venerdì 3 ottobre 2008

Slow Food, cibo e cultura

Lo chiamano guru ma lui fa spallucce. Del resto Carlo Petrini, classe 1949, appartiene a quella prima generazione del dopoguerra «già fuori dalle ambasce della fame ma che comunque ha sempre portato molto rispetto al cibo». Perciò delle formule new age non se ne fa niente, il piatto che preferisce è «la curiosità», ha una missione di vita che si chiama Slow Food e la sua convinzione numero uno è questa: «Noi non siamo un partito ma cambiamo le cose». La «piccola rivoluzione» ha preso le mosse dalla sua casa di Bra, in Piemonte, nel 1986: l'idea di partenza era quella di allargare il vestito un po' troppo stretto della gastronomia classica e accomodarlo di almeno quattro taglie per farci entrare la difesa della biodiversità e delle società rurali, una nuova frontiera dell'agricoltura e un'educazione del gusto legata alla sostenibilità ambientale e al rispetto delle identità culturali. È andata a finire che oggi la sua creatura è un'associazione internazionale non profit con 86mila iscritti, «adepti» in 130 Paesi e sedi in Italia, Germania, Svizzera, Stati Uniti, Francia, Giappone e Regno Unito.Petrini è particolarmente fiero di due personali trofei: «Dieci anni fa, quando ho portato Slow Food in America, tutti mi dicevano che a lottare contro gli hamburger avrei perso miseramente. Beh, un mese fa a San Francisco abbiamo organizzato un meeting con più di 100mila persone. Ma siamo arrivati anche nelle più remote comunità agricole dell'Etiopia, che oggi producono caffé straordinario e miele superbo». L'ultima battaglia (in ordine cronologico) è la terza edizione di «Terra Madre», l'incontro mondiale delle comunità del cibo, a Torino dal 23 al 27 ottobre: «È il fiume carsico di una società civile che non ha né rilevanza mediatica né il potere della politica di palazzo, ma è diffusissima e pronta a lottare contro il caos alimentare di un mondo che produce cibo per 12 miliardi di persone quando su questa Terra siamo poco più di 6 miliardi. Ma vi sembra normale che 800 milioni di esseri umani patiscano fame e malnutrizione mentre 1 miliardo e 700 milioni soffrono di obesità, diabete e malattie da iperalimentazione?». (Dal Corriere della Sera)

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