da parte delle industrie delle bibite Pepsi e Coca e sull'estrazione forestale e mineraria. Un possibile modello di estrazione mineraria sostenibile esiste: è praticato in casi ancora rari, in Chiapas e in Oaxaca, dove le popolazioni locali sono consultate e coinvolte nel processo di inventario delle risorse e guadagnano una percentuale sull'estrazione, con opere di rimboschimento e risistemazione del territorio. (da Il Manifesto)

martedì 16 dicembre 2008

L'energia pulita di Mr. Shi

Tratto da Il Sole 24 Ore

La crisi finanziaria mondiale e la discesa dei prezzi del petrolio non fermeranno la nuova rivoluzione industriale, basata sul settore delle energie rinnovabili. Il mercato ripartirà, e la Cina, inoltre, sarà la prossima frontiera per sviluppare il business del solare fotovoltaico. Parola di Shi Zhengrong, 45 anni, fondatore e presidente di Suntech Power Holdings, il più grande produttore mondiale di pannelli e moduli fotovoltaici. Scienziato dell'ambiente che veste con disinvoltura i panni dell'uomo d'affari, Shi è un esponente di razza della squadra cinese di nuovi industriali di successo, con radici, studi e fabbrica in madrepatria, ma con ambizioni e mercato mondiali. Ambizioni che in Europa coinvolgono in prima linea l'Italia. A Milano, Shi ha tenuto a battesimo nei giorni scorsi la filiale commerciale di Suntech.Quali saranno le conseguenze della crisi economica sull'industria delle energie rinnovabili?Uno dei modi in cui si descrive questa crisi finanziaria è quello di una sorta di disastro naturale, dal quale nessuno può salvarsi. In effetti, tutte le industrie saranno colpite, compresa l'industria dell'energia solare.Ma io credo che l'impatto sarà temporaneo. La crisi finanziaria potrà finire in tempi relativamente brevi, le vere crisi resteranno invece quelle dell'energia e dei cambiamenti climatici, che richiederanno sforzi molto più importanti per essere risolte. Il mercato ripartirà e sul lungo termine crescerà, soprattutto quando il prezzo sarà a livello di grid parity (il punto al quale il costo dell'energia fotovoltaica è pari o inferiore a quello dell'energia di rete, ndr).La caduta del prezzo del petrolio frenerà gli investimenti nelle energie rinnovabili?Ritengo che non ci sia correlazione tra i prezzi del petrolio e le energie rinnovabili. Come sappiamo, il fatto che il prezzo del petrolio cali non significa che le riserve petrolifere siano in aumento. Anche il calo del prezzo del petrolio è quindi un fenomeno temporaneo, indotto dalla crisi mondiale. Se guardiamo al mercato fotovoltaico, vediamo che in questo momento è un mercato sussidiato dai Governi, in alcuni casi in maniera crescente. Come mai lo sussidiano, se il prezzo del petrolio è in calo? Perché sempre più nazioni sono consapevoli di dovere diventare indipendenti dal petrolio, al di là della temporanea percezione del calo dei prezzi.Nel settore delle energie alternative si assiste a una crescente concorrenza tra Paesi emergenti, soprattutto Cina, ed Europa e Stati Uniti. Chi vincerà?Nelle rinnovabili, soprattutto nel solare, negli ultimi anni molta gente ha ottenuto buoni profitti, e quindi non è sorprendente che sempre più investitori siano attirati da questa industria. Ma i protagonisti di questo settore non sono tutti uguali. Un primo tipo di player, tra i quali ci siamo noi di Suntech, ha una vera e propria "vision" e crede che l'energia solare potrà fornire una soluzione radicale per il pianeta e per i nostri figli. Ma c'è un secondo tipo di player, per i quali questo settore è una specie di corsa all'oro. Che entrano sul mercato, fanno qualche profitto e poi, quando pensano che sia il momento opportuno, ne escono. Noi crediamo che siano i player dotati di "vision" quelli che possono realmente offrire prodotti di qualità a costi competitivi.Cosa si aspetta dal mercato italiano?Prima di tutto constatiamo un atteggiamento favorevole nella promozione dell'energia solare, e questo ovviamente ci fa piacere. All'inizio vogliamo seminare sul mercato italiano principalmente attraverso la vendita dei prodotti, aiutando i clienti a conoscere l'energia solare e fornendo assistenza tecnica.

«La sfida è affrontare il dopo Kyoto»

Tratto dal Sole 24 Ore

Una proposta di direttiva, quella appena varata a Bruxelles, che va nella direzione giusta, bilanciando sviluppo e sostenibilità. Che, però, bisognerà seguire negli sviluppi più immediati perché possa produrre tutti i suoi effetti. Aldo Fumagalli Romario, 50 anni, presidente e amministratore delegato del Gruppo Sol (gas industriali) fa il punto della situazione anche nella veste di presidente della Commissione sviluppo sostenibile di Confindustria. E traccia nuovi, possibili, scenari già dietro l'angolo.Fumagalli,a suo parere l'esito del round europeo sull'emission trading è in linea con lo spirito che caratterizza il suo impegno associativo tutto orientato allo sviluppo sostenibile?Penso di sì. Ne sono convinto, non a caso il progetto punta a raggiungere lo sviluppo attraverso la sostenibilità, sia in riferimento alle risorse disponibili sia a quelle attualmente a disposizione dell'intero pianeta. Che, ovviamente, non sono infinite.Qual è stato, secondo lei, lo snodo-chiave del negoziato appena concluso?Il tema emission trading ha trovato una sterzata nel fatto che ci si è focalizzati, alla fine, sulle energie rinnovabili e su un meccanismo premiante. Ma il vero snodo è stato quando il presidente Emma Marcegaglia, impegnandosi in prima persona, ha trovato l'intesa con le altre Confidustrie europee rappresentative di uno degli stakeholder in campo, cioè le aziende. Senza questa azione le conseguenze sarebbero state pesanti, con un sistema basato esclusivamente sull'acquisto di diritti di emissione per le lavorazioni che producono più Co2.Il nuovo progetto di direttiva, a questo punto, dovrà concretizzarsi in un testo definitivo da votare in Parlamento. Cosa ci può aspettare e, soprattutto, cosa c'è dietro l'angolo per gli stakeholder- aziende?Appunto, bisognerà concretizzare il progetto e bisognerà farlo bene. Non è un elemento nè facile nè scontato. Non era semplice, certo, nemmeno pensare a una svolta positiva in così poco tempo, così come si è appena realizzata. Penso che nessuno, soltanto a settembre avrebbe immaginato un simile ribaltamento.Si è molto discusso sulle prospettive di competitività per il sistema delle aziende europee da qui al 2020. Poi, la crisi scoppiata in autunno. E ora ?Ora bisognerà far sì che le questioni di tecnica legale anche in vista delle votazioni parlamentari che renderanno il provvedimento definitivo aiutinoad attuare lo spirito del negoziato in senso non restrittivo. Questa svolta è stata molto positiva. Ha premiato le aziende che si impegnano negli investimenti in energie rinnovabili. Ma non è tutto.In che senso?Trovo che siano molto positive la clausola di revisione e la flessibilità sui crediti per i progetti fatti fuori dall'Unione europea. L'anno prossimo, a Copenhagen, ci sarà un altro summit strategico. Vedremo.Quali criticità è possibile individuare, allo stato dei fatti?Intanto, bisognerà allargare il discorso anche a Stati Uniti e a Cina, India. L'Europa ha dato l'esempio,si è impegnata,ora bisognerà che anche queste nazioni si diano da fare da parte loro. Bisogna considerare che la programmazione pilota per l'immissione del Co2 nel sottosuolo dovrà rispondere al principio di equa distribuzione e quindi dovrà essere effettuata in maniera non squilibrata dal punto di vista pratico.Esistono spazi e margini ancora non ben definiti tra le varie categorie di aziende esentate dall'asta per l'acquisto di diritti di emissione.Alcune aziende consumano energia ma non emettono Co2, specie nel settore della chimica. Quindi sarebbe opportuno trovare una soluzione che non le penalizzi ulteriormente. E che estenda anche a loro il criterio premiante per chi investe in rinnovabili.

Anche i grandi gruppi iniziano a muoversi. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno a favore dell’ambiente

lunedì 15 dicembre 2008

“Energie alternative anti-crisi”

L’ex vice presidente Usa Al Gore mercoledì scorso a Milano ha rinnovato l’appello ad agire ora, riporta il quotidiano L'Opinione.

Stretto nella morsa di due “crisi gemelle”, quella dell’economia e quella dell’ambiente, il pianeta non può più aspettare. Deve muoversi - e in fretta - per far sì che il momento di difficoltà si trasformi in una “opportunità di cambiamento” e rinascita.
Non ha dubbi l’ex vicepresidente degli Stati Uniti, Al Gore, insignito per la sua lotta ambientalista del Premio Nobel per la Pace 2007: il momento di agire è qui e ora. L’ammonimento, l’ennesimo da quando si è guadagnato il premio Oscar con il documentario “An Incovenient Truth - Una Scomoda Verità”, arriva da Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano, mercato toccato duramente dalla débacle dell’economia e della finanza mondiale (come le principali piazze finanziarie mondiali), dove il politico americano ha tenuto mercoledì scorso una lectio. “Le due crisi - ha osservato - rappresentano, al tempo stesso, un pericolo e una opportunità. Abbiamo in mano l’occasione di un grande cambiamento per salvare l’umanità: dobbiamo agire ora nell’economia, nella politica, nel commercio”. Anche perchè “la soluzione dell’una si trova nell’altra. È arrivato il momento di ridurre la dipendenza dal petrolio: parte delle turbolenze geopolitiche avvengono nei Paesi ricchi di petrolio e il mondo industrializzato continua a rimanere ostaggio del saliscendi dei prezzi del greggio”.

Anche i grandi gruppi energetici iniziano a muoversi su questo fronte. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno a favore dell’ambiente

Le energie pulite diventano anche un gioco educativo

L’energia, quella alternativa, diventa anche un gioco educativo. L’iniziativa è della Clementoni che ha lanciato sul mercato "Energie Alternative" con protagonisti l’energia solare, l’idroelettrica, la geotermica, l’eolica. Insomma tutte le nuove fonti alternative che potrebbero ridurre la dipendenza dal petrolio. «Lo scopo è quello di educare, come sempre, divertendo — spiegano dalla Clementoni — Questo non è infatti solo un gioco ma vuole far scoprire ai bambini le fonti di energia rinnovabili, il loro funzionamento e le possibili applicazioni nella vita di ogni giorno». Con il kit di "Energia Alternative" i giocatori possono riprodurre molti esperimenti, dalla modernissima casa che sfrutta un vero pannello fotovoltaico per generare acqua calda, luce ed energia elettrica, all’innovativa macchinina che si muove con l’energia solare, sino alla turbina ad acqua.
«E’ un gioco — spiegano ancora gli ideatori — estremamente attuale che illustra al bambino, attraverso una ricca strumentazione tecnica e numerosi esperimenti trattati nel manuale illustrativo, l’importanza delle fonti di energia rinnovabili. Il bambino potrà toccare con mano, attraverso esperimenti semplici e del tutto sicuri, la possibilità di generare energia dal sole o dall’acqua. "Energie Alternative" è e vuole essere un gioco animato da un forte rigore scientifico: risulta quindi interessante la lettura delle diverse fonti energetiche».

venerdì 12 dicembre 2008

Le 30 aziende della tipicità

L'agricoltura italiana prende le distanze dagli scandali alimentari e ribadisce il suo ruolo di protagonista dello sviluppo sostenibile. Nel quadro di una politica comunitaria che premia sempre di più la multifunzionalità dell'azienda agricola, non solo produttrice di beni ma anche di servizi alla colettività. La priorità viene data quindi alla funzione dell'impresa come presidio del territorio, del paesaggio, della qualità ambientale, del patrimonio dei prodotti tipici e delle tradizioni rurali. In questo contesto la Cia, Confederazione italiana agricoltori, ha assegnato il premio «Bandiera verde agricoltura», alla sua quinta edizione, alle 30 aziende più virtuose, che si sono distinte nel 2008, e a Comuni e parchi che hanno puntato su progetti innovativi. La cerimonia si è svolta ieri a Roma, al Campidoglio.«Un premio che vuole essere un riconoscimento – spiega il presidente della Cia, Giuseppe Politi – verso chi, agricoltore, cooperativa, Comune, Provincia o Comunità montana, s'impegna per tutelare e valorizzare l'habitat naturale, attraverso comportamenti virtuosi, orientati a un vero e proprio sviluppo compatibile. Insomma, vogliamo premiare tutte le azioni svolte a favore dell'agricoltura, dell'ambiente, del territorio, della ruralità, dell'uso razionale del suolo, nonché delle tipicità agricole ed enogastronomiche locali e tradizionali».Dall'agricoltura biologica, alle fattorie didattiche, dalla valorizzazione di varietà tradizionali alla scoperta di nuove nicchie di mercato, la Cia ha voluto dare risalto a iniziative imprenditoriali che fanno anche da volano economico per un settore in cui è sempre più difficlie far quadrare i bilanci aziendali. Tutti questi comportamenti virtuosi, sostiene l'organizzazione agricola, possono mettere in moto un giro d'affari di almeno due miliardi di euro l'anno. Un business fatto di produzioni tipiche, biologiche e legate al territorio, di turismo e di valorizzazione dell'ambiente. «L'obiettivo del premio è, dunque, quello di far emergere un'Italia rurale e agricola – conclude Politi – che racchiude un patrimonio inestimabile, spesso nascosto, non solo composto da produzioni a denominazioni d'origine (Dop, Igp e Stg), ma anche da una serie di elementi ed azioni che si fondano sul lavoro, la qualità, la tutela e la conservazione di tradizioni millenarie, atteggiamenti e comportamenti, dove la sapiente mano dell'uomo è predominante ». (tratto da Il Sole 24 ore)

L’educazione ambientale arriva nelle scuole

E’ legge l’obbligatorietà dell’educazione ambientale. Il Parlamento ha approvato il provvedimento proposto da FareAmbiente che trasforma l’educazione ambientale in una materia obbligatoria per gli studenti italiani. “Al fine di formare i giovani relativamente all’importanza della conservazione di un ambiente sano e al rispetto del territorio, nonché alla realizzazione di tutte le pratiche utili per l’attuazione del ciclo completo dei rifiuti -recita l’art.7/bis del decreto rifiuti- sono previste iniziative di formazione attraverso l’inserimento, nei programmi scolastici della scuola dell’obbligo, dell’educazione ambientale. Con decreto del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono definite le modalità attuative delle disposizioni di cui al presente articolo, nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica“. Il disegno di legge approvato dal Parlamento, presentato il 23 luglio del 2008, ha avuto come primo firmatario l’on. Benedetto Fabio Granata, in collaborazione con gli onorevoli Agostino Ghiglia, Gabriella Giammanco e Donato Lamorte. La sua approvazione costituisce un trionfo non solo per FareAmbiente ma per l’ambientalismo del fare e per l’intera Nazione. (da L'Opinione.it)
Le grandi aziende dichiarano di volere sensibilizzare le giovani generazioni sui comportamenti eco sostenibili. Il caso dell’Eni, guidato dall’ad paolo Scaroni, con il suo Progetto Scuola.

giovedì 11 dicembre 2008

Gazebo in piazza per l'energia pulita

Per combattere i venti di crisi, la prima scommessa da fare è quella sull'ambiente e sullo sviluppo sostenibile. È la convinzione del Pd, e in particolare della componente «eco-dem» che il 13 e 14 dicembre sarà con i suoi gazebi in molte piazze per promuovere il consumo sostenibile e l’energia pulita. «La vera forza del nostro Paese è il rapporto con il territorio» spiega Ermete Realacci. Ecco quindi che serve «sensibilizzare i cittadini sull’importanza del consumo sostenibile - aggiunge Massimo Pintus, direttore degli Ecologisti democratici - della riduzione degli sprechi e della valorizzazione delle produzioni locali».

Anche i grandi gruppi iniziano a muoversi. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno a favore dell’ambiente

Gas serra, rimandata l'Italia: 44esima al mondo

Da Il Giornale

Il nostro Paese perde tre posizioni rispetto allo scorso anno precedendo di poco Polonia e Cina e avvicinandosi alle maglie nere di Usa e Arabia Saudita. Sotto accusa di Legambiente il deficit nei trasporti, le poco incisive politichecontro le emissioni di CO2 e il ritorno al carbone
Roma - Sempre più giù. Italia in caduta libera nel Climate Change Performance Index del German Watch, il rapporto internazionale che valuta la qualità degli interventi per la riduzione dei gas serra nei Paesi industrializzati ed emergenti realizzato con la collaborazione di Legambiente. L'Italia - che perde terreno rispetto alla scorso anno quando era al 41esimo posto - precede di poco Paesi come la Polonia e la Cina e ha le stesse performance negative del Giappone. Lo studio, che si sofferma sugli interventi positivi e strutturali di ogni singola nazione nel campo della lotta al riscaldamento globale, ci mette al 44esimo posto sui 57 Paesi a maggiori emissioni di CO2 (che insieme producono oltre il 90% dei gas serra a livello mondiale). Svezia, Germania e Francia sono il terzetto di testa. In quarta e quinta posizione, a sorpresa, ci sono India e Brasile. Mentre le ultime posizioni sono di Arabia Saudita, Canada e Usa.
Le critiche "Una performance disastrosa - sottolinea Legambiente, una delle associazioni ambientaliste internazionali che ha collaborato alla stesura del rapporto - che rispecchia il cronico ritardo del nostro Paese nel raggiungimento degli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto". A spingerci così in basso in questa graduatoria sono l'assenza di una strategia complessiva per abbattere le emissioni di CO2, una politica energetica che punta sull’aumento dell’uso del carbone, il deficit di trasporti a basse emissioni. A 11 anni dalla firma del Protocollo di Kyoto c’è la constatazione che l'Italia è uno dei Paesi europei dove i gas serra sono cresciuti rispetto ai livelli del 1990 (+9,9%), nonostante il trattato internazionale imponga un taglio del 6,5%.
Punti forti "A salvare l'Italia dagli ultimissimi posti della classifica - sottolinea ancora Legambiente - le poche ma importanti misure adottate in questi anni, come il conto energia per la promozione del fotovoltaico o gli incentivi del 55 per cento per l'efficienza energetica. E la situazione dell'Italia - come sottolinea il rapporto -potrebbe presto diventare ancora peggiore, anche per il ruolo all'interno dei negoziati internazionali in corso. Insieme alla Polonia l'Italia è il paese che merita il giudizio più negativo sul piano internazionale per i ripetuti tentativi di sabotare il pacchetto energia e clima dell'Unione europea".

mercoledì 10 dicembre 2008

Deforestazione, 1 miliardo di persone rischierebbero la vita

Cambiamenti climatici e sfruttamento insostenibile stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza di molte foreste, ma anche di tutte le persone che vivono a stretto contatto con esse. Un nuovo rapporto del Center for International Forestry Research (Cifor) avverte che occorre un’azione immediata che permetta alle popolazioni locali una risposta adattativa. Secondo le stime effettuate dal centro di ricerche indonesiano, un miliardo di persone dipende per il proprio sostentamento dalle foreste che nell’arco del prossimo secolo si troveranno sempre più spesso a dover affrontare inondazioni, siccità ed incendi. Le azioni immediate da attuare andrebbero tutte nel senso dello sviluppo sostenibile, in primo luogo sarebbe necessario effettuare scelte accurate nel selezionare piantagioni di specie in grado di affrontare meglio l’aumento medio della temperatura e al contempo apportare sufficiente sostentamento a chi le coltiva. Infatti, le negoziazioni nell’ambito della United Nations Framework Convention on Climate Change stanno imponendo di iniziare a ridurre la deforestazione tropicale e il degrado delle foreste, diminuendo fra l’altro le emissioni di gas serra ma non porteranno lontano se si continua a non tener nel giusto conto le sorti delle numerose popolazioni legate alle foreste. Al contrario, se gestite in modo appropriato, le foreste possono consentire l’adattamento delle comunità che da esse dipendono. In questo modo, le aree forestate potrebbero divenire fonte di ricchezza, per questo sarebbero tutelate e continuerebbero a rappresentare fondamentali elementi per l’assorbimento del biossido di carbonio. “L’imperativo è quello di assistere le comunità delle foreste, ma è ancora poco recepito nelle politiche nazionali e nelle negoziazioni a livello internazionale: l’adattamento di tali popolazioni è ancora concepito come un elemento secondario alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico mentre dovrebbe essere considerato come intrinsecamente collegato ad esso”, ha spiegato Frances Seymour, direttore generale del Cifor. (Da L'Opinione)

Energia da fonti rinnovabili: il Comune è sempre più verde

ARESE, impegno ecologico premiato da certificazione, spiega il Giorno, mentre un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia

LA CITTÀ è sempre più verde. Il Comune fin dal 2006 ha aderito al Consorzio energia Veneto (Cev), ottenendo una fornitura energetica per il 30% dei consumi proveniente da energia verde, nel totale rispetto dei parametri del «Green public procurement», organismo che individua i criteri ambientali da adottare nelle procedure d’acquisto degli enti locali e della pubblica amministrazione. L’impegno di Arese si è fatto ancora più forte quest’anno, con l’adesione alla proposta del Cev di ricevere energia verde al 100%. Questo sforzo ha portato a un importante riconoscimento: il conseguimento della certificazione Recs per il periodo gennaio-dicembre 2008. Il sistema Recs è un programma internazionale volto alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche pulite e rinnovabili, rispettando i parametri imposti dal protocollo di Kyoto. La scelta del Comune rientra nell’ormai consolidata politica volta alla promozione dell’energia sostenibile che l’amministrazione sta consolidando negli ultimi anni. Un progetto testimoniato soprattutto dalla creazione dell’Agenda 21 Arese: l’Agenda 21 è il documento di obiettivi a sostegno delle politiche di sviluppo sostenibile del territorio, sottoscritto da più di 180 Paesi del mondo, ma troppo spesso rimasto sulla carta.

lunedì 8 dicembre 2008

Il pacchetto UE: obiettivi per il 2020

Obiettivi per il 2020 Il piano dell'Unione europea per combattere il surriscaldamento globale della terra e i cambiamenti climatici si chiama «20-20-20» perché si pone tre diversi obiettivi, tutti accomunati dal numero 20 e da raggiungere, appunto, entro il 2020.Gas serra:-20% Il piano prevede la riduzione dei gas ad effetto serra del 20% (o del 30%, previo accordo internazionale) entro il 2020. Il principale gas serra è il biossido di carbonio (CO2) Consumi:-20% I Paesi membri dovrebbero ridurre i consumi energetici del 20% attraverso un aumento dell'efficienza energetica, sempre entro il 2020 Fonti rinnovabili: 20% Il terzo e ultimo obiettivo è di ampliare fino al 20% la quota delle fonti energetiche rinnovabili utilizzate per soddisfare il fabbisogno energetico di ciascun Paese. (da Il Sole 24 Ore)

E anche i grandi gruppi iniziano a muoversi. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno a favore dell’ambiente

Greenpeace nomina Nokia regina di innovazione

Non c’è innovazione senza attenzione all’ecologia. Computer, cellulari, datacenter: per le aziende hitech la sfida del nuovo millennio si gioca tutta sul nuovo fronte del risparmio energetico e della salvaguardia dell’ambiente. E se fino a qualche tempo fa a controllare e certificare la qualità delle tecnologie più avanzate c’erano società specializzate, oggi è scesa in campo Greenpace, la più potente organizzazione ecologista del mondo. Nulla sfugge ai volontari di Greenpace, tra i quali figurano fior di ingegneri e tecnici, e dopo le centrali nucleari, l’Amazzonia, i delfini e il petrolio, sotto i radar degli attivisti verdi sono finiti anche le grandi corporation dell’Information and Communication Technology. Secondo le pagelle stilate quest’anno dagli specialisti dell’organizzazione, le grandi manifatture hitech stanno facendo grandi progressi dal punto di vista della greentechnology. Ma ancora non basta. Soprattutto sul versante del risparmio energetico, dove gli sforzi e gli investimenti si rilevano ancora poco efficaci. Mentre invece molti passi avanti sono stati fatti sul fronte della riduzione di materiali tossici nonché sullo smaltimento dei rifiuti. E’ quanto risulta dalla Guida all’elettronica più verde (Guide to greener electronics), manuale che ogni tre mesi fornisce una mappa aggiornata della situazione. La guida, giunta alla sua decima edizione, annovera cinque nuovi criteri di valutazione per l’energia, compresi i report delle stesse aziende, i loro sforzi per l’uso di energia rinnovabile e l’efficienza dei loro prodotti. In cima alla classifica figura la Nokia, la più "verde" di tutto il regno hitech. Seguita da Nintendo e Microsoft. Il gigante finlandese dei cellulari ha scavalcato tutti per merito dell’intensivo programma di "recupero" dei cellulari usati, oggi attivo in ben 124 paesi. Ultimo passo di un vasto progetto di sostenibilità ambientale, che già nel 2005 ha visto la casa di Helsinki eliminare l’uso del Pvc e iniziare a tagliare progressivamente materiali tossici come il triossido di antimonio e altri, con l’obiettivo di arrivare alla totale eliminazione entro la fine del prossimo anno. Due settori nei quali Microsoft sta perdendo terreno. La casa di Cupertino non ha ancora eliminato l’uso di prodotti chimici tossici e non ha avviato un programma di restituzione volontaria dell’usato.Stesso discorso per Nintendo, che non ha ancora posto un limite temporale all’uso di materiali tossici. La Apple, invece, che figurava agli ultimi posti, ha guadagnato posizioni grazie al lancio del MacBook, il più "verde" dei notebook. Ma resta ancora indietro perché usa materiali tossici e deve muoversi sul versante del riciclaggio dei materiali usati nonché sul fronte delle emissioni di gas nocivi.

tratto da Affari & Finanza

domenica 7 dicembre 2008

Il logo del G8

Quattro tartarughe marine Caretta caretta, del tipo di quello che spesso approdano nella zona protetta della Maddalena: è questo il logo simbolo della presidenza italiana del G8 nel 2009, il cui vertice si terrà appunto alla Maddalena.Le tartarughe marine intendono essere un simbolo di sostenibilità ambientale.
da "Il Corriere della Sera"

Costruire e abitare secondo natura

«Costruire e abitare secondo natura». Non solo uno slogan ma un obiettivo concreto che la Provincia vuole estendere a comuni, enti locali e progettisti del Verbano Cusio Ossola per avere sempre più edifici «verdi», in grado cioè di coniugare il risparmio energetico ad un basso impatto ambientale. Nasce da questi presupposti la collaborazione con l’associazione nazionale di bioarchitettura ecologica per la diffusione di «SB100», sistema informatico che tramite una serie di parametri calcola la sostenibilità ambientale di un immobile in fase di progettazione.In Piemonte il sistema è già stato sperimentato dal Comune di Asti che poi lo ha adottato in via definitiva. «Ci rivolgiamo a Comuni, Comunità montane e professionisti del settore edilizio - spiega l’assessore provinciale Vittoria Albertini - non è un obbligo ma un’opportunità per contribuire anche nel nostro piccolo al rispetto dell’ambiente». All’appello hanno già risposto in questa prima fase i comuni di Cannero Riviera, Omegna e Trarego Viggiona ma per favorirne la diffusione capillare la Provincia ha organizzato due giornate di presentazione al Tecnoparco (aperte a tutti) il 4 e 11 febbraio. «I tre Comuni che hanno già aderito hanno il loro spazio riservato sul sito del programma, all’indirizzo http://www.sb100.it/ - spiega l’architetto Carlo Ghisolfi - in questa sperimentazione agli enti locali spetterà il compito di raccogliere i dati dei cittadini che ad esempio volessero conoscere la qualità della casa in cui andranno a vivere, oppure della proprietà che stanno ristrutturando». Il calcolo si basa su una lista di 100 parametri per individuare la «classe di merito» dell’edificio in questione, sulla scia di quanto viene già fatto ad esempio per gli elettrodomestici. (tratto da La Stampa)
E per risparmiare energia vedi il progetto dell’Eni di Paolo Scaroni che ha l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia.

giovedì 4 dicembre 2008

Hte, oltre 14 mila visitatori professionali per la mostra sulle energie alternative

Da Il Giorno

HA CHIUSO con successo la prima edizione di HTE – Hi.Tech.Expo, l’appuntamento, organizzato da Artenergy Publishing, che a Fieramilano ha raccolto in un’unica rassegna sette saloni specialistici dedicati a soluzioni e tecnologie avanzate per la ricerca, la scienza e l’industria. Sono stati 14.000 gli operatori professionali che dal 25 al 28 novembre, hanno visitato i saloni dedicati a fotovoltaico, nanotecnologie, fotonica, tecnologie del vuoto e del coating, optoelettronica, idrogeno e celle a combustibile, immagazzinamento dell’elettricità e superconduttività. Molti di loro sono arrivati dall’estero: in particolare, i paesi più rappresentati sono stati Germania, Francia, Spagna e Svizzera. Con 280 espositori di cui il 46% proveniente dall’estero, la fiera si è confermata un appuntamento a livello internazionale. Dati che lasciano soddisfatti gli organizzatori: «È stato un esordio brillante - ha dichiarato Marco Pinetti, direttore della manifestazione – confermato anche dall’alto livello di soddisfazione di espositori e visitatori. Già alla sua alla sua prima edizione, infatti, HTE ha attirato un pubblico competente e qualificato anche a livello internazionale e ha posto delle premesse importanti per la prossima edizione. Questo successo ci fornisce la spinta necessaria per crescere nelle prossime edizioni e per conquistare un ruolo da leader europeo nel panorama delle manifestazioni fieristiche in ambito scientifico-tecnologico». Interessanti anche gli eventi che hanno avuto luogo durante i giorni della kermesse espositiva. A partire da Heliplat, il primo aereo fotovoltaico italiano in grado di volare senza utilizzare carburante di origine fossile e senza pilota.

Un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia

Un sistema elettrico moderno ed efficiente

CAMPOBASSO - Migliorare la qualità e la continuità del servizio elettrico fornito alle imprese ed ai piccoli comuni e far fronte, al contempo, alla crescita dei consumi sul territorio. Questo quanto la Regione Molise si propone, grazie al protocollo d'intesa siglato dal Presidente della Giunta Michele Iorio e da Luigi Roth, Presidente di Terna, la società responsabile dello sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale in Italia.

mercoledì 3 dicembre 2008

Le imprese rilanciano sui progetti sostenibili

Responsabilità sociale e conto economico si dimostrano buone alleate. «Con il nostro progetto ambientale in 13 anni abbiamo ridotto i consumi elettrici del 50%, l'impiego di acqua del 70%, i rifiuti in discarica del 92 per cento. E il guadagno per l'azienda è stato di un miliardo di dollari» ha detto ieri Carlo Ottaviani, vicepresidente corporate di StMicroelectronics, alla presentazione della classifica Accountability Rating®, elaborata per la prima volta in Italia da Scs Consulting, analizzando le quotate nell'S&P Mib 40. «Il rating valuta la capacità di coinvolgere gli stakeholder – ha detto Valeria Fazio di Scs, al convegno "Responsabilità d'impresa per ricostruire la fiducia" nella sede milanese del Sole 24 Ore – di interiorizzare le loro aspettative nei sistemi di governo e di riconoscere e gestire gli impatti delle propria attività sul mercato e sul contesto in cui l'azienda opera».In vetta alla classifica si posizionano le utilities (l'Eni di Paolo Scaroni, l'Enel di Fulvio Conti, la Terna), le banche (Gruppo Montepaschi, Intesa Sanpaolo, UniCredit), in fondo società della moda come Bulgari, Luxottica, Geox (rispettivamenteal 33Ú,34Ú,35Úposto) edeimedia come Mediaset, Gruppo Editoriale L'Espresso e Mondadori (al 37Ú,38Úe 40Úposto).Pietro Guindani, presidente di Vodafone (società prima nella classifica mondiale Accountability) ha detto che «la responsabilità sociale deve pervadere tutti gli aspetti dell'azienda» e ha annunciato che il gruppo Csr della Commissione cultura di Confindustria – che lui stesso guida – si occuperà di tre aree: sostenibilità ambientale, impresa e terzo settore, impresa e capitale umano. (Da Il sole 24 Ore)

La casa con la “coperta” termica

Da la Stampa

C’è chi per scaldare casa ha pensato di usare una nuova tecnologia, con un intonaco isolante che contiene sferette di materiale speciale. Fondono poco sopra i venti gradi, assorbendo energia e calore, per poi cederlo quando si solidificano. E’ una serie di nuova case di Gressan che si è classificata al primo posto in una graduatoria stilata dai tecnici dell’Arpa, che si sono occupati di stimare le quindici domande che erano state presentate per ottenere un finanziamento previsto dalla legge regionale che assegna i sussidi «anti spreco» in campo energetico.In questo caso, si trattava di «impianti dimostrativi», vale a dire idee che in qualche modo andassero oltre una normale sostituzione di serramenti o il montaggio di isolanti più efficienti. In palio c’era un milione di euro, le domande erano quindici. Sei sono state finanziate, e le prime cinque sono tutte inziative proposte da privati. L’unico ente pubblico a passare l’esame è stato il Comune di Courmayeur, che aveva presentato un progetto relativo alle scuole. Non era l’unica amministrazione comunale ad aver percorso questa strada, ma dal settimo posto in avanti è un sequel di domande escluse dal finanziamento. Sette enti municipali finiti sotto la linea di galleggiamento, contro due privati. La graduatoria è stata approvata dalla giunta regionale.

martedì 2 dicembre 2008

A Rozzano l’Ecopoint esteso al quartiere Aler

Da Il Giorno

Il progetto Ecopoint sarà allargato anche al quartiere Aler. Lo ha approvato l’altro giorno il consiglio comunale. Si tratta di una risposta concreta che giunge da una amministrazione comunale in prima linea contro il termovalorizzatore. Gli impianti Ecopoint sono stati sperimentati inizialmente al quartiere Alboreto e successivamente a Rozzano vecchio. Ora l’amministrazione vuole portare il nuovo servizio di raccolta differenziata nel quartiere popolare, il più esteso della città con circa seimila alloggi. Invece di utilizzare i tradizionali cassonetti, i nuovi abitanti del quartiere potranno depositare carta, vetro, plastica, umido e secco nei nuovi Ecopoint, isole ecologiche della capienza di 5 metri cubi, collocate sottoterra dove la temperatura dimezzata rallenta i processi di decomposizione. L’innovativo sistema, che funziona già dal settembre 2007 per circa 800 famiglie del quartiere Alboreto, è unico nel suo genere in Italia e consente di effettuare la raccolta differenziata in modo sicuro, igienico e nel rispetto dell’ambiente. «Il problema dello smaltimento dei rifiuti è troppo serio per essere strumentalizzato come sta avvenendo per la vicenda del termovalorizzatore - commenta il sindaco Massimo D’Avolio - la soluzione al problema dello smaltimento sta nel trasformare gran parte dei rifiuti in una risorsa per l’ambiente e per il nostro territorio. Noi non abbiamo deciso di sposare la battaglia del no all’inceneritore del Parco Agricolo del sud Milano ma proponiamo alternative valide come appunto gli Ecopoint. Il diffondersi di questo sistema è certamente una strada alternativa che consente di raggiungere punte di riciclo notevoli. Noi puntiamo a superare il 54% ». LE ISOLE ECOLOGICHE Ecopoint sono gestite in modo del tutto automatizzato per quanto concerne le operazioni di svuotamento e disinfezione e sono dotate di un sistema di rilevazione in tempo reale che fornisce tutte le informazioni necessarie a programmare il servizio di raccolta. A conferma dell’impegno dell’amministrazione comunale verso la sostenibilità ambientale, tutta l’energia che alimenta l’impianto è inoltre assicurata da pannelli solari. Notevoli i vantaggi anche sotto il profilo del risparmio per le famiglie, che eliminano i costi condominiali per l’acquisto e la pulizia dei cassonetti, la rotazione dei sacchi e il lavaggio del locale spazzatura. A garanzia della sicurezza degli utenti e della struttura, inoltre, gli Ecopoint sono dotati di un sistema di videosorveglianza per impedire che i rifiuti siano abbandonati indiscriminatamente.

Ambiente, nel 2015 Milano cambierà

Milano si prepara a diventare low emision zone, dice il Corriere della sera. Un esempio di uso responsabile dell'’energia responsabile secondo quanto detto da Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni

«Tutta l'Expo zone sarà Low emission zone ». Ovvero, zona a basse emissioni. Questa è l'«eredità positiva» che il progetto Expo 2015 dovrà lasciare alla città e ai milanesi. Il sindaco Letizia Moratti parla alla platea riunita nell'auditorium di Assolombarda per il convegno internazionale «Sostenibilità, ambiente, innovazione, una sfida che parte da Milano», organizzato da Assolombarda, Fondazione Cariplo e Camera di Commercio. E sintetizza: «Il progetto Expo sarà modello di una città ecosostenibile. Oggi è possibile dimostrare che la sostenibilità non è un ostacolo allo sviluppo economico, al contrario, è un'occasione di crescita ».
Tre i filoni su cui si articola l'impegno del Comune per l'ambiente: un nuovo piano della mobilità, uno dedicato all' energia e uno rivolto al clima. Ma, ha precisato il sindaco, «non è possibile affrontare questioni come l'inquinamento o il fabbisogno energetico con azioni isolate. Occorrono soggetti nuovi che mettano a disposizione il loro know how ». E sull'obiettivo di fare di Milano una «realtà di punta, un centro di elaborazione e sperimentazione di azioni mirate alla sostenibilità ambientale» c'è condivisione con il mondo degli imprenditori.
«Come evidenzia il progetto "Milano sostenibile" — ha aggiunto la presidente di Assolombarda, Diana Bracco —, oltre 400 nostre associate, con 34 mila occupati, che operano in via esclusiva o significativa su ambiente ed energia». La stessa sede di via Pantano (la copertura di 285 metri quadrati interamente tappezzata con cellule fotovoltaiche, che produce energia e riduce le emissioni di CO2) è un manifesto per lo sviluppo
Mobilità ed energia
Comune, tre i filoni su cui si articola l'impegno del Comune per l'Expo: mobilità, energia e clima
sostenibile. Ambiente, dunque, come «opportunità di sviluppo e di crescita per migliorare la qualità della vita, creare opportunità di business e di occupazione». E brucia le tappe la Regione, che da ieri ha aperto il bando "che mette a disposizione 10 milioni di euro per l'acquisto di filtri antiparticolato per i diesel destinati al trasporto merci (Euro 0, Euro 1 ed Euro 2) — ha ricordato il governatore Roberto Formigoni —. Lo sviluppo non esiste se non è sostenibile, perché in caso contrario diventa depredazione delle risorse. Sviluppo e ambiente devono alimentarsi a vicenda». Oggi la seconda giornata di studio. Che ha coinvolto anche Fondazione Cariplo, il cui presidente Giuseppe Guzzetti, ha sottolineato come «assoluta novità il fatto che l'iniziativa abbia coinvolto ben otto associazioni ambientaliste, che dinanzi a questo tema hanno trovato un'unità esprimendo un unico rappresentante».

lunedì 1 dicembre 2008

Logistica priorità per lo sviluppo

Mentre a livello nazionale gruppi come l'Eni, amministrata da Paolo Scaroni, si impegnano per lo sviluppo sostenibile, a livello regionale si discute con i massimi esperti di logistica e ambiente:

"Ridurre il gap infrastrutturale con nuovi investimenti, raggiungere una maggiore efficienza del sistema, puntare sulla sostenibilità dei processi e dei prodotti. Sono queste le priorità della logistica piemontese, che mercoledì prossimo (3 dicembre) farà il punto nell'ambito di un convegno organizzato dall'associazione SOS-LOGistica che vedrà la partecipazione tra gli altri di Edward C. Prescott, premio Nobel per l'economia nel 2004, e Jean-Paul Fitoussi, coordinatore del Piano di sviluppo economico e di sostenibilità della Francia." (tratto da Il Sole 24 Ore)

Il ministro Prestigiacomo alla Conferenza mondiale Onu sul clima

da Il Giorno

Salvare il clima ma questa volta con una «strategia globale» dove devono rientrare anche «i giganti della Co2, Cina, Usa e India». E la 14ª Conferenza mondiale Onu sul clima, a Poznan, in Polonia, dall’1 al 12 dicembre, sarà una sede importante per capire queste posizioni. A parlare è il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, secondo la quale Poznan «rappresenta un passaggio chiave in vista dell’elaborazione di una strategia globale sui cambiamenti climatici o meglio una strategia tout court visto che su questo tema o si raggiunge un’intesa che coinvoge tutti o resteremo alle iniziative di testimonianza, ininfluenti sul problema, cioè incapaci di ridurre il volume complessivo di gas serra». «Dobbiamo andare oltre Kyoto — ha proseguito Prestigiacomo — che ha avuto enorme valore culturale ma non ha prodotto risultati concreti».