giovedì 19 marzo 2009

Un omaggio all’architettura sostenibile di Renzo Piano

Chi meglio di Renzo Piano, architetto italiano famoso in tutto il mondo, può indicare la retta via dell’architettura verde del futuro? E la direzione del maestro è quella di sviluppare tecnologie amiche da fonti rinnovabili, che rendono energeticamente indipendente, favorendo una cultura del risparmio energetico. La perfetta sintesi di tutto ciò è il Museo di Scienze Naturali di San Francisco, nel bel mezzo del Golden Gate Park, opera dell’architetto italiano. Un esempio di come anche durante l’America di Bush contraria al protocollo di Kyoto, c’era un’America che “cercava di mettere la natura al centro delle cose”, come dice Renzo Piano in una lettera inviata all’amico Beppe Grillo. Il progetto di Renzo Piano è diventato realtà il 27 settembre 2008: il nuovo edificio ecocompatibile che combina centro di ricerca, museo di storia naturale, acquario e planetario, con all’interno 20 milioni di specie animali e vegetali, è stato inaugurato con il volo di 30 mila farfalle, metafore viventi della leggerezza e della trasparenza. E l’America ha applaudito l’architetto che persegue l’utopia di una bellezza ecologica. Oltre all’elogio del Time il progetto ha ricevuto anche il Platinum Award, cioè il massimo livello nel sistema di valutazione americano della qualità energetico-ambientale degli edifici. E’ lo stesso Renzo Piano ad illustrare il fantastico edificio del Museo americano. “L’idea di un tetto vivo, animato, che respira e dialoga con la natura circostante, su cui sono piantate 1,7 milioni di pianticelle autoctone della California, scelte tra le più resistenti alla siccità, l’ho ripresa da consuetudini antiche delle nostre campagne, delle nostre montagne. La massa di terra e lo strato di vegetazione sopra i tetti di notte accumula umidità, e diventa un isolante termico quando arriva il sole e il calore del giorno”. Il principio della flora e della fauna autoctone è quello che permette al tetto vivente di assolvere non solo alla funzione isolante e salvaenergia che un manto verde può assicurare, ma anche quella di risparmiare sulla manutenzione, non necessitando né di irrigazione né di fertilizzazione, e di supporto al ripristino dell’habitat locale. (da Yeslife.it)

1 commento:

megliopossibile ha detto...

Un altro esempio del genio di Renzo Piano è sicuramente l'areoporto di Kansai a Osaka, rimasto intatto dopo un devastante terremoto.

www.megliopossibile.it/post.php?id=1256