Ambiente Sono 45 le aziende italiane sanzionate per avere emesso troppa anidride carbonica. Le multe fioccano (40 euro per ogni tonnellata di CO2). Pure gli errori e i ricorsi. Da Panorama
Scattano le prime multe emesse per il mancato rispetto delle quote di emissioni di anidride carbonica. E per le aziende italiane, insieme al danno, qualche volta arriva la beffa. In diversi casi gli impianti sanzionati hanno adempiuto gli obblighi ambientali imposti, ma, per una serie di errori per lo più di carattere tecnico e informatico, appaiono inadempienti. Le aziende protestano e i ricorsi fioccano.
Per rispettare gli obiettivi del protocollo di Kyoto l’Unione Europea ha messo in campo un sistema di scambio di quote di emissioni di CO2. Ogni paese ha un tetto massimo che è stato ripartito fra le attività industriali che consumano più energia e quindi emettono più CO2 nell’aria: settore termoelettrico, raffinerie di petrolio, cokerie, impianti per la produzione e la trasformazione di metalli ferrosi, industria dei prodotti minerali come cemento, calce, vetro e fibre di vetro, ceramiche, impianti di fabbricazione di pasta per carta, carta e cartone. Se un’azienda supera la quantità assegnata, può ridurre le sue emissioni o acquistare quanto le serve sul mercato dalle imprese più virtuose. Altrimenti si paga una multa.
Nell’elenco delle aziende che risultano, per ora, «non conformi» ci sono parecchie cartiere: lo stabilimento di Alzano Lombardo delle storiche Cartiere Paolo Pigna, le Nuove Cartiere di Tivoli, le Cartiere della Valtellina, la Cartiera Etruria, la Ico Industria Cartone Ondulato. E il marchio dei Zegna Baruffa Lane Borgosesia, la Procter & Gamble Italia, alcuni impianti di combustione e centrali termoelettriche. Quindi i cementifici come Edilcalce e Fornaci Baglioni. Alcune acciaierie come la Dalmine, società del gruppo Tenaris produttrice di tubi in acciaio, e la Bari Fonderie Meridionali. Fra i nomi anche l’impianto fiorentino di Nuovo Pignone, un tempo fonderia e oggi capofila della divisione Oil & Gas della General Electric Infrastructure nel mercato delle turbine a gas e a vapore. Presenti anche vetrerie, come la Kimble Italiana, azienda produttrice di tubi in vetro per siringhe, la Vetreria Cooperativa Piegarese, la Manfredonia Vetro.
In totale, mancano all’appello 4,4 milioni di tonnellate di CO2. Per tutte le imprese la stessa accusa: aver emesso più anidride di quanto assegnato o aver ripianato il debito dopo la scadenza prevista. Di qui la multa di 40 euro per ogni tonnellata di anidride carbonica.
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