venerdì 12 dicembre 2008

Le 30 aziende della tipicità

L'agricoltura italiana prende le distanze dagli scandali alimentari e ribadisce il suo ruolo di protagonista dello sviluppo sostenibile. Nel quadro di una politica comunitaria che premia sempre di più la multifunzionalità dell'azienda agricola, non solo produttrice di beni ma anche di servizi alla colettività. La priorità viene data quindi alla funzione dell'impresa come presidio del territorio, del paesaggio, della qualità ambientale, del patrimonio dei prodotti tipici e delle tradizioni rurali. In questo contesto la Cia, Confederazione italiana agricoltori, ha assegnato il premio «Bandiera verde agricoltura», alla sua quinta edizione, alle 30 aziende più virtuose, che si sono distinte nel 2008, e a Comuni e parchi che hanno puntato su progetti innovativi. La cerimonia si è svolta ieri a Roma, al Campidoglio.«Un premio che vuole essere un riconoscimento – spiega il presidente della Cia, Giuseppe Politi – verso chi, agricoltore, cooperativa, Comune, Provincia o Comunità montana, s'impegna per tutelare e valorizzare l'habitat naturale, attraverso comportamenti virtuosi, orientati a un vero e proprio sviluppo compatibile. Insomma, vogliamo premiare tutte le azioni svolte a favore dell'agricoltura, dell'ambiente, del territorio, della ruralità, dell'uso razionale del suolo, nonché delle tipicità agricole ed enogastronomiche locali e tradizionali».Dall'agricoltura biologica, alle fattorie didattiche, dalla valorizzazione di varietà tradizionali alla scoperta di nuove nicchie di mercato, la Cia ha voluto dare risalto a iniziative imprenditoriali che fanno anche da volano economico per un settore in cui è sempre più difficlie far quadrare i bilanci aziendali. Tutti questi comportamenti virtuosi, sostiene l'organizzazione agricola, possono mettere in moto un giro d'affari di almeno due miliardi di euro l'anno. Un business fatto di produzioni tipiche, biologiche e legate al territorio, di turismo e di valorizzazione dell'ambiente. «L'obiettivo del premio è, dunque, quello di far emergere un'Italia rurale e agricola – conclude Politi – che racchiude un patrimonio inestimabile, spesso nascosto, non solo composto da produzioni a denominazioni d'origine (Dop, Igp e Stg), ma anche da una serie di elementi ed azioni che si fondano sul lavoro, la qualità, la tutela e la conservazione di tradizioni millenarie, atteggiamenti e comportamenti, dove la sapiente mano dell'uomo è predominante ». (tratto da Il Sole 24 ore)

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