Il ministro degli Esteri chiede all’Europa la valutazione dell’impatto del piano Ue sul clima, dice l'Unità
Con la scusa della crisi finanziaria, il governo di destra italiano propone di fare marcia indietro sulle misure concordate a livello europeo a protezione dell’am-biente. È il capo della Farnesina, Franco Frattini, ad affrontare il tema in un incontro dei ministri degli Esteri dei Paesi Ue a Lussemburgo. È vero che avevamo stabilito di essere virtuosi, afferma in sostanza Frattini, ma le circostanze sono cambiate rispetto al giorno in cui formulammo quelle promesse. E dobbiamo adeguarci.Concretamente Frattini chiede alla Ue «una valutazione di impatto» dei provvedimenti a suo tempo decisi per contrastare i cambiamenti climatici. Bisogna calcolare quale effetto essi possano avere sui costi e sui profitti delle imprese. Gli obiettivi possono restare gli stessi, aggiunge il ministro, ma i modi per raggiungerli devono essere modificati. Un modo elegante per suggerire che gli obiettivi siano confinati nel limbo delle dichiarazioni di principio, e che intanto si torni tranquillamente alle vecchie brutte abitudini. Il piano europeo, elaborato nel marzo 2007 e varato all’inizio di quest’anno, prevede che per arginare il surriscaldamento del pianeta, le emissioni di CO2 (ossido di carbonio) calino del 20% entro il 2020. Contemporaneamente bisogna innalzare i consumi di energie rinnovabili e il livello di efficienza energetica. Anche in questi due casi il numero magico è 20: il venti per cento in più.
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