mercoledì 14 gennaio 2009

Energie alternative, sarà un anno duro

Dal Corriere della Sera

Sarà un anno duro anche per le energie alternative, il 2009. Per quelle eoliche prima di tutto. La Germania, tra i Paesi che ci ha investito di più, si prepara a un rallentamento considerevole della crescita del settore: la Siemens, che fa le turbine, sta per esempio considerando l'ipotesi di ridurne la produzione. I grandi piani di «colonizzazione » di aree al largo del Mare del Nord con impianti a energia eolica sono in via di revisione. Le società piccole e medie che hanno puntato su questa tecnologia stanno correndo a rivedere i piani. E la tendenza tocca un po' tutti i maggiori Paesi europei.Il fatto è che gran parte delle pale e degli impianti che ci stanno collegati sono finanziati a debito perché, a parte alcune eccezioni, gli operatori non hanno i muscoli finanziari per fare da soli: a causa della crisi bancaria, però, queste imprese hanno visto aumentare i costi del credito di almeno il 2% da settembre. I margini di guadagno si sono cioè ridotti quando non annullati e molti piani sono stati già ridimensionati. Secondo la società di consulenza Accenture, nei prossimi due anni gli investimenti in progetti eolici potrebbero ridursi del 30%. Emerging Energy Research, società di analisi specializzata in questa industria, prevede che quest'anno la crescita mondiale dell'energia dal vento sarà del 14%, meno della metà dei ritmi degli ultimi anni.Nei giorni scorsi, la crisi del gas tra Russia e Ucraina che ha colpito almeno 18 Paesi europei ha confermato che lo sviluppo di fonti energetiche alternative agli idrocarburi è essenziale. In un Paese come la Germania, dove gli impianti nucleari sono in fase di chiusura e i pannelli solari sono meno efficaci che a Sud, il vento è una scelta importante: ormai si è affermato come la principale energia alternativa. La crisi che sta arrivando, dunque, non sarà probabilmente fatale, al settore. Gli esperti, però, prevedono che gli obiettivi al 2010 non saranno raggiunti prima del 2012, a meno che il governo di Berlino — per la verità già molto appesantito finanziariamente dai pacchetti di stimolo all'economia — non decida di intervenire direttamente.La crisi non è solo tedesca. Qualche settimana fa, la britannica Centrica, che sta sviluppando impianti eolici off-shore, ha detto che i costi di investimento per produrre un megawatt dal vento sono arrivati ormai a tre milioni di sterline, dai due di un anno prima: a questi prezzi, sarebbe più economico costruire centrali nucleari — ha aggiunto.

L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni

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