venerdì 3 aprile 2009

Ma il carbone pulito è davvero pulito?

Il carbone è protagonista di un’operazione di Greenwash (le operazioni con cui si crea un’immagine verde) davvero intensa. Si sta cercando di “lavarlo” per trasformarlo in “carbone pulito” così da poter continuare ad utilizzarlo come combustibile rientrando nelle “fonti di energia rinnovabili e assimilate”. Un’operazione in corso sia in Italia che all’estero. Negli Usa la Americans for balanced energy choices ha cambiato nome in Coalition for clean coal electricity, pagando l’agenzia pubblicitaria R&R partners 35 milioni di dollari per promuovere il “carbone pulito”. Anche a Londra è avvenuto più o meno lo stesso: la Coal research centre è diventata Clean coal centre. Quello che onestamente bisognerebbe però dire è che il carbone pulito non esiste, o meglio che non è così pulito quanto si voglia far credere. Il carbone è il combustibile fossile più inquinante, responsabile del 41% delle emissioni di gas serra antropiche, e contribuisce a riscaldamento globale, deforestazione, distruzione di interi ecosistemi, malattie respiratorie, piogge acide, inaridimento dei terreni, inquinamento delle acque. I miglioramenti che la tecnologia darebbe trasformandolo in “carbone pulito” non sono certo clamorosi ma l’utilizzo sta crescendo anche in Italia. Non c’è dubbio che le emissioni di una centrale di nuovo tipo siano inferiori a quelle di un vecchio impianto (si riducono polveri, anidride solforosa e ossidi di azoto). Ma la CO2 viene abbattuta solo del 18% e le altre sostanze tossiche da cui viene lavato avranno un’altra destinazione, spostando il problema. Come viene spiegato anche in un Dossier di Legambiente, per ogni kWh di energia elettrica prodotto da una centrale a carbone, anche se dotata delle più moderne tecnologie, vengono prodotte non meno di 770 grammi di CO2, più di qualsiasi altra fonte. A parità di energia generata, una centrale a gas naturale a ciclo combinato emette circa la metà della CO2 (ancora meno da cogenerazione), e anche una centrale a olio combustibile di vecchia generazione fa meglio fermandosi a 700 grammi di CO2 per kWh. (Da Yeslife.it)

1 commento:

Alla Scoperta ha detto...

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