Sono più che altro segnali di speranza in un contesto squassato dalle vertenza Iris (per ora risolta) ed Emilceramica (lunedì si riunisce un tavolo istituzionale) e dall'evidenza dei numeri della cassa integrazione che a livello nazionale si è aperta nel comparto per 5.500 lavoratori, fra aziende di piastrelle e sanitari. In un momento critico come questo, ci sono aziende del distretto ceramico tra Modena e Reggio Emilia (oltre il 90% della produzione italiana che vale 5,7 miliardi) che cercano di rilanciare, mettendo sul piatto tutto il know how del distretto sul fronte dell'innovazione di prodotto e, soprattutto, l'attenzione alla sostenibilità ambientale.«Siamo all'inizio di un processo », spiega Mario Roncaglia, vicepresidente di Novabell, azienda storica del distretto che sta molto puntando su un suo marchio "ecologico" per prodotti che contengono minimo il 40% di materiali riciclati. Prodotti che sono conformi al sistema di certificazione Leed che si sta affermando soprattutto negli Stati Uniti – ma anche inaltri 40 Paesi del mondo – come uno dei sistemi maggiormente diffusi per la certificazione degli edifici e che valuta la sostenibilità ambientale, sociale ed economica degli edifici, dalla fase di progettazione fino alla gestione quotidiana. Per ora, ad avere prodotti "Leed compliant" «siamo una decina di imprese; mi piacerebbe se al prossimo Cersaie fossimo almeno il doppio », dice il vicepresidente dell'azienda reggiana – 48 milioni di ricavi nel 2008, uno stabilimento a Castellarano – che ha presentato una nuova linea "ecologica" in grès porcellanato e, nel contempo, nei giorni scorsi ha deciso di chiudere con tre settimane di anticipo la procedura di Cig ordinaria, la cui conclusione era prevista per la metà di questo mese.«Certo –aggiunge Roncaglia – i prodotti a maggiore sostenibilità aziendale hanno avuto un peso, ma non determinante. Allo stesso modo, però, ci aspettiamo un'accelerazione nella produzione e nelle richieste di prodotti ecologici».Non è semplice una valutazione di quanto i prodotti "verdi" pesino sulle produzioni del distretto. Di certo l'attenzione dei produttori è però sempre maggiore come dimostra il fatto che nel distretto si contano 28 aziende con certificazioni Ecolabel o Emas oppure secondo le norme Iso serie 14000.«L'utilizzo di materiali ecocompatibili è un plus per il prodotto», dice Dante Giacobazzi, amministratore unico di Impronta Ceramiche, azienda modenese da 105 milioni di euro nel 2008 – per il 70% realizzati oltreconfine – e 450 dipendenti. Proprio lunedì per l'azienda terminerà il periodo di cassa integrazione ordinaria. «È un momento difficile per il compartoe proprio il distinguerci rispetto ai Paesi emergenti può essere la nostra forza per il futuro. Ora presenteremo una nuova linea di prodotto conforme alla certificazione Leed al Covering di Chicago, in aprile, che si unirà a un'altra linea messa sul mercato a inizio anno con piastrelle composte da materie prime naturali e riciclate per il 45 per cento». (Dal sole 24 Ore)
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