E’ stato pubblicato sul sole 24 Ore del 28 agosto un interessante articolo sull’ultima frontiera della responsabilità sociale.
E' un'opportunità e, al tempo stesso, una sfida per chi, nelle aziende, ha avviato percorsi virtuosi e punta a conseguire risultati duraturi e credibili. Si chiama sostenibilità degli acquisti e ha come presupposto il controllo etico della catena di fornitura. Obiettivo ambizioso ma, ormai da qualche anno, condiviso da una quota significativa di imprese, soprattutto medio-grandi.
Le modalità sono le più svariate - dalle certificazioni come la SA 8000 all'adozione di standard nazionali o internazionali, fino alle buone prassi - ma comune è la strategia, che punta ad accrescere la consapevolezza sui temi ambientali e sociali lungo la catena di fornitura, in un'ottica di sostenibilità oltre che di competitività nel medio-lungo termine.
Nella cassetta degli attrezzi arriva, ora, un nuovo strumento, costituito da linee- guida applicabili a tutte le operazioni di acquisto, sia dirette sia indirette, nonchè alle lavorazioni esterne commissionate dalle imprese. Il decalogo è firmato da Acquisti & sostenibilità, un'associazione non profit costituita, appunto, per creare valore sociale in campo economico e ambientale, con focus sul controllo della catena di fornitura.
«Ci rivolgiamo - spiega Luca Guzzabocca, fondatore del network e responsabile dell'area costi e logistica del Monte dei Paschi di Siena - a tutti i manager che, nel settore pubblico come in quello privato, sono impegnati nelle funzioni acquisti. Grazie a un comitato scientifico e a 16 partner societari e associativi ci proponiamo di offrire un punto di riferimento per le pratiche di sostenibilità».
Che cosa prevedono, in pratica, le linee-guida? La prima indicazione è quella di ripensare gli acquisti:«È necessaria un'analisi critica del fabbisogno - spiega Guzzabocca- anche per verificare di avere effettivamente utilizzato i prodotti per il loro intero ciclo di vita».
Su questi temi sono diversi i manager che hanno promesso di impegnarsi. Tra gli altri, vedi l'intervista di Paolo Scaroni, ad del gruppo Eni, sulla cosiddetta "energia responsabile".
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