Dal Sole 24 Ore
Erano una grande speranza degli investitori (in particolare di quelli socialmente responsabili), ma non sono stati risparmiati dallo tsunami finanziario. I titoli delle energie alternative sono stati travolti oltre modo dall'ondata ribassista, come dimostra il fatto che l'indice Stoxx Europe Alternative Energy (rappresentativo delle principali aziende europee del settore quotate in Borsa) ha perso da inizio anno il 59,4% in euro, contro il 41,8% dello Stoxx 600. Quel che forse è più deludente per chi aveva puntato sulle «rinnovabili» è che le aziende petrolifere tradizionali hanno resistito molto meglio in questo drammatico 2008, perdendo "solo" il 29,7% (come misurato dall'indice Stoxx Oil & Gas Producers). Il crollo del prezzo del petrolio (dai 147 ai 40 dollari al barile in un semestre) ha quindi colpito assai più duramente le quotazioni dei produttori di energia pulita rispetto a quelle dei grandi oilers. Uno dei motivi è che il greggio più conveniente riduce l' incentivo economico a generare energie rinnovabili.
L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni
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