giovedì 4 settembre 2008

Le vecchie regine fanno le alternative

BP punta sull’eolico, Chevron sul fotovoltaico. Eni ha investito per ridurre i costi del solare. Interessante articolo sul Corriere economia sulla diversificazione negli approviggionamenti da parte dei grandi big dell’energia.

I petrolieri cominciano a tingersi di verde. Le principali aziende energetiche, infatti, hanno cominciato a sfruttare le nuove tecnologie e le fonti alternative per trovare il carburante del futuro. Non che il petrolio scarseggi, ma le eredi delle sette sorelle non lo controllano più. I colossi ExxonMobil, BP, ChevronTexaco e Royal Dutch Shell oggi producono non più di un decimo degli idrocarburi mondiali e posseggono solo il 3% delle riserve. La rinascita del nazionalismo nei Paesi petroliferi, dal Medio Oriente al Sud America, le ha estromesse dal controllo dell’oro nero. Le nuove sette sorelle, identificate in base ai livelli di produzione e delle riserve, sono la saudita Saudi Aramco, la russa Gazprom, la cinese Cnpc, l’iraniana Nioc, la venezuelana Pdvsa, la brasiliana Petrobras e la malese Petronas. Tutte di proprietà statale, insieme controllano un terzo della produzione mondiale d’idrocarburi e oltre un terzo delle riserve. Il divario, nel tempo, è destinato ad ampliarsi: nei prossimi trent’anni il 90% delle nuove produzioni verrà da Paesi in via di sviluppo. La conseguenza, oltre al caro-greggio, è la necessità di diversificare le fonti. British Petroleum, la più attiva in questo settore, raggiungerà entro fine 2008 i 1.000 MW eolici installati. Il gruppo britannico guidato da Tony Hayward ha annunciato per il prossimo decennio investimenti nelle fonti rinnovabili per 8 miliardi di dollari, di cui 1,5 miliardi solo nel 2008. Traguardi ambiziosi anche per il fotovoltaico, in cui BP intende arrivare a 800 MW. «Il nostro obiettivo non è abbandonare i combustibili fossili, ma produrli e utilizzarli in modo più efficiente, investendo significative risorse nelle nuove tecnologie durante la transizione verso un futuro a basse emissioni di CO2», ha spiegato Hayward. Sulla scia di questa filosofia, la quinta generazione dei Rockefeller ha recentemente contestato i vertici di ExxonMobil — una delle compagnie nate dalle costole della Standard Oil del trisavolo — perché investono troppo poco nell’energia del futuro. «La nostra famiglia — ha detto Neva Rockefeller — è passata alla storia per aver colto l’inizio dell’era petrolifera, ora non deve farsi sfuggire la sua fine». Non è detto che ci riesca, visto che rappresenta una piccola minoranza degli azionisti, ma è probabile che alla lunga i vertici della società saranno costretti a seguire la strada tracciata dai concorrenti. Chevron Energy, braccio elettrico di ChevronTexaco, ha appena concluso l’installazione del più grande impianto fotovoltaico mai realizzato su un edificio federale statunitense, occupando lo spazio di circa due campi da calcio sui tetti del centro di smistamento della posta di Oakland e prevede di realizzarne un’altra dozzina. Con 1,5 miliardi di dollari investiti a partire dal 2000 nello sviluppo delle fonti rinnovabili e i suoi 1.152 MW già installati, Chevron rivendica il primo posto fra le multinazionali petrolifere nella ricerca di soluzioni alternative. Ma i petrolieri italiani non sono da meno. L’Eni ha fatto una scommessa da 50 milioni di dollari sul solare, finanziando un centro di ricerca in partnership con il Mit. «L’energia solare c’è ed è gratis, si tratta di raccoglierla e renderla fruibile in modo più efficiente e meno costoso» ha detto il numero uno Paolo Scaroni alla presentazione del centro. Oggi il solare fotovoltaico costa 6-7 volte l’energia tradizionale, per cui necessita di sussidi per lo sviluppo. Erg, la più impegnata su questo fronte, prima ha rilevato Enertad e ora prevede 880 milioni di investimenti nel piano industriale 2008-2011 per portare la sua capacità produttiva da rinnovabili a 700 MW. Saras ha completato per 30 milioni l’acquisizione da Babcock & Brown del parco eolico di Ulassai, in Sardegna. E anche Edison si è lanciata nel fotovoltaico, stringendo un accordo con Ecostream per offrire, attraverso la sua rete di vendita, impianti fotovoltaici alle imprese con l’obiettivo di ottimizzare la spesa energetica”.

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