martedì 24 marzo 2009
Ambiente nei conti
Nella relazione sulla gestione informazioni obbligatorie sulla sostenibilità ambientale: il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (Cndcec) ha rilasciato il documento sull'informativa, da offrire nella relazione sulla gestione (ex secondo comma dell'art. 2428 cc), in merito all'ambiente ed al personale.Il dlgs 32/07, che ha dato attuazione alla cosiddetta Account modernisation directive, aveva disposto che la relazione degli amministratori, proprio per meglio rappresentare la situazione e la dinamica della società, contenesse anche «indicatori di risultato finanziari e, se del caso, quelli non finanziari (...) comprese le informazioni attinenti all'ambiente e al personale». Tale previsione normativa appariva, però, di complessa e indeterminata attuazione prima dell'interpretazione del Gruppo di studio «Bilancio ambientale e sostenibilità» del Cndcec. La guida scioglie un primo dubbio: le informazioni attinenti all'ambiente e al personale debbono essere fornite obbligatoriamente, ossia a prescindere dalla rilevanza dei loro effetti economici o dalle dimensioni dell'azienda rendicontata. A tale conclusione si giunge attraverso una interpretazione sistemica sia dell'ordinamento comunitario che di quello nazionale: le informazioni sulla sostenibilità ambientale e sulla salute, sicurezza e tutela dei lavoratori assumono una dignità che travalica gli stessi prospetti contabili e non può essere affidata alla mera discrezionalità degli amministratori della società. Secondo il Cndcec si debbono distinguere due categorie: da un lato quelle obbligatorie, appunto sottratte alla discrezionalità degli amministratori, e quindi le facoltative. Iniziamo dal primo insieme. Con riferimento all'ambiente: danni causati per cui la società è stata dichiarata colpevole in via definitiva; sanzioni o pene definitive inflitte all'impresa per reati o danni ambientali; emissioni gas ad effetto serra ex legge 316/2004. In tema di personale, invece, si tratta di: morti sul lavoro per le quali è stata accertata definitivamente una responsabilità aziendale; infortuni gravi sul lavoro che hanno comportato lesioni gravi o gravissime al personale; addebiti in ordine a malattie professionali su dipendenti o ex dipendenti e cause di mobbing, per cui la società è stata dichiarata definitivamente responsabile, descrivendone la natura e l'entità. Il documento indica poi quelle informazioni che, pur importanti, sono affidate alla scelta discrezionale dei redattori: iniziative volte a stabilizzare i precari; investimenti in sicurezza o che migliorano l'impatto ambientale (distinguendoli da quelli obbligatori); politiche di smaltimento e riciclaggio. La guida chiude esaminando la tematica dei rischi aziendali riferibili alle risorse umane ed ambientali e suggerisce, infine, i principali indicatori attinenti all'ambiente e al personale impiegabili nella relazione sulla gestione. (da Italia Oggi)
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