mercoledì 25 marzo 2009

Climate camp, a maggio un campeggio ambientalista degli universitari

Sarà nel primo Climate Camp torinese che studenti di tutte le città italiane organizzeranno il «comitato di accoglienza» per i membri del G8 dell´Università, in città dal 17 al 19 di maggio. I ragazzi del Cantiere altro sviluppo, nato dalla fusione tra quel che è rimasto dell´assemblea No-Gelmini dell´Università e della No-Tremonti del Politecnico, lo annunceranno questa sera, nel cortile centrale del Politecnico, in una assemblea aperta a tutti gli studenti e le componenti dei lavoratori impegnate sul fronte della contestazione contro la legge 133. Un Climate Camp è un campeggio ambientalista autogestito nel quale si organizzeranno per tutta la durata del G8 dell´Università una moltitudine di eventi da seminari a concerti, tutti sul tema della sostenibilità e dello sviluppo. Un campeggio per centinaia di ragazzi in città. Dove farlo? Si stanno chiedendo gli studenti. Le possibilità non sono molte e comunque avranno l´effetto di una grande occupazione pacifica di una zona della città. L´idea prima sarebbe di restare vicini al luogo cruciale dell´evento, il castello del Valentino, favorita anche dal fatto che non esisterà una vera propria zona rossa come nel G8 dei capi di Stato e sarà perciò possibile manifestare nei pressi dei luoghi scelti per ospitare l´evento. Dal Politecnico di Torino partirà questa sera (ore 18) un appello agli studenti e ai lavoratori del mondo della conoscenza di tutta Italia che hanno a cuore i temi dell´ambiente affinché si mobilitino e partecipino a quella che nelle aspettative potrebbe rivelarsi la nuova grande manifestazione dell´Onda. Al G8 parteciperanno 50 atenei, due per ciascun paese membro, più altre università di alcuni paesi "in via di sviluppo". La Conferenza dei Rettori, il Politecnico di Torino e l´Università di Firenze hanno rappresentato l´Italia allo scorso G8 University Summit di Sapporo in Giappone nell´estate 2008, a pochi giorni dal G8 dei Capi di Stato. Durante quel primo appuntamento furono discussi il ruolo e il possibile contributo delle università alla crescita economica e alla sostenibilità ambientale globale. Al termine dei lavori fu scritta una dichiarazione, indirizzata agli stati membri che si sarebbero riuniti pochi giorni dopo: la Sapporo Sustainability Declaration (SSD) firmata dai 37 Rettori è una presa di posizione che enfatizza il ruolo dell´istituzione universitaria di fronte alle sfide ambientali in vista di un nuovo protocollo post-Kyoto. «Nella Dichiarazione di Sostenibilità di Sapporo alcuni spunti, annegati in tante contraddizioni e buoni propositi, sono sicuramente condivisibili - dicono i ragazzi dal Cantiere Altro sviluppo - ma, in generale, l´idea di sostenibilità proposta è puro e semplice "Greenwashing", imbellettare di verde le logiche alla base delle nostre economie per continuare a legittimarle». (da Repubblica)

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