Siamo arrivati al Forum Mondiale dell'acqua sotto la pressione di un'offensiva pesante di multinazionali, istituzioni internazionali e governi, tesa ad annullare i passi avanti realizzati fino a questo punto dai movimenti. Le divisioni interne alla società civile turca e la convinzione di molti movimenti che dopo le posizioni acquisite in America Latina bastasse un buon lavoro di lobby dentro il forum ufficiale hanno messo in forse fino agli ultimi giorni la possibilità di svolgere il forum alternativo internazionale a Istanbul. In Turchia, come in Europa, la politica sta scegliendo di porre la priorità dell'uso dell'acqua per la produzione di energia, quindi come fonte di profitto. Una miscela micidiale è nata all'interno del Forum ufficiale: l'appropriazione dell'acqua attraverso la costruzione delle dighe e il suo uso per la produzione di agrocombustibili. Ciò è stato proposto dalla Turchia, con la richiesta di inserirlo nella dichiarazione finale ministeriale. Una risorsa vitale come l'acqua diventerebbe così una merce e la sua funzione sarebbe di conseguenza pericolosamente sganciata dalla produzione alimentare. In questa logica si devono leggere i progetti per la costruzione di grandi dighe nel paese e in particolare in Kurdistan, dove almeno una ventina di impianti sono già pianificati. La diga di Ilisu nell'antico sito archeologico di Hasankeyf è il simbolo della devastazione a cui porterebbe questa scelta: 78 mila persone sfollate, circa 400 kmq allagati in una delle culle della nostra civiltà. La realizzazione del Forum alternativo ci ha permesso quindi di raggiungere alcuni importanti risultati. Innanzi tutto ci siamo confrontati con coloro che all'interno del Forum ufficiale sono in sintonia con i principi del movimento. Nonostante l'attuazione all'interno del Forum ufficiale di azioni coordinate tra i diversi attori istituzionali: governi, amministratori locali, parlamentari, imprese pubbliche per influenzare le scelte del Consiglio mondiale dell'acqua, sappiamo che il riconoscimento del diritto all'acqua non sarà incluso nella dichiarazione finale. L'influenza e l'aggressività delle multinazionali è molto forte e nonostante esse dichiarino di essere uno strumento per concretizzare il diritto all'accesso all'acqua, ne temono il riconoscimento. Ultimo punto, ma non meno importante, il Forum alternativo ha portato per la prima volta dentro una importante assise internazionale, i movimenti e i parlamentari curdi. L'organizzazione del Forum Alternativo è stata resa più difficile anche dal contesto internazionale caratterizzato dal dispiegarsi dell'offensiva pesante di multinazionali, istituzioni internazionali, Ue, numerosi governi impegnati nello scatenare una durissima fase privatizzatrice. Con alle spalle il voto del parlamento italiano sulla legge 133 art 23bis che rende obbligatoria la privatizzazione di tutta l'acqua potabile italiana. Con alle spalle il recente voto del Parlamento europeo sull'acqua, assai arretrato rispetto alla risoluzione del 2006.Dai lavori del Forum Alternativo esce una dichiarazione nella quale riteniamo di sottolineare questi aspetti: rispondere alla strategia di appropriazione dell'acqua attraverso la privatizzazione, la costruzione delle dighe a fini energetici e per la coltivazione di agrocombustibili, con una forte alleanza, proposta già al recente Forum mondiale di Belem, tra i movimenti a difesa dell'acqua, della sovranità alimentare e delle energie alternative; creare in ogni paese reti di amministratori locali che lavorino con i movimenti e le imprese pubbliche che intendano rimanere tali; assumere la questione della diga di Hasankeyf da parte di tutto il movimento dell'acqua come simbolo della pace, in un luogo che ha dato le origini alla civiltà. (dal manifesto)
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1 commento:
Il fallimento del Forum mondiale dell'acqua
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