lunedì 9 marzo 2009

Umbria, ecco lo sviluppo sostenibile

L'Umbria mira all'integrazione tra le aree produtivve e al recupero delle aree industriali dismesse, attraverso la costituzione di nuovi consorzi.Il "Disegno strategico territoriale per lo sviluppo sostenibile" della Regione Umbria evidenzia come il territorio regionale sia caratterizzato da un «elevato numero di aree urbanizzate per insediamenti produttivi (oltre 1.400 per una superficie di circa 7.400 ettari), con dimensioni medie contenutein termini di superficie e sature nella quasi totalità dei casi (84%)». Una parcellizzazione e dispersione che ha portato «ad una disottimizzazione complessiva del territorio consentendo l'insediamento di unità produttive medio- piccole» In Umbria ci sono un consorzio appena costituito per la gestione dell'area ex Ferro di Cannara e quattro soggetti già esistenti, il consorzio Narni-TerniSpoleto, il consorzio Crescendo nell'orvietano, la società Valnestore sviluppo per Piegaro e Panicale e il Flaminia Vetus per l'area martana.Nel documento, si evidenzia come un'alternativa all'attivazione di nuove aree industriali in Umbria, possa essere rappresentata dai siti dismessi o sottoutilizzati su cui la Regione sta conducendo un censimento, in un strategia di gestione razionale del territorio e riduzione dei costi. «Un esempio virtuoso - secondo Paolo Gentili, presidente del consorzio Terni-Narni-Spoleto - è rappresentato dall'insediamento ternano di Santa Maria Magale, ex Polimer, attualmente occupato dall'azienda chimica Novamont. Spazi della vecchia chimica per la nuova chimica». Il consorzio ternano è interessato anche all'area ex Terni chimica di Nera Montoro per il quale «non siamo stati ancora coinvolti, ma siamo a disposizione delle istituzioni» puntualizza Gentili. «Mentre per la grande area industriale Terni-Narni – prosegue - stiamo lavorando con le istituzioni pubbliche a un progetto Siam, modello di area industriale sostenibile destinata a imprese a basso impatto ambientale, che potrebbe godere di finanziamenti europei».Altro progetto di acquisizione ( 5 milioni di euro), bonifica e riqualificazione è quello gestito dalla Valnestore Sviluppo nella ex miniera di Pietrafitta, un'area di sei ettari.«Oggetto di un accordo quinquennale – spiega il presidente della società, Enzo Patalocco –, sottoscritto l'anno scorso con Confindustria, gruppo Angelantoni e università di Perugia, è la costituzione nei vecchi opifici di un polo di eccellenza per le energie rinnovabili». Accordo che si sta perfezionando in questi giorni.Sebbene l'84% degli spazi sia già occupato, la crisi si fa sentire anche qui. «È un momento difficile per il territorio - spiega il presidente del consorzio Terni- Narni-Spoleto - e manifestazioni di interesse da parte di aziende medio piccole provengono dai settori della meccanica fine e dai settori delle nuove energie». (da Il Sole 24 Ore)

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