venerdì 27 febbraio 2009

La presentazione di Energethica alla Fiera diventa uno spot contro il nucleare

Parte il 5 marzo per tre giorni presso la Fiera del Mare di Genova la quarta edizione di Energethica, il Salone dell'energia rinnovabile e sostenibile. Dove con Energia rinnovabile e sostenibile si intendono quasi tutte le fonti di energia alternativa al petrolio e al combustibile fossile. Quasi tutte, in quanto dagli organizzatori del Salone sono state considerate come tali gli impianti solari, i parchi eolici, le centrali idro-elettriche, i moderni impianti a biomassa, biogas e quelli geotermici, nonché le celle a combustibile ad idogeno. Ma non il nucleare. All'interno del salone sarà infatti organizzato un apposito convegno («Economia, società e sicurezza: il costo del nucleare» 7 marzo ore 10) per dibattere sul nucleare, con una impostazione volta a questo unico obiettivo: «supportare le riserve sinora sottintese con argomentazioni che trascendono quelle ambientali ed etiche». In poche parole, mostrare come la scelta del Governo di tornare al nucleare sia sbagliata in quanto - si legge su tutti i comunicati - «a nostro avviso distrarrebbe dalla microgenerazione distribuita» ovvero «danneggerebbe i piccoli produttori, ridurrebbe i posti di lavoro e favorirebbe i rischi di incidenti bellici/terroristici». Netta la presa di posizione anche di Legambiente, con la sua campagna «Per il clima contro il nucleare» e delle Istituzioni a voce di Franco Zunino, assessore all'Ambiente della Regione Liguria: «La scelta del Nucleare è sbagliatissima da parte del Governo. Nucleare è fonte né rinnovabile, né pulita. Noi non la vogliamo, vogliamo solo energie rinnovabili pulite e questo ribadiremo durante Energethica».Non solo il NO al Nucleare; svariati altri temi che saranno toccati durante la tre giorni del Salone: dai cosiddetti «impianti domotici» (ovvero agli impianti ed efficienza energetica, in particolare con un controllo oculato della produzione di energia elettrica e termica), alle agro-energie (attività di produzione energetica da ambito agricolo); dalle bioarchitettura, ai trasporti, per arrivare anche ad un tema che tocca Genova da vicino, come quello dell'ottimizzazione energetica dei porti. Gli espositori esteri passeranno dall'8% della scorsa edizione al 22% di quest'anno: a fianco di Germania, Austria, Inghilterra e USA, si avranno anche gli stand di Paesi Bassi, Grecia Cina e India. L'internazionalizzazione del Salone - sottolineano gli organizzatori - è dovuta ad una scelta precisa: quella di fare di Energethica una esposizione non solo tecnica ma anche culturale. Per il programma dettagliato consultare il sito www.energethica.it. (Da Il Giornale)

Gli aerei cambiano rotta, cieli più puliti

Rotte più brevi e aerei che si spingono sempre più in alto, dove l'aria e rarefatta e si consuma meno carburante perché i velivoli incontrano meno resistenza. È partita una piccola rivoluzione nei cieli italiani. L'Enav, la società pubblica per l'assistenza al volo, ha ridisegnato il tracciato dei sorvoli notturni sul territorio italiano, nell'ambito del piano pluriennale per il miglioramento dell'efficienza dei voli.Risultato: le compagnie aeree, grazie a questo intervento scattato il 25 febbraio, nel 2009 risparmieranno 900 mila chilogrammi di cherosene, nell'atmosfera saranno immessi 2,8 milioni di chilogrammi in meno di anidride carbonica. E anche se la valutazione complessiva dell'impatto economico non è semplice da elaborare per l'oscillazione continua dei prezzi del petrolio, il risparmio è garantito: per esempio già con la sola variazione delle quote di volo (andata sopra i 10 mila e ritorno sopra i 9 mila) l'Alitalia sul collegamento Milano-Roma spende 1,2 milioni di euro in meno. E i tempi di viaggio, anche se di poco, si accorciano: 1 minuto in media ogni 13 chilometri tagliati. Mediamente su ogni rotta la riduzione è nell'ordine di pochi chilometri. Ma considerato il numero dei voli, comunque, le cifre diventano significative: nell'anno in corso gli aerei percorreranno complessivamente circa 180 mila chilometri in meno (e il tempo totale risparmiato sarà di circa 221 ore di volo in meno).E i cittadini? Ci saranno benefici per i clienti delle compagnie?Secondo fonti della Iata, l'associazione internazionale delle società del comparto del trasporto aereo, i risparmi dei vettori non comportano automaticamente un ribasso del costo dei biglietti, «ma è chiaro che un sistema più efficiente avvantaggia in primo luogo i viaggiatori, se non in termini di costo, almeno in qualità dei servizi. Anche perché eventuali risparmi sul carburante vanno a compensare solo in parte gli effetti devastanti della crisi economica».La piccola rivoluzione è comunque solo un tassello di un ben più grande mosaico: «Stiamo mettendo appunto anche il piano di riorganizzazione dei sorvoli diurni, che sono molto più numerosi — spiega Massimo Garbini, responsabile dell'Area operativa dell'Enav — e a regime nel 2009 i consumi di carburante saranno di ridotti di 67 milioni di chilogrammi all'anno e le compagnie che operano in Italia risparmieranno complessivamente almeno 16 milioni di euro grazie ai 2,5 milioni di chilometri in meno di voli». E per l'ambiente è una boccata di ossigeno: saranno riversati oltre 200 milioni di chilogrammi in meno di anidride carbonica nell'atmosfera. E secondo Garbini, l'Italia è leader a livello internazionale nel miglioramento dell'efficienza dei voli, tanto che Eurocontrol, l'organizzazione continentale responsabile dei network dei cieli, ha inviato gli altri Paesi a seguire l'esempio e i modelli di intervento adottati dall'Enav. (Dal Corriere della Sera).

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

giovedì 26 febbraio 2009

No alle discariche abusive. Aperto il primo Ecopoint a Pieve

La lotta alle discariche abusive parte dalla raccolta differenziata e controllata. Dopo le prime postazioni Ecopoint inaugurate a Rozzano, l'altro giorno è stata inaugurata la prima a Pieve. Le nuove isole ecologiche ad elevata automazione, con contenitori interrati, permetteranno lo smaltimento dei rifiuti riciclabili e della frazione secca in modo pratico, sicuro ed igienico. Il servizio inizialmente riservato ai residenti del quartiere Coppi verrà progressivamente esteso all'intera città. Ogni famiglia avrà a disposizione due chiavi elettroniche abilitate, che autorizzano il deposito dei rifiuti nell'ecopoint assegnato. Un sistema di rilevamento permetterà di verificare in tempo reale la correttezza delle operazioni, inoltre l'alimentazione a pannelli solari assicurerà l'autosufficienza energetica delle strutture, a conferma dei criteri di sostenibilità ambientale con i quali sono stati progettati. All'inaugurazione erano presenti Carlo Carrara presidente di Ama, la municipalizzata di Rozzano che ha realizzato gli ecopoint e Romeo Bianchini, «padre» degli ecopoint. Le isole ecologiche già esistenti sono presenti al quartiere Alboreto a Rozzano dove servono 850 famiglie, altre 75 a Rozzano Vecchio e ora 280 famiglie al quartiere Coppi di Pieve Emanuele. Dove già stati sperimentati gli ecopointi hanno raggiunto punte di riciclo di spazzatura superiri al 60%. Mentre la media nazionale difficilmente supera il 40%. (Da Il Giorno)

Le fonti pulite aiutano la ripresa

«L'energia può contribuire a fare uscire dalla crisi, e le fonti rinnovabili possono rappresen-tare, per un Paese come l'Italia, anche una delle opportunità di rilancio di settori nuovi dell'industria e della ricerca, in funzione anticiclica. A patto, però, di riuscire ad indirizzare gli interventi sulle tecnologie e sui metodi di incentivazione capaci di ben coniugare efficacia ambientale, alta ricaduta sul sistema Paese, corretto impatto dei costi sui consumatori finali».Lo ha affermato, in un'audizione in Commissione Ambiente del Senato, il presidente dell'Autorità per l'energia, Alessandro Ortis, che anche nel recete passato ha sottolineato l'assoluta necessità di riequilibrare i nostri approvvigionamenti energetici con una serie di azioni combinate che puntino anche sul nucleare, oltre che sull'efficienza. «Appare necessario sottolineare ancora il ruolo rilevante e strategico che dovrebbe essere attribuito allo sviluppo dell'efficienza energetica, tra le prevalenti opportunità d'azione e di accordi internazionali a favore dello sviluppo sostenibile» ha insistito anche ieri Ortis.Certamente dura la sfida per l'Italia. L'obiettivo europeo di utilizzo di fonti rinnovabili per il 20% del consumo finale di energia, rileva Ortis, «è stato allocato a ciascun Paese membro sulla base di criteri che hanno portato a definire per l'Italia un obiettivo nazionale del 17%». Un obiettivo che equivale «a 28 Mtep di energia finale che dovrà essere attribuibile alle sole fonti rinnovabili» e che «eccede già le potenzialità, anche solo teoriche, di sviluppo delle rinnovabili nazionale».Ed ogni passo in questa direzione è davvero oneroso, rileva Ortis ricordando che «già attualmente l'incentivazione delle rinnovabili pesa per oltre 3 miliardi di euro l'anno sulle bollette degli italiani, pari al 6% della pesa totale di una famiglia tipo». (Da Il Sole 24 Ore)

L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni

mercoledì 25 febbraio 2009

Lombardia, risorse idriche: siglato patto per l'acqua

IN REGIONEÈ STATO SIGLATO nel Palazzo della Regione il «Patto per l'acqua». A firmarlo, per Regione Lombardia, l'assessore alle Reti, Servizi di pubblica utilità e Sviluppo sostenibile, Massimo Buscemi, e l'assessore all'Agricoltura, Luca Daniel Ferrazzi. Il «Patto per l'acqua» si articola in cinque aree tematiche: valutazione e aggiornamento delle logiche di gestione degli invasi; analisi e approfondimento dell'efficienza gestionale delle acque irrigue e dei sistemi irrigui; sostenibilità e modifiche degli ordinamenti colturali; dotazioni strutturali per gestire e valorizzare la risorsa acqua; strumenti e azioni per raccogliere e diffondere una corretta informazione. Il Patto fissa alcuni paletti per la gestione della risorsa acqua nel breve e medio periodo. Hanno aderito alla proposta, siglando il «Patto», Province, Anci, Uncem (Comunità montane), Upl (Unione province lombarde), Ersaf (Ente regionale per la salvaguardia dell'agricoltura e delle foreste), Arpa, le società idroelettriche (Enel, A2A tra le altre), l'Autorità di bacino del fiume Po, gli Ato (Ambiti territoriali ottimali). Hanno anche aderito gli Enti gestori dei Parchi regionali e del Parco Nazionale dello Stelvio, le organizzazioni professionali agricole, i Consorzi di bonifica e di irrigazione e l'Urbim. (Da Il Giorno)

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

Mixura nel business «sostenibilità»

Si chiama Mixura e ha compiuto da poco un anno, ma affonda le sue radici nell'esperienza di tre consulenti direzionali con 15 anni di pratica e di un socio istituzionale e partner finanziario come Capitalimpresa. La società, finalizzata a disegnare percorsi di sviluppo sostenibile, si propone di rileggere le competenze e i modelli economici tradizionali secondo nuove logiche, che pongano in equilibrio gli aspetti economici, sociali e ambientali che emergono dal sistema di relazioni di cui l'impresa fa parte.La giovane realtà genovese, attiva su scala nazionale, nasce dalla visione di un gruppo di professionisti di diversa specializzazione (ricerca sociale, risorse umane, organizzazione aziendale) che dopo oltre dieci anni di lavoro in comune hanno individuato come strategico un nuovo ruolo nel supportare le imprese. «Avevamo a disposizione un bagaglio di metodologie e strumenti di lavoro affidabili e consolidati, che andavano però riorientati e focalizzati su una dimensione valoriale », spiega Daniela Congiu, 50 anni, presidente e fondatrice di Mixura insieme a Marco Bressani, 41 anni, e Isabella Cristina, 40. «Ad esempio, il confronto tradizionale delle imprese con i propri clienti diventa, nell'ottica della sostenibilità, un percorso di ascolto e risposta con i diversi stakeholder ».Mercato di riferimento, territorio, organizzazione interna, azionisti, istituzioni, sistema del credito diventano interlocutori attivi ai quali l'impresa deve rispondere tenendo conto dei diversi interessi espressi. «Mixura promuove un approccio olistico allo sviluppo dell'impresa – sottolinea l'ad Marco Bressani –. Il nostro metodo si fonda sulla capacità di indagare l'impresa in termini di cultura e scenari di sviluppo, per poi guidarla nella definizione delle strategie, degli obiettivi e delle azioni».Sono una trentina i clienti di Mixura, alcuni di questi ereditati da precedenti progetti di consulenza che ora definiscono ancor più il loro profilo secondo le linee della sostenibilità. Tra queste, l'Azienda perugina della mobilità ( vincitrice del Sodalitas social award 2008), che gestisce un sistema integrato di certificazioni: di qualità (Iso 9001), ambientale (Iso 14000) e sociale (Sa 800). Secondo Gabriella Bianconi, responsabile comunicazione qualità e risorse umane di Apm, «Lo sviluppo sostenibile è un'opportunità di miglioramento continuo per l'impresa se fondato su una reale cultura dell'ascolto a ogni livello dell'organizzazione e se conduce all'innovazione: le certificazioni non devono ridursi a una scelta di comunicazione commerciale». (Dal Sole 24 Ore)

martedì 24 febbraio 2009

Montagna, la sfida dello sviluppo sostenibile»

Il territorio montano può diventare sede di processi innovativi capaci di valorizzare il territorio e le filiere produttive connesse alla «green economy». È quanto emerso dal convegno «Tra Stato e mercato c’è la montagna», organizzato a Chiavenna (Sondrio) dall’Uncem, l’unione degli enti montani, a cui hanno partecipato numerosi esponenti del mondo economico, da Enel a Edison, da Assolegno a Unicredit.4000 comuni, il 54% del territorio, 11 milioni di abitanti e la produzione del 17% del Pil: la montagna italiana è una grande risorsa. «Il futuro dello sviluppo economico – ha detto il presidente dell’Uncem, Enrico Borghi – si gioca sull’aumento di competitività del territorio». (Da Avvenire)

L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, l'ad dell’Eni

Soldini spiega la sua «eco-barca»

Questa sera allo Spazio Oberdan, viale vittorio Veneto 2, il velista Giovanni Soldini incontrerà il pubblico per parlare della sua ultima imbarcazione, che funziona ad energia solare. La serata s’inserisce nell’ambito della rassegna di film, incontri e spettacoli «Energia verde al cinema», organizzata dal Circolo Baciati dal sole di Legambiente, sulle energie rinnovabili e la sostenibilità ambientale.

Nel Biellese il quartiere ''tutto'' al naturale

Il primo quartiere ecosostenibile del Biellese sta sorgendo a Gaglianico. Hanno infatti preso il via i lavori per la realizzazione di «Gaglianico Futura», la cittadella progettata dalla società Promocoop e voluta fortemente dall'amministrazione Maggia. Le ruspe sono già in attività in via Fiorita, di fianco ai giardinetti della centrale piazza Rrepubblica, per tracciare il perimetro del nuovo insediamento «verde». Il costo di quest'opera, che rivoluzionerà l'urbanistica del paese (il progetto si sviluppa su un'area di 60 mila metri quadrati), è di 30 milioni di euro, di cui un milione e 300 mila finanziati dalla Regione.«Il nuovo complesso immobiliare - commenta il sindaco Paolo Maggia - è la realizzazione di un sogno, in quanto siamo riusciti a coniugare perfettamente sviluppo e lavoro, ambiente e politiche sociali. L'intervento avrà importanti ricadute per il Biellese, in un momento di grave difficoltà economica. Grazie poi ai soldi ricevuti da Torino, potremo realizzare anche alloggi in affitto per giovani coppie, anziani e famiglie a basso reddito". Con quest'ultima grande opera il sindaco si congeda, dopo due mandati consecutivi, dalla comunità. In questi dieci anni sono state risistemate le scuole, con la realizzazione di una mensa che prepara cibi freschi per i piccoli utenti, approvvigionandosi da produttori locali. E' stata poi costruita la casa di riposo, che verrà inagurata la prossima primavera ed è stato aperto un supermercato. Ora questo nuovo complesso edilizio.In tutto sono previste 140 unità abitative, con un centro vendita Conad, negozi, uffici e servizi pubblici e ci sarà anche un salone di 350 metri quadri destinato a feste e varie iniziative. Una particolare attenzione è stata prestata alla produzione di energia, con la creazione di una rete di teleriscaldamento, oltre a un impianto fotovoltaico che alimenterà l'illuminazione pubblica. L'acqua proveniente da tetti e coperture, dopo essere stata raccolta in appositi laghetti artificiali, sarà utilizzata per l'irrigazione delle aree verdi, pubbliche e private. «Si tratta di un importante investimento economico - spiega Francesco Iaquinta, presidente di Promocoop e di Edificatrice Uno - che risponde ai criteri di sostenibilità ambientale e che vuole dare una significativa risposta ai diversi bisogni della popolazione. Attraverso la cooperativa Abitare di Biella, gli alloggi e le villette verranno offerti infatti a costi mediamente inferiori a quelli di mercato. Da non dimenticare, poi, anche l'importante ricaduta occupazione che si avrà sul territorio in un momento così delicato per l'economia». (da La Stampa)


Anche i grandi gruppi iniziano a muoversi. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

LifeGate e lo sviluppo sostenibile

Nel 2001 Marco Roveda, dopo il successo di Fattoria Scaldasole marchio che ha aperto la strada al biologico in Italia , fonda LifeGate, azienda che promuove un modello economico incentrato sulle 3p di "people, planet e profit", nel quale il profitto convive con il rispetto per l'uomo e l'ambiente. Oggi LifeGate si avvale di un network composto da radio, Web e magazine, per informare e diffondere lo sviluppo sostenibile con una colonna sonora di qualità ed offre anche servizi di CSR per aiutare le aziende a gestire efficacemente le problematiche d'impatto sociale ed etico al loro interno e nelle zone di attività. Tra questi, Impatto Zero e ZeroE, energia rinnovabile a Impatto Zero con Edison.In occasione dell’anniversario del Protocollo di Kyoto, LifeGate lancia YouImpact, una nuova piattaforma di sharing rivolta ad una communità "ecotech" che si confronta, con un atteggiamento propositivo e in maniera divertente e piacevole, sulle tematiche ambientali, offrendo a tutti gli internauti la possibilità di condividere video, audio e immagini. Una nuova visione "green" dell’intrattenimento e della creatività. Ma anche un’iniziativa concreta per il futuro del pianeta: per ogni contenuto inserito in YouImpact, LifeGate con Impatto Zero si impegna a creare 1 mq di nuove foreste in Costa Rica.Non solo: ogni settimana è prevista l’assegnazione di un "bonus foresta" che premia i 50 contenuti più votati nella classifica generale e nei concorsi gestiti dal sito, per un ammontare complessivo di 202.020 mq di foresta all’anno. Il bonus vuole ricordare simbolicamente l’obiettivo del 202020 abbattere il 20 per cento delle emissioni di CO2 prodotte in Europa rispetto al 1990, produrre il 20 per cento di energia da fonti rinnovabili e aumentare del 20 per cento l'efficienza energetica previsto dall’Unione Europea entro il 2020 per combattere i cambiamenti climatici. Un ulteriore segno dell’impegno concreto di LifeGate a favore dell’ambiente è la versione online della conferenza stampa di presentazione di YouImpact, realizzata sulla soluzione Cisco WebEx per meeting e collaboration sul web, che ha permesso ai giornalisti di partecipare all’evento senza spostarsi, evitando così l’emissione in atmosfera di CO2. Cisco, leader nella fornitura di soluzioni di rete, è stato infatti il primo partner a sposare l’iniziativa.In occasione del lancio ha inoltre preso il via "The green effect", concorso che ha per tema il "Green IT", ossia la tecnologia amica dell’ambiente. Fino al 22 aprile, gli utenti potranno partecipare postando materiale audio, video e immagini che mostrano come la tecnologia possa integrarsi con la vita quotidiana per ridurne l’impatto ambientale. La community stessa decreterà i vincitori, votando i video entro il 22 maggio. I nove contributi migliori riceveranno un Bonus metri quadrati di foresta in Costa Rica. (Da Affari & Finanza)

giovedì 19 febbraio 2009

Il paese del nucleare sceglie l'energia pulita

E’ un bassopiano schermato dall’impenetrabile sorveglianza di forze dell’ordine, dalla vegetazione di pioppi e dal minaccioso corso della Dora Baltea. Qui, alla periferia di Saluggia, nel Vercellese, si cela il comprensorio tecnologico dove viene custodita un’eredità scomoda, delicatissima. L’eredità dell’attività nucleare in Italia: 164 barre di combustibile irraggiato, provenienti dalla vicina centrale di Trino e da quella del Garigliano (Caserta); oltre a 230 metri cubi di pericolose scorie liquide. Nei depositi di Saluggia si trova il 75 per cento delle scorie radioattive italiane. Un peso che da decenni grava sulle ansie intramontabili della gente di questi luoghi. Tanto che il municipio promuoverà un’indagine epidemiologica da centomila euro, per scoprire se la presenza del nucleare abbia provocato un aumento delle patologie tumorali.Eppure, proprio da questo comune, partono nuovi progetti di segno antitetico. Con l’obiettivo di promuovere, al contrario, uno sviluppo energetico pulito e sostenibile. In modo particolare, l’energia solare. Sono progetti che, come tiene a sottolineare il sindaco Marco Pasteris, sono possibili grazie alla solidità delle casse comunali, rinforzate dai milioni di euro arrivati dalle compensazioni nucleari: trasferimenti che il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha recentemente concesso a Saluggia, come risarcimento per aver ospitato i depositi di materiale radioattivo.Nei piani del municipio l’obiettivo più ambizioso è la realizzazione di una innovativa piscina ecologica che, grazie ad un potente sistema di pannelli solari, sarà in grado di autoalimentarsi: due milioni e mezzo di euro il costo del progetto, alla cui copertura potrebbero contribuire anche la Regione Piemonte e un gestore privato. Ma, sempre dal municipio, è stato messo a punto un sistema di incentivi per promuovere l’adozione del fotovoltaico, anche da parte delle utenze domestiche. «La nostra amministrazione comunale - spiega Pasteris, il primo cittadino -, sin dall’ottenimento delle compensazioni del nucleare, ha sempre voluto mettere a disposizione una parte delle somme ricevute, stimolando l’adozione di forme di produzione di energie rinnovabili, non inquinanti». Tutto questo «in un disegno di tutela ambientale, per incentivare l'installazione di nuovi impianti fotovoltaici».E questo obiettivo è stato tradotto in un bando. Sono previsti contributi per l’acquisto di impianti fotovoltaici domestici, per la produzione di energia elettrica e termica. Contributi che dipenderanno dalla potenza dei sistemi installati e prevedono un massimale di 1500 euro. L’obiettivo è quello di «stimolare la produzione di energia eco-compatibile. Promuovendo la ricaduta della sostenibilità ambientale sulla scelta sull'intero tessuto edilizio comunale». Il bando integrale è disponibile su internet al sito www.comune.saluggia.vc.it. Per sostenere questi incentivi, il municipio, nel suo piano triennale di investimenti, ha previsto un costo totale di 150 mila euro. (da La stampa)

È il clima la prima urgenza

A mbiente e clima sono la prima urgenza globale per i cittadini italiani, che se ne preoccupano più che del terrorismo internazionale, dei conflitti armati e perfino della crisi economica. Questo la fotografia della Penisola che emerge dall'indagine Observa presentata a Torino all'interno del secondo rapporto "Gli Italiani, la scienza e l'ambiente", curato da Massimiano Bucchi e Valeria Arzenton ed edito da "Il Mulino" con il sostegno della Compagnia di San Paolo.L'indagine ha rilevato una spiccata attenzione degli italiani per le energie verdi e la sostenibilità ambientale, ma anche alcune contraddizioni di fondo tra gli intenti dichiarati e i comportamenti effettivi. Al primo posto, tra le preoccupazioni legate all'ambiente, c'è l'inquinamento dell'aria (33,1%), con particolare attenzione allo smog generato dal traffico cittadino. Segue a ruota lo smaltimento dei rifiuti (31,4%), un fronte sul quale uno su due chiede più raccolta differenziata, mentre solo uno su quattro indica come soluzione la costruzione di nuovi termovalorizzatori.Interessante anche la disponibilità a investire, anche di tasca propria, in tecnologie "verdi" come pannelli solari, elettrodomestici a basso consumo e sistemi di isolamento per la casa. Almeno a parole, i più "eco-responsabili" sono le ragazze, le donne e gli individui con un livello d'istruzione più alto, mentre l'indifferente tipo è giovane e maschio. «La caratteristica peculiare che emerge da questo profilo – osserva Bucchi – è purtroppo la scarsa coerenza tra propositi e azioni concrete». Tra chi si dichiara impegnato e responsabile appena il 57% utilizza lampadine a basso consumo, solo il 18% ha sostituito gli infissi di casa propria e il 26% ha abbassato al temperatura di casa propria.Sul fronte dell'informazione, gli italiani si confermano, interessati agli argomenti scientifici e tecnologici.Televisione e riviste di divulgazione restano le fonti d'informazione più affidabili su questi temi, nonostante i blog di ricercatori e i siti web di istituti di ricerca cominciano a insidiarne il primato. Rimane invece stabile, al di sotto della media europea il livello di alfabetismo scientifico della Penisola, con quasi un italiano su due convinto che il Sole, la stella che ci illumina, sia un pianeta. (Dal Sole 24 Ore)

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

Rifiuti sottozero, da Napoli proposta per cambiare

Mila Andrade vantava il titolo di miglior insegnante delle Filippine, ora è in pensione, ha problemi respiratori. Si affatica e un po' si emoziona mentre racconta la sua storia: «Le aule della scuola si affacciano su un enorme svincolo autostradale dove passano milioni di veicoli. Vivo in un piccolo centro troppo vicino a Manila. Le automobili e i gas tossici della capitale mi hanno fatto ammalare. Poi ho scoperto che anche i gessetti che si usano in classe sono contaminati». Mila fa parte della delegazione filippina all'Incontro internazionale Rifiuti Zero, cominciato ieri a Napoli presso l'istituto Casanova. Rappresenta le associazioni che lavorano nelle comunità ma c'è anche il presidente della commissione Ambiente di Manila e la presidente della commissione per la pianificazione. «Nel nostra paese non è solo l'aria a essere contaminata - prosegue Mila - ma anche il suolo e le acque. Sono i fertilizzanti chimici prodotti dalle multinazionali e le monoculture a riso che stanno desertificando il paese, arrivando a inquinare anche il mare. Allora mi batto perché si utilizzino concimi naturali, stesso rendimento e nessun danno alla salute». Le scorie tossiche lasciate dalla Nato dopo l'abbandono delle basi hanno giocato un ruolo? «Non lo so. Erano in una zona isolata - precisa - il governo non vuole che se ne parli», e con le dita si chiude le labbra. Azzeramento dei rifiuti ma anche sostenibilità ambientale delle produzioni e responsabilità sociale del modello produttivo, questo il modello Rifiuti Zero come raccontano le storie testimoniate.La giornata d'apertura è dedicata alla definizione di un protocollo da adottare in ogni paese, in Europa ma anche nel resto del mondo. Sono i due membri della delegazione inglese a correggere ossessivamente punteggiatura e grammatica. Tutti d'accordo, invece, per un cambiamento del paradigma produttivo: basta usa e getta e spazio alla riparazione e riutilizzo degli oggetti. «A San Francisco - racconta Tania Levy - abbiamo introdotto la norma per cui chi produce contenitori non rinnovabili deve paga una tassa per il loro smaltimento». Le divergenze maggiori arrivano dalla definizione del ruolo delle imprese nell'affermazione delle pratiche Rifiuti Zero. Rick Anthony, protagonista dell'ecoconversione di Los Angeles, batte sul ruolo del mercato: se non c'è business, sia pure sostenibile, non c'è futuro per le buone pratiche, spiega, quindi bisogna convincere le imprese e poi lasciare a loro il compito di indirizzare, comandare il processo. Il verbo utilizzato, to lead, non va giù al rappresentate tedesco: in Europa le popolazioni, le imprese e le istituzioni competenti devono giocare un ruolo, ma a guidare il processo non può esserci il mercato. Mario Avoletto, provenendo dalla Rete campana, aggiunge un ulteriore carico di sfiducia chiedendo sistemi di controllo per le popolazioni. Nodi linguistici e filosofie politiche differenti emergono dietro ogni disputa nominale intorno al documento da sottoscrivere. Per la sintesi c'è tempo fino a domani, quando verrà presentata ufficialmente la bozza sui Principi per le comunità Rifiuti Zero.Il pomeriggio sono gli italiani a occupare la scena. La Rete nazionale presenta la campagna per la restituzione dei Cip6, circa il 7% della bolletta Enel sborsato per finanziare le fonti energetiche alternative finito, invece, nelle tasche dei petrolieri e dei costruttori di inceneritori: «Solo con i soldi pubblici questi impianti producono profitto - racconta Rossano Ercolini - togliendo il fieno speriamo di bloccarne la diffusione. Ma è anche uno strumento per sensibilizzare l'opinione pubblica. Stiamo parlando di 40 miliardi di euro». Il governo Berlusconi, sfruttando la crisi rifiuti napoletana, ha reintrodotto i Cip6 per Campania e Sicilia, nonostante il decreto legislativo 387 del 2003, che ha recepito la normativa europea, vieti di considerare "assimilabili" sistemi come gli inceneritori. Da oggi basterà presentarsi al Casanova con una bolletta Enel, un documento e firmare la delega, per partecipare alla causa contro il maggiore gestore italiano.La Rete locale, invece, ha cominciato ieri a introdurre il disastro campano: l'apertura forzata della discarica di Chiaiano da parte di Bertolaso fornisce un ottimo esempio per raccontare come scelte disastrose debbano essere imposte con l'uso della forza. Ma ieri è anche cominciata la discussione su un piano rifiuti alternativo che il movimento campano, guidato dall'architetta Paola Nugnes, ha messo a punto. Raccolta differenziata porta a porta al 65% entro il 2010 è il primo obiettivo, «un obiettivo praticabile - racconta ancora Mario Avoletto - come dimostrano gli esperimenti che abbiamo messo in atto nei quartieri napoletani di Ponticelli, Bagnoli e ai Colli Aminei, dove abbiamo raggiunto il 70% in due settimane e poi la conversione dei sette cdr in impianti per il trattamento a freddo: «Con un buon livello di separazione dell'immondizia si ottiene un compost di qualità da utilizzare nel territorio, devastato dagli sversamenti legali e illegali. Alla fine del processo si recupera il 90% dei rifiuti, la frazione restante diventa materiale inerte per l'edilizia, come accade già a Vadelago, in provincia di Treviso». Il piano verrà consegnato sabato al prefetto, nella veste di rappresentate del governo. «Bertolaso - conclude Mario - per noi non è più un interlocutore credibile, dovrebbe solo dimettersi». (Dal Manifesto)

Prestiti agevolati a 11 imprese per investimenti ambientali

Undici piccole imprese che operano nei paesi delle valli Orco e Soana hanno aderito al bando della Comunità montana per investimenti nell’ottica dello sviluppo sostenibile: dalla realizzazione di impianti a pannelli solari all'acquisto di mezzi ad elevato contenuto ecologico. L’investimento totale previsto è di 257 mila euro, ma grazie al «Nuovo Patto per lo Sviluppo Socio Economico del Territorio» stipulato dall'ente montano con Intesa San Paolo e Unicredit Banca è prevista un'anticipazione finanziaria totale di 86 mila 500 euro: gli imprenditori potranno restituire il prestito in 36 mesi, a rate semestrali. «Favorire gli investimenti privati - hanno detto gli amministratori - è una risposta alla crisi».

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

mercoledì 18 febbraio 2009

Solare, stranieri alla carica

Una rincorsa faticosa che ha il sapore dello sprint. Dove la buona volontà del «sistema », pur con tutte le storture del passato (si veda il capitolo Cip6), inizia a dare i primi frutti. Sorpresa: l'Italia dell'energia solare, un mercato ancora acerbo ma in rapida crescita, sta diventando attraente per gli stranieri. E questo perché dopo il taglio di Germania e Spagna delle tariffe per l'incentivazione all'installazione degli impianti fotovoltaici, il nostro è diventato il Paese del Vecchio Continente che può contare sugli aiuti pubblici più elevati. Il solito "spreco"? Forse no.Un esempio su tutti: con il nuovo Conto Energia il gestore dei servizi elettrici eroga un contributo che per ogni chilowattora prodotto va da un minimo di 36 centesimi, nel caso di un impianto fotovoltaico non integrato di una struttura industriale, a un massimo di 49 cent per gli impianti residenziali. E nonostante gli effetti della crisi, si prevede che i tassi di sviluppo italiani della potenza installata saranno ancora a due cifre per i prossimi cinque anni, quando nel 2008 la crescita si è attestata al 150-170% passando dai 120,6 megawatt di fine 2007 ai 326,8 di ieri sera. (Dal Sole 24 Ore)

Sviluppo sostenibile, il Pil crolla. E i governi lo riformano

I criteri attuali: fa meglio alla crescita consumare carburante fermi in un ingorgo che prendere la metropolitana.
Un Prodotto interno lordo con segni positivi non si è dimostrato un buon indicatore: non ha rivelato le distorsioni Ocse, Francia, Canada, Spagna in prima fila per cambiare «Non funziona più come bussola della salute di un sistema»
A scelta, è il momento migliore per riformare le liturgie dell'economia oppure il più sbagliato. Negli ultimi giorni, politici, élite degli esperti e normali cittadini hanno assistito all'autodemolizione di un feticcio contemporaneo: il Pil. La sua cifra fino a ieri era considerata il riassunto della salute di un intero Paese. Ma agli ultimi dati, il Prodotto interno lordo sta crollando come se quelle che vengono definite «potenze economiche» fossero diventate di colpo altrettante Repubbliche popolari cinesi al contrario.In ritmo annuale, il Pil tedesco va giù di oltre l'8%, quello dell'Italia del 7%, l'Europa crolla quasi del 6%, gli Stati Uniti del 4% circa e persino la Cina non è più quel che era: secondo il consigliere economico della Casa Bianca Larry Summers, il Pil sta scendendo anche lì. Con una piroetta, la si definisce in questi casi «crescita negativa ».

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

martedì 17 febbraio 2009

Kyoto, le aziende battono la politica

I l Protocollo di Kyoto ha compiuto ieri quattro anni: per convenzione, l'accordo ambientale dell'Onu viene ricordato non con la data della firma ( dicembre ' 97) ma con la sua entrata in vigore il 16 febbraio 2005. In questi quattro anni il mondo ambientale è cambiato e l'industria energetica –quella più coinvolta dalle limitazioni alle emissioni di anidride carbonica –non è più la stessa di qualche anno fa.Qualche elemento di fondo. Il Protocollo di Kyoto rimane un obiettivo condiviso, ma è uno strumento vecchio. Lo confermano le inadeguatezze del piano europeo "20-20-20" (cioè il pacchetto clima-energia) e della direttiva Emissions Trading, i cui obiettivi sono difficili da conseguire e i costi restano alti nonostante che l'Italia sia riuscita ad ammorbidire i vincoli eccessivi. Il nodo negoziale dell'applicazione dei vincoli, degli incentivi e delle sanzioni si è spostato al prossimo negoziato internazionale in programma in dicembre a Copenaghen. Un altro elemento sotteso: l'industria sta cambiando in modo assai veloce e corre più in avanti dei politici di Bruxelles.I dati appena elaborati dall'Istat dicono che nel 2006 le aziende di maggiori dimensioni, con 1.664 milioni di euro, avevano realizzano quasi l'84 per cento del totale degli investimenti in campo ambientale, mentre le piccole e medie imprese erano marginalissime nel mercato verde. Era un altro sistema industriale. Oggi invece vediamo che la piccola e media impresa si affianca ai colossi. La M&G costruisce a Rivalta Scrivia un impianto per produrre benzina vegetale; la Ferrari di Maranello – ha annunciato ieri Luca Cordero di Montezemolo –entro l'anno venturo sarà energeticamente autosufficiente; la neonata Mx Group di Villasanta (Milano) ha lanciato i pannelli solari fai-da-te nel comodo kit preconfezionato. E in Brasile per la prima volta nel 2008 le vendite di alcol come carburante hanno superato la benzina.Il cosiddetto "effetto Obama" non è all'origine del cambiamento, ma ne è conseguenza: il nuovo presidente degli Stati Uniti, nell'incentivare il nucleare, le nuove tecnologie e una conversione del sistema produttivo verso uno sviluppo sostenibile, ha saputo capire un bisogno dell'industria e dei consumatori.Il mercato c'è: spesso non c'è la politica, quella stessa politica che – rimasta al pliocene dell'ecologia – introduce un incentivo all'auto senza spingere sull'ecologia e l'innovazione, o che dimentica lo sconto fiscale del 55% per chi spende per rendere più efficiente la casa.Nel 2000, quando il mondo del Protocollo di Kyoto si incon-trò all'Aia, si capì a che cosa serviva quell'accordo internazionale. Il Protocollo di Kyoto non ha ridotto di nemmeno un grammo le emissioni di anidride carbonica (+33% in 16 anni) ma «è un ottimo termometro della trattativa –ricorda Corrado Clini, direttore generale al ministero dell'Ambiente e uno dei grandi negoziatori internazionali dell'ecologia – ed è uno strumento di lettura delle posizioni: nel 2000 all'Aia l'Europa per la prima volta decise di andare avanti da sola con la sua posizione di imporre vincoli, mentre gli Stati Uniti si rinchiusero nella sottovalutazione degli effetti dei cambiamenti del clima. Posizioni perdenti che solamente oggi si tenta di superare».In questi giorni tra le due rive dell'Atlantico si cerca di delineare, in vista dell'incontro di Copenaghen, una politica condivisa tra Stati Uniti ed Europa. Si studiano misure comuni sugli standard tecnologici da adottare, sui livelli minimi di efficienza delle centrali elettriche, sulle caratteristiche delle automobili di nuova concezione, sulla struttura degli incentivi che non devono distorcere il mercato. (Dal Sole 24 Ore)

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è ciò che Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

Un impianto solare per battere la crisi

Impianto ad energia solare per ridurre la bolletta e un «mattarello elettronico» per fare la pasta a regola d’arte ma nelle grandi quantità richieste dall’industria.Sono le due ricette con cui Fabio Fontaneto, titolare della omonima azienda che produce pasta fresca e ravioli in via Molino Marco, ha affrontato la crisi: «Noi abbiamo mantenuto l’occupazione e l’alta qualità del prodotto, tagliando i costi in altro modo: con un impianto ad energia solare di seimila metri quadrati che copre il 28 per cento del nostro fabbisogno energetico e investendo in macchinari innovativi per la realizzazione del prodotto fresco sfuso». Un’idea in particolare: «Abbiamo ideato e brevettato una macchina che ottimizza la produzione, simula la realizzazione della sfoglia fatta con il mattarello, dà garanzie igienico-sanitarie uniche. E non ultimo opera nel pieno rispetto della sicurezza dei lavoratori».Tutto questo Fontaneto lo ha annunciato ieri a Città del Lussemburgo, nel corso dell’evento «La pasta e le sue tradizioni», organizzato dalla Camera di commercio italo-lussemburghese e dall’Accademia della cucina. Fontaneto ha parlato in rappresentanza degli artigiani della pasta fresca italiana, di cui è presidente, promuovendo il Made in Italy in campo alimentare.La «Fontaneto Ravioli» conta attualmente un centinaio di dipendenti, ha un fatturato di 15 milioni di euro e vanta una caratteristica a cui il titolare tiene molto: «Nel nostro stabilimento molte paste vengono ancora assemblate a mano. Per questo produciamo linee apposite per i migliori ristoranti europei, che apprezzano la cucina italiana». Fontaneto aggiunge però che il 2008 è stato difficile e il 2009 prosegue un trend non positivo per quanto rigurda i consumi: «Anche la pasta fresca sta subendo i contraccolpi della crisi, ma ancora una volta la nostra risposta è quella di affrontare la sfida dei mercati. Lanceremo alcune nuove linee di prodotti di alta qualità, confezioni di piccole pezzature per le famiglie e potenzieremo la linea di grande prestigio destinata alla ristorazione di tutta Europa». (Da La Stampa)

lunedì 16 febbraio 2009

«In calo le emissioni di gas serra»

Il nostro Paese potrebbe riuscire a rispettare gli impegni presi in sede internazionale sulle emissioni di gas serra.E' quanto è emerso ieri mattina a Roma nel corso della conferenza stampa di presentazione del Dossier Kyoto realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. «Dal 2005 il trend in Italia è cambiato» ha spiegato Edo Ronchi, presidente della Fondazione e firmatario del Protocollo di Kyoto, per cui «nel 2012 potremmo essere molto vicini all'obiettivo, con una riduzione delle emissioni del 5,4%, rispetto al -6,5% previsto dal protocollo. Dal dossier risulta in particolare che nel 2007 e nella prima metà del 2008, la tendenza al calo delle emissioni è stata rafforzata anche dal consistente aumento del prezzo del petrolio. Alla fine del 2008, invece, è arrivata la crisi, il petrolio è calato sui mercati, ma sono calati parallelamente i consumi di energia. Tutto lascia pensare che «nel 2009 le emissioni prevedibilmente continueranno a diminuire «ha detto Ronchi, sottolineando come» le proiezioni che prevedevano continue crescite delle emissioni di CO2 in Italia sono risultate infondate, anche se, per raggiungere gli obiettivi al 2012, occorre uno sforzo aggiuntivo». ( da "Liberazione")

Anche i grandi gruppi hanno contribuito a questo trend positivo. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa del suo amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

Genova, soluzioni sostenibili

Genova si prepara a ospitare la quarta edizione di «Energethica», Salone dell'energia rinnovabile e sostenibile in programma dal 5 al 7 marzo in Fiera. Tra le maggiori novità di questa edizione c’è Acquaethica, un’area dedicata all’utilizzo sostenibile e al risparmio dell’acqua. Acquaethica vuole fornire spunti di riflessione sulle tecniche di gestione e sul risparmio delle risorse idriche nei vari impieghi (industriale, civile, comunale, agricolo) e affrontare le nuove frontiere del tema watergy. Approfittando delle sinergie offerte da Energethica, Acquaethica metterà a disposizione dei visitatori un’area dimostrativa dedicata ai best praxis nel risparmio idrico con focus su edilizia e uso privato. Grazie ai tanti partner tecnici, sarà inoltre accompagnata da un convegno e interventi specifici per il pubblico in un’Isola delle Idee dedicata. Ritorna, ampliata, l’area dedicata all’edilizia sostenibile con il Cantiere Ecocasa, spazio dimostrativo del progetto Casa Ecologica in fase di realizzazione ad Albenga, concentrandosi, oltre che sugli aspetti strutturali della costruzione, anche su particolari di ambienti interni che presentano aspetti di innovazione, seguendo le tre macro aree energia - acqua - rifiuti. Per il settore della domotica ci si soffermerà invece sul tema della contabilizzazione del calore come mezzo di risparmio energetico nei condomini con riscaldamento centralizzato o teleriscaldati. Un ulteriore nuovo focus sarà l’area dedicata alle bioenergie, coordinata nei contenuti grazie alla collaborazione dell’Università di Genova. Nell'Area Mobilità saranno presentati e messi a confronto veicoli tradizionali ed elettrici, con la possibilità di prove pratiche nell'area test drive esterna. Da segnalare infine che presso lo stand dell'Università di Genova sarà possibile approfondire le linee guida per la concessione del marchio «Energethica». L' obiettivo della creazione del «Marchio di qualità energethica», sviluppato dal Thermochemical Power Group (Dimset) dell' Università è quello di potere contrassegnare con un simbolo di valore etico-energetico i progetti, gli impianti ed i componenti relativi all'energia oltre che le metodologie di utilizzo, trasporto e vendita dell ' energia stessa. L'acquisizione del marchio Energethica si ottiene presentando una relazione tecnica in grado di riassumere ed evidenziare gli aspetti peculiari che qualificano un'iniziativa come rispondente ai canoni ed ai criteri stabiliti dalle linee guida relative. (da "Finanza & Mercati)

venerdì 13 febbraio 2009

7 milioni di case inglesi diventeranno ecologiche

Case ecologiche, risparmio ed efficienza energetica. Dopo l’interessante notizia arrivata dall’Australia, anche il governo britannico ha annunciato che offrirà ai suoi cittadini la possibilità di ristrutturare le proprie abitazioni in maniera ecologica gratuitamente. Mentre in Australia potranno usufruire di interventi di isolamento termico completamente gratuiti 2 milioni di famiglie, in Gran Bretagna ci sarà la possibilità di rendere la propria casa energeticamente efficiente per 7 milioni di famiglie! La coibentazione (l’isolamento termico) verrà potenziata e migliorata e i proprietari di immobili saranno incoraggiati e incentivati a dotarsi in massa di pannelli solari e/o stufe a legna, secondo quanto riportato sul noto quotidiano britannico The Guardian. Le stime parlano della possibilità sempre più concreta, grazie a questi provvedimenti, di decurtare di circa 1/3 le emissioni di co2 del Paese. Il nuovo programma permetterà inoltre di creare migliaia di posti di lavoro in tutta la nazione, di migliorare l’efficienza energetica risparmiando in tal modo denaro, così come di ridurre le emissioni su un settore che incide per circa il 27% sullle emissioni di co2 totali del Paese. (da Yeslife.it)

L’Iea: «Zero emissioni nella produzione di energia elettrica»

Per il futuro del pianeta, anche in tempi di crisi, bisogna investire in efficienza energetica e fonti rinnovabili. Lo ha affermato l'Iea (International energy agency) durante la tavola rotonda «Kyoto, transizione energetica, rinnovabili. Le grandi aziende energetiche verso Copenaghen e gli obiettivi 2020» organizzata a Roma dal Kyoto Club per celebrare il decennale della fondazione. Paolo Frankl, responsabile dell'unità Energia rinnovabile dell'Iea, ha affermato la necessità di mirare, entro il 2050, all'obiettivo di emissioni zero per il sistema elettrico al fine di scongiurare una catastrofe ambientale. Frankl, ha illustrato in dettaglio gli scenari possibili per un «futuro sostenibile», sottolineando la necessità di un massiccio ricorso alle cosiddette fonti pulite di approvvigionamento energetico, anche perché continuando a produrre Co2 come ora «la temperatura globale si alzerà di 6 gradi entro fine secolo», con conseguenze devastanti sull'ecosistema. La Iea ha quindi individuato tre priorità: efficienza energetica, rinnovabili e nucleare, su cui la comunità internazionale dovrà confrontarsi nei prossimi incontri internazionali, ma soprattutto all'appuntamento di Copenaghen per definire gli obiettivi post-Kyoto. È quindi necessario mettere in moto un vero e proprio circolo virtuoso che tenda a portare a zero, per il 2050, le emissioni di Co2 della produzione di energia in alcuni settori, come ad esempio per il sistema elettrico, dove - ha spiegato Frankl - si può intervenire più facilmente che in altri settori come i trasporti o i cicli di trasformazione industriale, laddove sarà invece necessario amalgamare più forme di energia. (Da Finanza & Mercati)

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

giovedì 12 febbraio 2009

Stazioni, Porta Susa andrà ad energia solare

Tecnologia applicata all’ambiente, e viceversa. Tra i record che caratterizzeranno la nuova stazione internazionale di Torino Porta Susa consegnata «chiavi in mano» nel 2011, in perfetto orario con i festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, ce n’è uno conosciuto solo nella cerchia degli addetti ai lavori.Si tratta dell’autosufficienza energetica della stazione, che sarà completamente alimentata - ad eccezione dei treni di passaggio - tramite pannelli fotovoltaici. Energia solare per permettere ogni giorno di far funzionare un complesso altamente tecnologico da 55 milioni di euro: questo il costo dell’investimento complessivo. Di questi, oltre 5 milioni, secondo le stime contenute nel rapporto di Rete Ferroviaria Italiana alla voce «ambiente», saranno impiegati per realizzare un impianto fotovoltaico che, ed ecco la seconda notizia, non ha precedenti nelle altre stazioni italiane. Basta ricordare che il costo del solo silicio per l’intera copertura supera abbondantemente il milione e mezzo (per l’esattezza, 1.607.550): 865 euro a pannello (saranno 3.753), escluso il costo del silicio e del vetro. Un unicum nel suo genere,abbinato ad altre peculiarità della nuova struttura. E’ il caso dell’imponente galleria in cristallo e acciaio tra i corsi Bolzano e Inghilterra - imponente per le dimensioni ma leggera allo sguardo - che connoterà il livello superficiale della stazione. Questione di estetica, ma non solo. La canna della galleria, che seguirà la direzione Nord-Sud e caratterizzerà il progetto firmato dalla società francese «Arep» con gli architetti Jean-Marie Duthilleul, Etienne Tricaud, Silvio D’Ascia e Agostino Magnaghi, sarà il fulcro dell’impianto fotovoltaico: il rivestimento in pannelli al silicio, oltre 6 mila metri quadrati di superficie coperta, consentirà di produrre 825 KWh l’anno (con un rendimento dell’85%) senza compromettere la luminosità della galleria. «I pannelli - si legge nello studio di RFI - sono disposti in tutta la lunghezza e vengono irradiati istantaneamente con lo stesso angolo d’incidenza». E ancora: «A ciascuna zona verrà collegato un inverter di caratteristiche elettriche in grado di lavorare al meglio delle sue potenzialità». Prevista l’installazione di un secondo «inverter» che funzionerà da riserva calda per sopperire ad eventuali malfunzionamenti. (da la Stampa)

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

A Catania il biogas secondo gli svedesi

La possibilità di produrre energia dai rifiuti urbani coniugando sviluppo e rispetto dell'ambiente è stata al centro della visita di una delegazione di esperti svedesi che si è tenuta ieri nel quartier generale di Confindustria Catania. Grazie a una tecnologia ideata nel paese scandinavo i rifiuti organici urbani possono essere trasformati in biogas in grado di alimentare anche mezzi pesanti. Sono stati gli esperti svedesi di Ecoex, Ingemar Dahlqvist, e di Sweco, Krister Pettersson, ad illustrare i vantaggi della filiera energetica del biogas in un incontro con il vicepresidente vicario, Seby Costanzo, per il quale «è necessario cogliere le opportunità di business nei settori dell'energia e dell'efficienza energetica». «A tal fine», ha annunciato, «istituiremo un gruppo di lavoro in Confindustria che verifichi la possibilità di realizzare microimpianti pilota in Sicilia che duplichino con successo l'esperienza svedese». (Da MF)

mercoledì 11 febbraio 2009

Il 2009 è l'anno del respiro

Il 2009 è per l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’Anno del Respiro. Sono sempre più comuni patologie a carico dell’apparato respiratorio dovute allo smog, ed è così che nasce la campagna dell’Oms per sensibilizzare sul tema.
Nonostante la pioggia e la neve che apparentemente ripuliscono l’aria, è già chiaro come anche quest’anno nelle città si dovranno fare i conti con l’inquinamento atmosferico e con le famigerate polveri aerodisperse. Sembra in realtà che i mezzi di informazione si siano un po’ dimenticati dello smog, eppure quello della qualità dell’aria non è un tema superato. Le polveri sottili, il cui valore massimo medio consentito è di 50 mg/mc, fanno registrare sistematicamente valori maggiori, con picchi anche oltre i 100 mg/mc. Ma sono alti anche i livelli di un’ampia gamma di inquinanti, dal biossido di azoto, al biossido di zolfo al monossido di carbonio. (da yeslife.it)

Un club di 400 città per tagliare le emissioni

UN IMPEGNO che coinvolge 400 città tra le quali 12 capitali di 23 paesi dell'Ue, ma anche di Norvegia, Svizzera, Croazia, Turchia e Bosnia Erzegovina, per un totale di 80 milioni di abitanti: riforestare ogni anno una superficie come l'Ungheria o rimuovere dalle strade 35 milioni di auto, risparmiando 8 miliardi di euro l'anno in importazioni di petrolio. Il «Patto dei sindaci» è un'iniziativa della Commissione europea che consiste nell'aggregazione di città che si impegnano a superare l'obiettivo europeo di una riduzione delle emissioni di gas serra del 20%, e di un equivalente aumento del risparmio energetico, entro il 2020. Da Madrid ad Amburgo, da Amsterdam a Parigi, da Budapest a Lisbona passando per Stoccolma, Bucarest e Dublino, ci si rende protagonisti di un'azione dal basso. «Per fare fronte alla minaccia dei cambiamenti climatici ha detto il presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso bisogna pensare globalmente e agire anche localmente». «L'impegno degli enti locali ha aggiunto il commissario all'energia, Andris Piebalgs è fondamentale per coinvolgere la popolazione e ci consentirà non solo di ridurre le emissioni, ma anche di rendere più sicuro, efficiente e sostenibile il sistema energetico». SECONDO una stima del «Coordinamento agende 21 locali italiane» al quale aderiscono 270 comuni, 41 province, 11 regioni e 27 tra Comunità montane ed Enti parco un obiettivo del taglio locale del 20% delle emissioni, fatto proprio nel 2007 dal coordinamento, equivale alla copertura di un quinto del target europeo. A oggi sono 31 le città italiane che hanno già firmato tra queste Milano, Torino, Padova, Bolzano, Modena, Ancona, Ravenna, Rimini, Foligno, Alessandria, Foggia , alle quali se ne stanno aggiungendo un'altra sessantina, tra le quali Bologna, Genova e ben 58 comuni della provincia di Milano, che assieme contano la bellezza di un milione di abitanti. «MILANO sta già rispondendo ha spiegato l'assessore all'ambiente, Edoardo Croci attraverso lo sviluppo del piano che prevede azioni a favore della mobilità sostenibile e dell' efficienza energetica». «Per centrare l'obiettivo ha aggiunto l'assessore all'ambiente della Provincia, Bruna Brembilla abbiamo già messo a disposizione una prima tranche di finanziamenti agevolati di 41 milioni su un totale di 120 milioni di euro che sono un investimento e non una spesa a fondo perduto, perché gli interventi si ripagheranno con il risparmio energetico». (dal Giorno)


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martedì 10 febbraio 2009

Il turismo dà una mano allo sviluppo sostenibile

Lo sviluppo sostenibile passa anche attraverso il turismo. Il mercato dell’ospitalità e dei viaggi deve rappresentare uno strumento di crescita economia e sociale, sostengono fior di scienziati di tutto il mondo che si sono riuniti a discutere di questo tema a un convegno internazionale organizzato dall’IbimetCnr, a Montecatini terme. Monitoring and Management of Visitor Flows in Recreational and Protected Areas, questa il tema del convegno, è stata l’occasione per lanciare una serie di proposte sul monitoraggio e gestione dei flussi turistici nelle aree protette. Turismo sostenibile non vuol dire solo turismo "verde", in forte crescita nel nostro paese, ma molto di più: un progetto globale complessivo che va dalle politiche di gestione dei flussi turistici fino al rilancio e rispetto delle economie locali. All’avanguardia in questo scenario è il Trentino, unica provincia ad aver reso disponibile una banca dati in un arco temporale piuttosto ampio, dal 1982 ad oggi. Un monitoraggio che ha reso possibile analizzare il rapporto tra le presenze di turisti nel periodo invernale e l’andamento meteo degli ultimi 20 anni: comparando i dati di temperatura, profondità media della neve e flusso turistico si è notata una media tra le temperature massime della stagione e l’arrivo dei visitatori, nel senso che più l’aria è calda minore è l’afflusso turistico. Questo studio potrebbe servire, ad esempio, a pianificare le possibilità di crescita di alcune stazioni sciistiche. Se, come pare, nei mesi di marzo e aprile le temperature tendono a salire molto e la copertura nevosa a ridursi notevolmente, evidenziando una diminuzione degli sciatori. Il buon senso, è il messaggio ‘sostenibile’ dei ricercatori Ibimet, suggerirebbe cautela negli investimenti per nuove stazioni sciistiche intorno ai mille metri perché sarebbero a rischio di operatività, soprattutto nella seconda metà della stagione. (da Affari & Finanza)

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La sfida del solare italiano: attirare il "venture capital"

Dalla progettazione al finanziamento, dall’esecuzione fin a, soprattutto, l’assistenza postvendita. E in ognuno di questi passaggi far ricorso alle più avanzate tecnologie esistenti attraverso un contatto diretto con i centri di ricerca più avanzati. E’ il tentativo dell’Mx Group, società nella progettazione e realizzazione di sistemi integrati per la produzione di energia da fonte solare, nonché da altre fonti rinnovabili a partire da quella eolica. «Il nostro obietivo è diventare ‘Epc’, ovvero Engeenering Procurement, Contractor. E' la formula che indica la completezza della nostra attività, ed è nel mercato anglosassone la via per accedere all’interessamento dei tanti fondi di venture capital attivi in questo settore», spiega Alessandro Sotgiu, direttore generale di Mx Group. «Sarebbe un salto di qualità forse decisivo: nel mondo anglosassone e nell’Europa del nord è diventato prassi l’acquisto di un singolo impianto da parte di uno di questi fondi, il quale ha garantito un rendimento annuo dell’812% e finanzia nel contempo la realizzazione della centrale. E’ una formulachiave se si vuole dare un vero impulso all’energia solare, ma che in Italia per una serie di motivi, dalle difficoltà di ottenere le necessarie fidejussioni bancarie alle incertezze sui siti, non si è ancora riusciti ad attuare. Ma contiamo di essere noi ad aprire questa via».Grazie alla figura del General Contractor si parte dall'attività di ingegneria e progettazione, si continua con la fornitura del prodotto, e si garantisce l'esattezza della performance. L’attività del gruppo è realizzata con una filiera che si snoda in tre rami complementari: innanzitutto la produzione dei componenti necessari alla realizzazione di impianti fotovoltaici, come moduli, inverter, strutture di sostegno. Il flusso dell'attività EPC inizia con un attento "audit" del cliente: analisi delle sue esigenze e delle disponibilità, al fine di definire la soluzione più opportuna. Tecnicamente il prodotto di punta è il modulo Suncase, composto da sessanta celle fotovoltaiche in silicio multicristallino, connesse elettricamente in serie. Lo speciale vetro utilizzato nella parte superiore del modulo ottimizza la trasmissione luminosa sulle celle e assicura protezione dagli agenti atmosferici. L’inverter è il cuore dell’impianto: la sua funzione è quella di convertire la corrente continua prodotta dal generatore fotovoltaico in corrente alternata e renderla utilizzabile per i comuni usi di rete.

lunedì 9 febbraio 2009

La rivoluzione sostenibile del mattone

Dall’America all’Europa, passando per il Medio Oriente, anche per il mattone è già partita la «rivoluzione sostenibile». E, in tempi di crisi, evitare le bollette appare come un’alternativa davvero invitante: usare il calore della terra per riscaldare o rinfrescare l’ambiente, catturare i raggi del sole con un impianto fotovoltaico per produrre energia elettrica e tanti altri interventi per il risparmio energetico diventano molto convenienti. Di questo si occupa Energy Resources, specializzata nella realizzazione di soluzioni grazie alle quali è possibile dire addio ai costosi impianti a gas, gasolio e gpl, così come alle bollette elettriche. Tra i finanziamenti concessi dalle banche e dal Conto energia, investire nella bioedilizia conviene: «In pratica - spiega Alessandro Giuricin, responsabile marketing dell’Energy Resources - in circa 20 anni si può arrivare a ricavare il doppio dell’investimento iniziale, e fino al triplo riqualificando energeticamente l’edificio con un impianto geotermico. Noi ad esempio abbiamo brevettato delle speciali e collaudatissime sonde che asportano calore dal terreno, a una profondità di circa 25 metri».

Venerdì ore 18, si spengono le luci

Venerdì 13 febbraio torna per il quinto anno «M’illumino di meno» E prende il via la settimana di sensibilizzazione promossa da Legambiente sullo sviluppo sostenibile
Sette giorni d’iniziative disseminate su tutto il territorio nazionale per rispettare gli obiettivi di Kyoto: più energia verde, niente sprechi e più mobilità sostenibile sono le linee guida che ispirano tutti gli eventi di sensibilizzazione e di informazione sulla «febbre del Pianeta». È la quinta edizione della Settimana Amica del Clima, la campagna di Legambiente che con il sostegno di diversi sponsor mobilita i cittadini con iniziative mirate. In scena dal 13 al 20 febbraio, si articola lungo un’intera settimana per festeggiare il compleanno di Kyoto (accordo globale per combattere gli effetti dei mutamenti climatici entrato in vigore il 16 febbraio 2005). (Da Finanza & Mercati)

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venerdì 6 febbraio 2009

Inizia una nuova era ecologica per le quattroruote

Dalla linea lanciata dalla Ue al 2012, fino all'elezione del presidente degli Usa Barack Obama di rivedere la decisione del ministero dell'Ambiente sui limiti nelle emissioni delle auto in California e in altri Stati Usa, per il settore automobilistico la prospettiva è quella di diventare nel giro di un decennio decisamente più verde. I primi giorni di governance del neoeletto presidente sembrano confermare la tendenza.Insomma, per riuscire a comprare vetture alimentate da un mix metano-idrogeno non passerà tanto tempo. Il regolamento Ue sulla Co2 fissa il livello medio di emissioni delle auto nuove a 130 g CO2/km a partire dal 2012, livello che dovrà scendere a 95 grammi entro il 2020. Si prevede inoltre e un periodo transitorio di tre anni per il rispetto dei limiti imposti a ciascuna casa automobilistica, sulla base del peso medio delle nuove autovetture (ad es. 122g/km per la Fiat contro i 133g/km per la Volkswagen) e gli obiettivi potranno essere raggiunti attraverso stadi intermedi. E per ogni grammo di CO2 in eccesso rispetto al limite medio consentito sono previste sanzioni economiche. Barack Obama ha chiesto all'Enviromental protection agency (ministero dell'Ambiente) di rivedere la propria decisione contraria a limiti nelle emissioni delle auto in California e in altri Stati Usa. L'obiettivo dichiarato è quello di avere entro il 2011 un primo standard obbligatorio per i consumi, per poi arrivare nel 2020 ad avere auto in grado di fare una media di circa 15 km con un litro. Oggi sul mercato sono già disponibili vetture ibride, già utilizzate ad esempio nel parco auto dei taxi di Roma e Milano, oltre a quelle elettriche (che però costano il 50% in più) in genere alimentate da ricarica nel garage di proprietà. Secondo il quadro di Ennio Rossi, ricercatore dell'Enea nel settore della mobilità sostenibile, la tecnologia dell'idrogeno con celle a combustibile non è ancora a punto e la strada oggi è quella di usare vetture tradizionali con motore a scoppio, che con piccole modi*che possono essere alimentate da un mix metano- idrogeno. Potrebbero essere pronte fra cinque, massimo sette anni e l'idrogeno arriverebbe dalla lavorazione del petrolio. La Fiat ha manifestato interesse, visto che punta sul metano, mentre la Bmw ha già realizzato prototipi. L'impiego di idrogeno prodotto da fonti verdi invece, secondo l'esperto sarà verosimile quando verranno abbandonate le fonti fossili. (Dal Sole 24 Ore)

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

«La crisi? Una opportunità per lo sviluppo sosstenibile

Da Liberazione

Per chi avrà la capacità di guardare lontano, per chi avrà il coraggio di fare ora la scelta dello sviluppo sostenibile, la crisi economica potrebbe rappresentare un'occasione importante. Questo il messaggio lanciato ieri a Roma, da Cgil e Legambiente, al governo e alle organizzazioni imprenditoriali del paese. Con la presentazione alla stampa del documento congiunto "Contro la crisi: per combattere la recessione, creare lavoro, vincere la sfida climatica", il mondo del lavoro e l'impegno per la difesa ambientale sintetizzano un lungo percorso di collaborazione, decretando, se ancora ce ne fosse bisogno, il superamento della dialettica tra sviluppo industriale e sostenibilità. «Il nostro obiettivo è salvaguardare l'occupazione - ha spiegato Paola Agnello Modica, della segreteria nazionale Cgil - e anzi creare nuove prospettive di lavoro e di sviluppo, che siano compatibili con l'obiettivo climatico. Non vogliamo fornire una ricetta salvifica, ma abbiamo delle proposte concrete, immediatamente cantierabili, che potrebbero sollevare anche i bilanci delle famiglie». Di fronte a un governo che si appresta a varare misure anticrisi, giudicate insufficienti sul piano economico e sbagliate su quello strategico, l'approccio della proposta interessa per la capacità di individuare azioni, da realizzarsi nel breve periodo, che si tradurrebbero in benefici prolungati nel tempo. In cifre, attuando questo programma, si valuta un recupero di 15 miliardi di euro, equivalenti all'1% del Pil, e la creazione di 350mila posti di lavoro.Quattro le misure correttive dell'attività di governo formulate nel progetto: una inversione ragionata delle priorità sull'uso delle risorse nazionali ed europee (in primis la verifica sull'urgenza delle grandi opere); la ripresa della lotta all'evasione fiscale e contributiva, con particolare riguardo alle economie criminali che sempre di più riguardano il settore ambientale; la richiesta di una riqualificazione vera della spesa nella Pubblica Amministrazione, bandendo la teoria del "fannulloni" e concentrandosi di più sulla razionalizzazione delle risorse; il contrasto agli sprechi in tutti i settori pubblici e privati, compresi i cittadini, che il governo spinge ancora, in modo irresponsabile, a consumare ad ogni costo. «Il governo sta sottovalutando la portata della crisi e continua a proporre una visione ottimistica - ha commentato il segretario nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dozza - limitandosi ad aspettare che passi 'la nuttata'. Non si tiene conto che dopo questa crisi il modello vincente sarà diverso da quello liberista, che ne è la causa sostanziale».L'attuazione di queste misure di carattere generale è, secondo i relatori, prioritaria in alcuni settori chiave della vita collettiva e ancora ad elevata impronta ecologica. Trasporti, energia, risorse idriche, ciclo dei rifiuti, ecoedilizia e efficienza energetica degli edifici, sicurezza ambientale e della salute, sono tutte voci che incidono pesantemente sui bilanci economici e ecologici, richiedendo spesso interventi ex post, legati alle emergenze, più onerosi delle possibili prevenzioni. Questi settori sono anche quelli che hanno le maggiori potenzialità di sviluppo: se incentivati all'innovazione possono fungere da volano per la ricerca e la produzione di qualità, aprendo ampie prospettive di lavoro per le nuove generazioni.

giovedì 5 febbraio 2009

Dalla Brianza all'Onu, un'italiana fonda il «facebook sociale»

Non sarà la Silicon Valley. Ma anche la Brianza ha la sua «garage-story»: proprio come il più famoso e ormai milionario coetaneo fondatore di Facebook, Marck Zuckerberg, anche lei, Selene Biffi, è partita nel 2005 con un budget annuale di 150 euro raggiungendo il «successo». Solo che in questa start-up di Mazzago i soldi non c'entrano. Selene che oggi a 26 anni ha inventato il peer to peer «sociale», una piattaforma battezzata Youth Action for Change per mettere insieme ragazzi di tutto il mondo che hanno progetti dallo sviluppo sostenibile all'umanitario. Giovane, donna e italiana grazie alla tecnologia ha rotto contemporaneamente tre «barriere» arrivando ad unire oltre mille volontari nel mondo e attirando l'attenzione prima di Nokia e dopo delle Nazioni Unite. «Il salto - ha raccontato ieri dopo aver partecipato presso il Corriere al convegno di Futuro@lfemminile, progetto di responsabilità sociale realizzato da Microsoft con Acer - c'è stato nel 2006 quando il gruppo finlandese mi ha premiato come una delle migliori imprese giovanili al mondo. L'anno dopo il fondo dell'Onu, l'Unfpa, ci ha chiesto di tenere delle lezioni sulla stesura di indicatori di sostenibilità e con loro collaboriamo su diversi fronti». Soprattutto Selene è riuscita in una missione impossibile: rendere Facebook «utile». «Usiamo il web 2.0 con siti come Facebook per scopi umanitari, per la raccolta di firme sui casi di violenza di cui veniamo a conoscenza ma anche per reclutare personale o medici». (Dal Corriere della Sera)

Accordo Terna-Wwf per tutelare le oasi dalle linee elettriche

Allocchi, cardellini e fringuelli di Bosco Tenso possono anche scordarsi nidi alla Disney illuminati da lampadine e abat-jour. Così hanno deciso Wwf e Terna, con il protocollo d’intesa per lo sviluppo sostenibile della rete elettrica nazionale. La «stretta di mano» tra l’associazione presieduta da Enzo Venini e azienda amministrata dal delegato Flavio Cattaneo durerà tre anni, durante i quali le oltre 40 specie di volatili «residenti» nell’oasi di Premosello (e nelle altre piemontesi) e in generale la biodiversità saranno monitorate per valutare eventuali interventi di mitigazione della rete elettrica. Per ridurre l’impatto ambientale, ad esempio, sarà ripristinata la vegetazione sotto le linee elettriche, saranno riqualificati terreni, saranno studiate soluzioni tecniche per preservare gli animali e si valuteranno eventuali modifiche dei tracciati. In questo senso, per l’oasi di Bosco Tenso, la tutela non è mai mancata, come spiega il sindaco Giuseppe Monti: «Anni fa il Comune aveva chiesto e ottenuto da Terna che venisse spostato il tracciato affinché non passasse in prossimità, e ovviamente neppure all’interno dell’area protetta. Tra Vogogna e Ornavasso è rimasta una sola linea, quindi possiamo dire che Bosco Tenso è ben tutelato». Ad ogni modo l’intesa Terna-Wwf è vista di buon occhio: «Nell’oasi di Premosello non ci sono particolari rischi - spiega Monti - ma ben venga un’azione in più di Wwf, che insieme al Comune si occupa della gestione delle aree protette. (Da La Stampa)

L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni

martedì 3 febbraio 2009

Libri: capitalismo ecologico

Complice la crisi economica mondiale, che spinge a elaborare in fretta nuove strategie, le aziende che investono nell'industria delle energie alternative sembrano meglio posizionate. Questi capitani di un'industria attenta ai cambiamenti climatici si preparano a raccogliere rendimenti di lungo periodo. Tra le speranze degli autori, quella che l'era Obama, e la corsa ai grandi lavori pubblici lanciata dalla crisi, portino a un capitalismo rispettoso dell'ambiente. Tra le società "etiche" che investono con un occhio di riguardo all'ambiente,non solo noti protagonisti dell'industria verde, come produttori di pale eoliche o pannelli solari, ma anche società di tlc e assicurative.
Sustainable Investing, the Art of Long Term Performance C. Krosinsky, N. Robins 19,99 sterline.

L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni

Fede, energia solare e riciclo. Ecco la parrocchia ecologica

Pannelli solari, materiali speciali, pozzi per recuperare l'acqua piovana. La generosità dei parrocchiani, scrive il Corriere della Sera

Una parrocchia ecologica, sostenibile, autonoma e «creativa» quella di don Giorgio Dall'Oglio. Non solo: la comunità di Colle Aperto, quartiere a nord di Mantova, mette in moto anche l'economia e crea aggregazione sociale. Cosa sempre più difficile, al giorno d'oggi.Partiamo dal tetto dell'oratorio, dove 42 pannelli solari, installati dal giugno 2008 sulla terrazza del salone polivalente, lavorano ininterrottamente e finora hanno prodotto migliaia di kilowatt di energia. Adesso il cielo è coperto, ma il sole estivo e autunnale dello scorso anno lascia ben sperare don Giorgio, prete dall'animo squisitamente manageriale, ma ancorato alle cose semplici che offre la natura, che lì, dove esercita il suo lavoro di parroco, sembra davvero bastare a se stessa.Con tutta probabilità i 59 mila euro di investimento saranno davvero ben spesi e copriranno abbondantemente il fabbisogno energetico di chiesa e parrocchia. Otto famiglie hanno finanziato l'opera, con la prospettiva della restituzione dell'intero importo in dieci anni all'interesse del 4 per cento. La parrocchia di Colle Aperto però nasconde e rivela molte altre singolari iniziative. L'acqua piovana, ad esempio, viene interamente raccolta in pozzetti — fino a 1.500 litri di capacità — e viene riciclata per innaffiare il giardino e le piante, numerosissime, sparse nel piazzale del sagrato, nella chiesa dedicata a San Ruffino e a San Giovanni Bono, e nell'oratorio. Lo stesso giardino, estremamente curato, è un ecosistema perfetto: due capre, donate da aziende e proprietari locali, da maggio a settembre consumano il fieno ricavato dall'erba tagliata e concimano gli alberi, divertendo i bambini del quartiere che le possono avvicinare lungo il recinto. La forza della parrocchia di Colle Aperto però è anche il riciclaggio di materiali e insieme l'utilizzo intelligente delle donazioni dei fedeli. Con il marmo regalato dalla ditta che ha fornato il materiale per la costruzione della chiesa, il sagrato è stato rivestito con 300 piastre di mosaico, accurate riproduzioni di simboli religiosi, un lavoro artistico che ha impegnato bambini e anziani.Quattro finestre in alluminio, anch'esse frutto di una donazione, sono state adattate alla struttura dell'oratorio, i banchi della chiesa sono stati restaurati da un «team» di parrocchiani falegnami, con il solo costo delle vernici. Niente soldi per sostituire la grande vetrata dell'abside: meglio la carta velina, ben tesa in una ragnatela geometrica in ferro, e facilmente restaurabile. Il risultato, è ottimo, come lo sono le riproduzioni di icone religiose donate alla chiesa da alcuni fedeli, artisti per hobby.Una sfida, quella della parrocchia di Colle Aperto, lanciata al consumismo della nostra società da un parroco semplice, e colta con entusiasmo dai suoi 1.850 fedeli.

lunedì 2 febbraio 2009

Riserva Tevere-Farfa, trent'anni di parchi e civiltà

Trent'anni fa, con la legge n. 21 del 4 aprile 1979, fu istituita la «Riserva naturale Tevere-Farfa ». La prima riserva naturale regionale d'Italia che comprende parte dei territori dei comuni di Nazzano e Torrita Tiberina, a pochi chilometri da Roma.La definizione di questa protezione pubblica deve molto al caso. A metà degli anni Cinquanta, l'Enel costruì uno sbarramento sul fiume Tevere, poco più a valle della confluenza con il torrente Farfa. A monte della diga, l'acqua formò una sorta di lago di circa 300 ettari che quasi immediatamente divenne rifugio di un gran numero di specie di uccelli che vi si fermavano nelle loro migrazioni. Involontariamente, l'uomo aveva fatto un favore alla natura e ha pensato bene di avvantaggiarsene, tutelandola.Questa sensibilità, nel tempo, ha prodotto molto altro. Oggi nel Lazio vi sono tre parchi nazionali, undici parchi regionali, dieci riserve naturali statali, ventinove riserve naturali regionali, due aree marittime, diciannove aree protette e cinque zone umide. Tutte insieme tutelano circa l'11% del territorio regionale. Un grande tesoro. Non dissimile per valore storico, culturale e per valore economico, all'immenso patrimonio di siti archeologici, artistici e monumentali.Un patrimonio fatto di diversità biologica, di paesaggi, fiumi, foreste e laghi e di antiche e solide tradizioni che costituiscono una «riserva» culturale di pregio. Sul piano della cultura agroalimentare, della tutela della natura, delle potenzialità energetiche.Per il trentennale l'Agenzia regionale parchi (Arp), tra le altre iniziative, ha pubblicato un volume disponibile in libreria dal titolo «Natura in campo» (editore Palombi) in cui si tratta di natura e di prodotti enogastronomici che, sul mercato, circolano con un marchio di qualità: «Natura in campo» appunto.Un bel passo avanti su un percorso che oggi è praticato da chi si impegna nello sviluppo sostenibile, nella vendita diretta, nella costituzione di gruppi di acquisto e nella definizione di una identità costruita non contro altri ma come premessa per una relazione proficua con altri soggetti, altre culture, altre esperienze. (dal Corriere della Sera)

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

Le rotatorie rendono la mobilità più sostenibile

Negli ultimi tempi tutti ci stiamo rendendo conto di come molti incroci stradali delle nostre città stiano cambiando. La costruzione di rotatorie è pratica sempre più diffusa nei nostri centri urbani, ma pensate che secondo un inchiesta del numero di dicembre del mensile Quattoruote, molte di queste realizzazioni sono fuorilegge. Il motivo per cui sorgono cosi’ tante rotatorie sta nel fatto che esse sono state pensate per ridurre i conflitti del traffico (come ad esempio la svolta a sinistra) che sono frequenti cause di incidenti negli incroci tradizionali. Guardate le immagini qui sotto: negli incroci tradizionali ci sono 32 punti critic i(disegnati in rosso) dove le automobili intersecano le loro traiettorie, quindi generando possibili e rischiosi incidenti, mentre con l’implementazione di una rotatoria i punti critici si riducono a solo 8. (da yeslife.it)