mercoledì 28 gennaio 2009

Civitavecchia scommette sul target «emissioni zero»

Dal Sole 24 Ore

È stata inaugurata da meno di due mesi e già registra i primi successi. La sede del Polo idrogeno di Civitavecchia, centro nato dall'accordo tra Regione (che ha stanziato 9 milioni), Comune e autorità portuale, è in piena attività. Ed è stato aperto il primo distributore di idrogeno. Serve per alimentare un bus navetta per gli spostamenti all'interno dell'area portuale dove sorge il centro. «È il primo di quattro veicoli - spiega Vincenzo Naso, direttore del Centro interuniversitario per lo sviluppo sostenibile dell'università La Sapienza, partner scientifico del progetto - . Li metteremo a disposizione dei turisti in arrivo a Civitavecchia sulle navi da crociera. Con i nostri autobus a idrogeno potranno visitare la città e i suoi dintorni».Il bus è l'anello finale di un processo che genera idrogeno attraverso l'elettrolisi, a partire da energia elettrica da fonti rinnovabili, in un processo a emissioni zero. «Non abbiamo ancora l'anello di partenza che andrà a chiudere la filiera pulita dell'idrogeno- continua Naso-. Manca infatti la centrale fotovoltaica che dovrà produrre l'energia necessaria per far funzionare l'elettrolizzatore». Le pratiche sono state però avviate e dovrebbero portare all'installazione di circa 13.000 metri quadrati di pannelli solari, in grado di produrre 1Mw di energia: quella necessaria a far percorrere agli autobus 200 chilometri all'anno. Oltre che con l'elettrolisi, nel polo di Civitavecchia si produrrà idrogeno dalle biomasse. Un diverso ciclo produttivo del quale è stato di recente concluso il progetto. Ora si attende di poter passare alla fase pratica.Obiettivo del polo è quello di porsi come nucleo propulsore di una nuova economia, oltre che come centro di ricerca e sviluppo. «Lo scopo è di creare un indotto intorno all'idrogeno- conclude Vincenzo Naso-. I frutti della nostra ricerca possono fare da stimolo per le piccole e medie imprese del territorio che potrebbero iniziare a produrre componenti utili nei processi legati a questo vettore energetico. Grazie al crescente ricorso alle celle a combustibile in applicazioni anche diverse dalla mobilità, comincia ad esistere un mercato legato all'idrogeno». Un mercato in cui il Lazio potrebbe svolgere un ruolo importante.

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

1 commento:

No al carbone Alto Lazio ha detto...

visita http://noalcarbone.blogspot.com per vedere dove sta l'idrogeno a Civitavecchia