martedì 7 ottobre 2008

Solidarietà alpina per il futuro

Che mondo lasceremo ai nostri figli e nipoti? La nostra generazione deve essere responsabile. Il patrimonio naturale nelle aree montane deve essere protetto con maggiori aiuti economici, articolo da L'Opinione.

Benché la solidarietà sia in primis una questione etica, sono sempre più numerose le politiche ambientali che più o meno esplicitamente vi si ispirano. Una tendenza giustificata da una serie di considerazioni che sembrano valide per le zone montane. Il concetto di solidarietà può essere letto in senso storico, facendo riferimento in primo luogo all’obbligazione già nota al diritto romano per cui l’obbligato “in solidum” risponde integralmente del debito contratto. Qui “solidus” sta non solo per compatto, robusto, ma anche per intero, pieno. Le cose cambiano con la Rivoluzione Francese, quando per solidarietà si intendono il senso di fratellanza tra i cittadini e l’appartenenza a un’unica nazione. Anche questa volta il significato originario di “compattezza” viene conservato e applicato ai consociati nel patto che fa di loro dei cittadini. Molto più di recente, la Commissione di terminologia del governo francese ha definito la solidarietà “un’interdipendenza implicante una mutua responsabilità di assistenza (...) tra i membri di un gruppo, fondata su un contratto o una comunità di interessi”. Alla luce di queste prime definizioni, le caratteristiche costanti della solidarietà sembrano essere la presenza di almeno due soggetti in relazione tra loro; l’esistenza di un rapporto di interdipendenza; la sussistenza di una disuguaglianza a cui si intende porre rimedio; la responsabilità comune alle parti in gioco.Tali caratteri sono tipici anche del problema della conservazione dell’ambiente, dove la sopravvivenza di più generazioni dipende dall’uso che la generazione precedente farà delle risorse ambientali a sua disposizione. In questo senso è corretto parlare di “solidarietà intertemporale”, di una condotta cioè volta a sanare almeno parzialmente le diseguaglianze nella dotazione di risorse ravvisabili in periodi consecutivi di tempo. E’ piuttosto chiaro che le generazioni future saranno in una condizione di svantaggio rispetto alle presenti: non possono rappresentare i propri interessi prima di venire al mondo, sono soggette agli esiti di scelte compiute dalle generazioni precedenti (su cui non hanno alcun controllo), soffriranno più intensamente un problema di relativa scarsità di risorse a causa della crescita demografica e dei relativi conflitti che essa comporta. Immaginare che le persone siano interessate a garantire un livello di benessere accettabile alle generazioni future sembrerebbe ragionevole: significa riconoscere che consideriamo importante il benessere dei nostri figli, nipoti e pronipoti. Quando si parla di conservazione dell’ambiente e di sviluppo sostenibile, si fa necessariamente riferimento a un sistema intertemporale, perché le scelte compiute oggi influiscono sul benessere di chi vivrà domani. Un richiamo alla solidarietà può aumentare il livello di attenzione sulle possibili conseguenze delle scelte politiche di oggi sulle generazioni future.

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