martedì 21 ottobre 2008

Eolico più competitivo del solare

Dal sole 24 Ore

L'eolico ha ormai raggiunto il punto di competitività assoluto, anche rispetto alle altre energie "pulite". Con costi per l'installazione che si fanno sempre più bassi. Più bassi di tre volte, ad esempio, rispetto al fotovoltaico. E con gli alti livelli tecnologici raggiunti, investire "nel vento" è quanto mai vantaggioso.Lo sa bene la GE Energy, leader mondiale: dal 2004 ha aumentato del 500% la produzione di turbine, triplicando in un solo anno il suo "wind business" in Italia. «L'eolico, tra le fonti rinnovabili, è quello che consente di ottenere il rendimento migliore. Con costi installazione intorno agli 1,3 milioni di euro al megawatt consente di rientrare dei costi sostenuti in 4 anni. Tempi del tutto in linea con quelli necessari per recuperare il capitale di chi scommette sulle turbine a gas, ma assolutamente più bassi se confrontati con i 10 anni che occorrono per recuperare un investimento nel solare» commenta Claudio Organtini, Power Generation Sales Manager di GE Energy per l'Italia.Del resto investire in fonti rinnovabili, è ormai una scelta obbligata per il nostro Paese. Entro il 2010 (stando agli obiettivi fissati dall'Ue) il 25% di consumo energetico lordo dovrà derivare energie alternative. Un obiettivo che ora sembra possibile raggiungere: secondo la European Wind Energy association, alla fine del 2007 l'Italia ha raggiunto una capacità eolica installata superiore ai 2.700 megawatt, con un incremento del 30% rispetto all'anno precedente. Se questo trend dovesse continuare il nostro Paese potrebbe arrivare già nel 2015 a produrre 12mila watt tramite eolico.Non crede però in questi standard di crescita la Maestrale Green Energy, che sottolinea invece i rischi di perdere un'occasione. Con la sua produzione attuale di circa 3mila megawatt l'Italia è ben lontana dalla Germania con i suoi 22mila megawatt o dai 15mila megawatt della Spagna. Per Carlo Durante, amministratore delegato dell'azienda «in Italia c'è un problema diincertezza di sistema che rende difficili gli investimenti».La chiave per uscire dall'impasse è sempre la stessa: anzitutto una politica energetica al centro che si fondi su un sistema di incentivi per lo sviluppo di nuove tecnologie; più semplicità autorizzativa in periferia, per evitare lo stop da parte delle regioni sempre più vittime della burocrazia ed infine più coinvolgimento del territorio.


L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni

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