Da Liberazione
Per chi avrà la capacità di guardare lontano, per chi avrà il coraggio di fare ora la scelta dello sviluppo sostenibile, la crisi economica potrebbe rappresentare un'occasione importante. Questo il messaggio lanciato ieri a Roma, da Cgil e Legambiente, al governo e alle organizzazioni imprenditoriali del paese. Con la presentazione alla stampa del documento congiunto "Contro la crisi: per combattere la recessione, creare lavoro, vincere la sfida climatica", il mondo del lavoro e l'impegno per la difesa ambientale sintetizzano un lungo percorso di collaborazione, decretando, se ancora ce ne fosse bisogno, il superamento della dialettica tra sviluppo industriale e sostenibilità. «Il nostro obiettivo è salvaguardare l'occupazione - ha spiegato Paola Agnello Modica, della segreteria nazionale Cgil - e anzi creare nuove prospettive di lavoro e di sviluppo, che siano compatibili con l'obiettivo climatico. Non vogliamo fornire una ricetta salvifica, ma abbiamo delle proposte concrete, immediatamente cantierabili, che potrebbero sollevare anche i bilanci delle famiglie». Di fronte a un governo che si appresta a varare misure anticrisi, giudicate insufficienti sul piano economico e sbagliate su quello strategico, l'approccio della proposta interessa per la capacità di individuare azioni, da realizzarsi nel breve periodo, che si tradurrebbero in benefici prolungati nel tempo. In cifre, attuando questo programma, si valuta un recupero di 15 miliardi di euro, equivalenti all'1% del Pil, e la creazione di 350mila posti di lavoro.Quattro le misure correttive dell'attività di governo formulate nel progetto: una inversione ragionata delle priorità sull'uso delle risorse nazionali ed europee (in primis la verifica sull'urgenza delle grandi opere); la ripresa della lotta all'evasione fiscale e contributiva, con particolare riguardo alle economie criminali che sempre di più riguardano il settore ambientale; la richiesta di una riqualificazione vera della spesa nella Pubblica Amministrazione, bandendo la teoria del "fannulloni" e concentrandosi di più sulla razionalizzazione delle risorse; il contrasto agli sprechi in tutti i settori pubblici e privati, compresi i cittadini, che il governo spinge ancora, in modo irresponsabile, a consumare ad ogni costo. «Il governo sta sottovalutando la portata della crisi e continua a proporre una visione ottimistica - ha commentato il segretario nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dozza - limitandosi ad aspettare che passi 'la nuttata'. Non si tiene conto che dopo questa crisi il modello vincente sarà diverso da quello liberista, che ne è la causa sostanziale».L'attuazione di queste misure di carattere generale è, secondo i relatori, prioritaria in alcuni settori chiave della vita collettiva e ancora ad elevata impronta ecologica. Trasporti, energia, risorse idriche, ciclo dei rifiuti, ecoedilizia e efficienza energetica degli edifici, sicurezza ambientale e della salute, sono tutte voci che incidono pesantemente sui bilanci economici e ecologici, richiedendo spesso interventi ex post, legati alle emergenze, più onerosi delle possibili prevenzioni. Questi settori sono anche quelli che hanno le maggiori potenzialità di sviluppo: se incentivati all'innovazione possono fungere da volano per la ricerca e la produzione di qualità, aprendo ampie prospettive di lavoro per le nuove generazioni.
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